FIORENTINA, Gioca da grande squadra
Avanti senza soffrire. Tre punti, ennesimo blitz lontano dal Franchi, vetta della classifica che si avvicina, diversi titolari tenuti a riposo senza che l’assetto viola ne abbia risentito. Fiorentina regina, ancora imbattuta, giusto sottolinearlo in questo campionato così compresso in testa. La potenziale imboscata dell’Olimpico viene svilita da una prestazione accorta, senza sbavature.
La Fiorentina gioca ormai con la consapevolezza della grande squadra: aspetta, squadra le rivali. Poi colpisce, si ritrae, addormenta il gioco, limita gli avversari, coprendo ogni centimetro. Con mutua assistenza e carattere.
Un clamoroso errore di Ballotta ha propiziato il gol-vittoria di Pazzini: da allora, neppure venti minuti dall’inizio, Fiorentina in cattedra, cadenzando il ritmo, senza mai soffrire. Nella ripresa la traversa di Pazzini e una tardiva riscossa biancoceleste. Un segnale forte arriva dall’Olimpico: la Fiorentina c’è, scala la classifica, gioca, si diverte e vince. Miscela pericolosa per le sue avversarie.
Organizzazione viola. Possesso palla, pressing alto, disimpegni e improvvise verticalizzazioni: senza calciare eccessivamente in porta la Fiorentina, nel primo tempo dell’Olimpico, ha esibito uno splendido equilibrio tattico. I viola hanno retto il copione con baldanza, senza mai temere le sterili offensive biancocelesti. Assenti Pandev e Behrami, gli unici che, con invenzioni e percussioni, avrebbero potuto imprimere accelerazioni alla manovra, la Lazio ha sciorinato calcio accademico, senza sbocchi, idee.
Tanta corsa, discreto ritmo ma mai rifornimenti continui per gli attaccanti. La Fiorentina ha coperto ogni zolla di campo con acume tattico: raddoppi di marcatura su Ledesma, il faro del gioco della Lazio, continui scambi tra Pazzini e Osvaldo. Liverani fine dicitore delle trame in mezzo al campo. La spinta di Pasqual, a sinistra, il dinamismo di Kuzmanovic al servizio di Montolivo. Mai impegnato Frey, difesa viola solo a tratti impegnata.
Lazio sull’orlo di una crisi di nervi: ha incassato in superiorità numerica (Gamberini era uscito per infortunio e Dainelli non era ancora subentrato) e con una procedura rocambolesca il gol di Pazzini. Incapace poi di ribellarsi alle avversità e al corso della sfida. Viola in cattedra: giocando a testa alta, senza mai andare in affanno.
Ripresa di contenimento. L’ Olimpico contestava Lotito mentre la Lazio, alla vigilia della trasferta contro l’Inter, scivolava verso la terza sconfitta consecutiva. Pazzini centrava la traversa, la Lazio attaccava per forza d’inerzia, senza mai guadagnare il fondo. Frey si opponeva da fenomeno al tiro di Mutarelli, Mutu rilevava Osvaldo. Liverani e Montolivo rallentavano opportunamente il ritmo, Daineli non perdeva un contrasto in difesa.
Così, col passo da grande, senza concedere nulla, la Fiorentina vinceva, ritrovandosi, magari per poche ore, quasi a braccetto dell’Inter.