SOSPETTI DI FRONDA POI RIENTRATI: VERSO UN OTTOBRE DENSO PER TESTARE ANCHE KOUAME, SENNÒ A GENNAIO…. MA I DIRIGENTI?
I Venti di guerra imperversano nel mondo e voi siete ancora lì a ragionar di calcio e Fiorentina? Si, per la barba di Giosafatte, come dice Kit Carson sodale di Tex Willer, poiché se il benessere non può essere un diritto, la ricerca del benessere almeno deve esserlo e perciò proprio perché attorno è tutto un fiorire di ansie e paure, noi qui, anche se siamo padri e pensieri ne abbiamo eccome, ce la teniamo stretta questa fonte di gioie (poche) e di(tanta) distrazione, perciò continueremo a parlare e pensare in viola in attesa che il mondo rinsavisca o finisca una buona volta. E in casa gigliata, poffarbacco, temi e argomenti non mancano, mai. Dopo la figuraccia turca, Italiano prende il coraggio a due mani e ribalta la squadra lasciando i due centravanti di ruolo fuori e promuovendo il terzo, Kouamè. La squadra dà segni di ripresa, il giovanottino che è arruolato da esterno, ma si sente prima punta, gioca bene, la Viola vince e qualche nuvola scavalla l’orizzonte. Eppure.
Eppure inizia a soffiare un altro venticello noioso che sa di fronda, di ribellione; gli episodi sono due: lo strano rifiuto di Jovic ad entrare in campo al richiamo del mister e quella presenza ormai costante di Torreira, che sia in hotel con la squadra o direttamente in tribuna come domenica scorsa nonostante non sia esattamente in cima alle simpatie del presidente Commisso. Col passare del tempo si vedrà che Jovic, partito per gli impegni in nazionale, resta fuori anche con la Serbia per guai fisici, niente ammutinamento quindi, ma vero infortunio o forse testa del ragazzo che ormai è presa dal pensiero del mondiale.
Lo spuntare di voci ed episodi come questi, fastidiosi quanto altri mai per un club che ha già il suo da fare a causa di un inizio stagione complicato, ci dà modo di parlare di figure decisive per una società di calcio, quelle dei dirigenti. Di consueto l’occhio di bue è puntato sulla proprietà e sul tecnico, oltre che sui calciatori, meno, molto meno sulle figure che nel club hanno compiti importanti, di mediazione nel lavoro e di soluzione dei problemi. La Fiorentina ne ha tre apicali: Barone, Pradè e Burdisso, oltre a Ferrari (comunicazione). Ora, nella storia del calcio, e della Fiorentina, in più d’una circostanza si è dato un direttore sportivo che dinanzi ai colpi a vuoto di una squadra abbia preso a braccetto il suo
allenatore e con rispetto e savoire faire gli abbia fatto passare, sottotraccia ma nitida, un’opinione sui rapporti coi giocatori, o nello spogliatoio, perché no, magari anche un parere tecnico, e così ai giocatori una parola giusta quando serve: ‘vedi, se non giochi oggi, giocherai domani e nel caso valutiamo il tuo futuro assieme, c’è la finestra di gennaio’, trattando insomma questioni sostanziali di varia natura, da quella tattica a quella economica.
Comunicazione e mediazione, i dirigenti in una società di pallone ci stanno anche se non soprattutto per questo, e se succede che il proprietario talvolta ecceda nella verbosità per impeto di carattere, farebbe comodo che un capo della comunicazione avesse la confidenza e l’autorevolezza di dirgli con rispetto assoluto, ma con la franchezza che i potenti che sono anche lungimiranti apprezzano: ‘presidente suvvia non se la prenda in sala stampa con quel ragazzino che non ha manco trent’anni’. Aspettative non infondate, perché i nostri dirigenti son di alto livello, e alcuni di loro di notevole esperienza del mondo del calcio.
E poi, si sa che una dose di orazioni tocca a tutti, perché come diceva Marcello Marchesi nessuno è ateo in trincea. Intanto nella sosta fino al 2 ottobre la società viola e l’ambiente avranno il loro da fare per svelenire un po’ l’acqua dei pozzi. Anche perché poi il mese di ottobre sarà fitto di impegni per la
Fiorentina e le nuove soluzioni di Italiano, ivi compreso Kouamè titolare con Jovic e Cabral in panchina, avranno il loro banco di prova, che si spera positivo, anche perché viceversa la Fiorentina si troverebbe nella necessità stringente di ribaltare il reparto avanzato e trovare un nuovo centravanti che garantisca i gol che i tre attaccanti adesso in rosa non sanno portare. E comunque il mondiale arabo sarà per i tifosi viola una divertente vetrina di punte provenienti da ovunque, così di poi i dirigenti viola torneranno anche a fare il mercato, speriamo un po’ meglio di come lo hanno fatto nel tentare di sostituire Vlahovic, ad oggi non riuscendoci. Del resto non si può pensare di essere i più furbi del bigoncio, che vendono i campioni a prezzo supervalutato e ne comprano altrettanto forti a due baiocchi o persino regalati. Il più grande nemico della conoscenza non è l’ignoranza- disse Stephen Hawking- ma l’illusione della conoscenza.