UN ANNO SENZA DAVIDE, MA SIAMO TUTTI PIÙ RICCHI. LA STELLA POLARE DEI VIOLA
Dodici mesi esatti senza Davide. Il primo triste bilancio dell’anima, di una mancanza costante, totale proviamo a dire. Davide era un leader silenzioso, poche parole ma sempre centrate, sapeva che a parlare doveva essere la postura dei comportamenti, non altro. Anche per questo non vogliamo scivolare nella retorica perché sarebbe il primo lui a rimanerci male nel suo campo di calcio in paradiso.
Proviamo a fare un altro discorso, a capire cioè come la sua assenza lacerante si sia trasformata in questo primo anno senza di lui, in un contesto molto concreto.
Si comincia dai particolari, come l’armadietto nello spogliatoio, col nome sopra, rimasto intatto, a marcare il territorio. Davide si spoglia ogni giorno coi suo compagni, respira lo spogliatoio, sorride e soffre con loro. I simboli sono importanti, talvolta essenziali, se se ne percepisce il loro reale significato. Da lì sono voluti ripartire Pioli e suoi uomini. Tutto doveva restare tale e quale a prima.
Il Centro Sportivo - i famosi Campini - ha preso il suo nome: adesso si chiama Davide Astori e chiunque varchi quel cancello deve sapere dove si trova e quale sia il corretto atteggiamento da tenere. C’è uno stile Astori certo, fatto di valori e gesti positivi, una via di mezzo tra umiltà e determinazione. Di questo spirito è permeato il Centro in cui lavora quotidianamente la Fiorentina, i giocatori lo sentono sulla loro pelle.
Il branco viola non è più lo stesso di prima: coloro che hanno vissuto la tragedia dal vivo ne sono rimasti contaminati incontrovertibilmente. Vivono un paradosso: l’esempio di Davide, giù illuminante quando lui era tra noi, è diventato abbagliante quando ci ha salutati. Davide si è trasformato nella stella polare della Fiorentina. Il suo modello è un testimone che ogni giocatore di oggi dovrà passare nelle mani di chi arriverà dopo. E quest’ultimo farà lo stesso col suo successore e così via. Una catena indissolubile di valori di sport e di vita.
Sarà il giorno del ricordo a San Pellegrino Terme, ognuno con le proprie sensibilità e con la propria fede, di qualunque indirizzo sia. Un momento di raccoglimento interiore di fronte al sepolcro di Davide. Squadra, dirigenti, addetti ai lavori, tifosi, appassionati, fiorentini, da allora si sentono più ricchi. Davide lasciandoci questa eredità morale ci ha costretti a riflettere. C’è un sentimento trasversale che attraversa tutti gli stadi italiani e che ci aiuta capire l’unicità di Davide. Solo chi ha qualcosa di diverso e migliore dagli altri consente agli altri di avvicinarsi a lui. Reazioni spontanei e bellissime, applausi che sciolgono i cuori.
E’ un giorno particolare, emotivamente intenso, complicato per le anime viola, ma si va avanti più sicuri perché la stella polare della Fiorentina è sempre più accesa. Lasciamoci abbagliare e cerchiamo di non disperdere questo patrimonio immenso che ci ha lasciato. Ciao Davide, brilla per noi.