"OCCHI PUNTATI SU..." Babacar, il Fregoli viola
Gli è mancato solo il gol, e del resto... "a tutti i poeti manca un verso". Definire El Khouma Babacar un Dante Alighieri più abbronzato piuttosto che un fine dicitore capace di declamare in endecasillabi, ci sembra eccessivo. Preferiamo allora accostarlo a Leopoldo Fregoli, noto trasformista di fama internazionale, capace di cambiare in pochi secondi la caratterizzazione del personaggio che andava ad interpretare. Ed è esattamente quello che il "colored" viola ha fatto contro il Bologna, passando con invidiabile nonchalance da un ruolo all'altro, da una posizione all'altra, ora avanzata ora arretrata, da destra a sinistra e ritorno. E sempre mantenendo un rendimento costante.
Ma andiamo con ordine: pronti via e Mihajlovic mischia un pò le carte inaugurando un modulo 4-4-2 (beata incoscienza) con il giovane senegalese in campo al posto di Ljajic. Gilardino parte addirittura defilato sulla fascia destra con Babacar in posizione centrale. Dura poco, perchè il gila si riappropria della sua zolla, controllato (a tratti brutalizzato) da Britos, che lo segue ovunque. Babacar allora arretra a caccia di palloni giocabili ma anche per fungere da raccordo col centrocampo in palese difficoltà (D'Agostino in primis) di fronte al pressing di Mudingay e compagni. In questa veste "Baba" ci ha ricordato il Pazzini del 2005, quello che giocava in coppia con Toni: grande generosità, sagacia tattica, capacità di trattare e difendere palla per far salire la squadra. Ma è nel secondo tempo che Leopoldo "Fregoli" Babacar offre il meglio di se stesso. In pochi minuti va a concludere... alla Maradona, quando a Mexico 86' il "pibe de oro" uccellò Giovanni Galli con un tiro ad incrociare scoccato quasi dalla linea di fondo. Poi taglia centralmente la difesa bolognese con una progressione poderosa, tiro respinto da Viviano, successivo controllo e tocco sapiente spalle alla porta per l'accorrente Cerci. L'assist per Santana, poi, brillerà di luce propria. Infine (gli mancava solo questa oltre al gol) si trasforma in uomo assist, servendo a Ljajic un rigore in movimento che il talentino serbo spreca malamente. C'è tutto: coordinazione, furbizia, forza fisica, protezione della palla, tiro in porta, altruismo e visione di gioco. Sette cambi d'abito in pochi minuti, sette personaggi che, a differenza di Pirandello, hanno trovato il loro autore, sette soluzioni per Sinisa Mihajlovic che, quasi per incanto, si trova su un piatto d'argento la soluzione per il dopo-Mutu.
Eh già, perchè sostituire il romeno è impresa quasi disperata, non a caso lo chiamavano il "fenomeno". E allora meglio cambiare, meglio spargere un pò di "fregolismo" anche sulla squadra e studiare nuove variabili tattiche: con un Babacar così, si può fare un classico 4-4-2, oppure un 4-2-3-1 (col senegalese tra le linee), e ancora un 4-3-2-1 (Ljajic e "Baba" dietro a Gilardino), un 4-4-1-1... e via andare. Le nostre, ovviamente, sono ipotesi, elucubrazioni tattiche, schemi scritti sulla lavagna che dovranno trovare un riscontro pratico sul campo. La sensazione però è che la Fiorentina del secondo tempo di Bologna abbia aperto una strada, ed il Babacar di tutti i 90' sia la chiave d'acccesso per percorrerla... tutta d'un fiato.