ENRICO CHIESA... I suoi primi 40 anni (video)
Qualcuno ha detto che la vita ricomincia a 40 anni. Forse una frase fatta, vagamente consolatoria, ad uso e consumo di chi soffre oltremodo l'avanzare dell'età. Enrico Chiesa da Genova contravviene a questa regola non scritta perchè lui ha già voltato pagina (studia da allenatore), guarda avanti, e quel che è bello non ha paura di voltarsi indietro. Ma andiamo con ordine. Enrico nasce a Mignanego, nell'entroterra genovese, il 29 dicembre del 1970. Carattere schivo, introverso, ombroso come la sua terra, la Liguria. "Con quella faccia un pò così..." canterebbe Bruno Lauzi, Enrico cresce nelle giovanili della Sampdoria mettendo subito in mostra le sue doti migliori: grande velociità, progressione, capacità di crossare con entrambi i piedi ed il tiro (tagliato) da fuori, vera e propria specialità della casa. Nel biennio 93'-94' va a "farsi le ossa" prima a Modena poi a Cremona. Nel 95' il bomber genovese è pronto per il ritorno alla casa madre dove lo aspetta un certo Roberto Mancini. Con il "mancio" formerà una coppia da sogno, e l'apice viene raggiunto nella stagione 95-96 con 22 gol in 27 partite, il debutto in nazionale e la convocazione (con gol) per l'Europeo d'Inghilterra. Nel 96' si fa avanti il Parma di Callisto Tanzi. Tre anni con i ducali ricchi di gol e vittorie: 32 in 92 partite, capocannoniere della coppa Uefa 98-99 (vinta) con 8 reti, ed i trofei nazionali della coppa Italia 98-99 (in finale sulla Fiorentina) e della supercoppa italiana del 2000.
E siamo all'avventura in viola. La Fiorentina è reduce dall'aver cullato a lungo il sogno terzo scudetto, svanito per il ginocchio malandato di Batistuta ed il carnevale di Edmundo. Cecchi Gori rilancia, vuole un attaccante forte, fortissimo accanto a bati-gol e la scelta ricade su Enrico Chiesa. La stagione 99-2000, però, viaggia tra alti e bassi: bene in Champions League, malino in campionato e alla fine Chiesa segnerà solo 7 gol in 24 partite. A fine stagione il "re leone" sbarca nella Capitale ed Enrico ne farà le veci al meglio spopolando grazie al calcio spettacolo di Fatih Terim, innescato dalla vena creativa di Manuel Rui Costa. 22 gol in 30 partite, quella doppietta alla Roma (proprio di fronte a Batistuta) nel giorno del... "semo tutti parrucchieri", e la "ciliegina" della Coppa Italia conquistata contro il suo Parma. La notte del 13 giugno 2001 sarà, ahimè, il canto del cigno per Enrico e la Fiorentina tutta. Se ne vanno anche Toldo e Rui Costa, Chiesa e Di Livio restano gli ultimi baluardi contro il fallimento, fino a quel maledetto 30 settembre 2001: il ginocchio fa crack durante un anonimo Fiorentina-Venezia, ed in un colpo solo naufragano la Fiorentina e la carriera di Enrico Chiesa. Gli anni seguenti saranno un prolungamento dignitoso che poco aggiungeranno ad una carriera luminosa: un anno a Roma sponda laziale, 5 stagioni a Siena con 32 gol in 129 partite e la chiusura a Figline con il colpo di grazia dell'ennesimo infortunio, datato 1° novembre 2009.
Chiudiamo con un'annotazione personale. L'impressione è che Enrico Chiesa, pur disputando un ottima carriera, abbia raccolto meno di quanto meritasse. Raramente, infatti, abbiamo visto calciare come faceva Enrico, da fermo come in corsa. Correre velocissimo, fermarsi all'improvviso e colpire di potenza e precisione recuperando la coordinazione in un attimo. E poi le punizioni, il tiro da fuori, il portare palla in corsa per poi concludere, di destro e di sinistro. Forse il carattere, una scarsa inclinazione al compromesso, certamente gli infortuni, qualcosa di sicuro lo ha frenato sul più bello. Comunque, auguri ad Enrico Chiesa per i suoi primi 40 anni... un modello (se possibile) da imitare.