SI RIPARTE, LA SFIDA ADESSO È DIMOSTRARE CHE TORINO NON È STATO UN FUOCO DI PAGLIA. BORJA REGISTA, DUSAN CENTRAVANTI: CESARE RIPARTE DALLE SUE CERTEZZE. ASPETTANDO RINFORZI
Si parte. Con il cuore ancora gonfio d’emozione per gli schiaffi a Madama, il 2021 viola comincia con un calendario ricchissimo. Bologna, Lazio, Cagliari, la coppa con l’Inter di Conte e la trasferta di Napoli: non c’è tempo da perdere, la vita è adesso e il ferro, come dice quel vecchio proverbio, va battuto quando è caldo. La sfida infatti è dimostrare a tutti che quella meraviglia di Torino non è stata un caso, che la crisi è finalmente alle spalle e che la Fiorentina brutta, ingessata, impaurita e incapace di segnare, non rendeva giustizia alle potenzialità di una squadra che non sarà da Champions, ma neppure da B.
Occhio però, non sarà semplice. Il buon senso e l’esperienza di Prandelli infatti lo hanno spinto a dire che da ora in poi tutti aspetteranno in campo la Fiorentina che ha abbattuto la Juve. La pressione insomma ci sarà e se non si è pronti per affrontarla, si rischiano altri capitomboli. Quando l’esperienza fa difetto però, la gioia e l’entusiasmo possono essere la benzina giusta per continuare ad accelerare, senza più guardarsi alle spalle, ma semmai inseguendo gli obiettivi che una piazza bellissima e innamorata come Firenze si pone da sempre. Determinata ma leggera, con l’autostima finalmente in risalita e senza troppi pesi sulle spalle: ecco come deve giocarsela la Fiorentina. Da un punto di vista tattico, Cesare andrà avanti col 3-5-2, una scelta figlia di quello che ha chiesto la squadra, della volontà di regalare certezze senza imporre stravolgimenti e che inevitabilmente peserà sul mercato. Borja, splendido con la Juve, sarà il regista. Alla sua intelligenza tattica, al suo dolce palleggio, il compito di muovere in fretta il pallone e, quando ci sarà l’opportunità, verticalizzare il più velocemente possibile verso le punte. Con Pulgar, che resta un ottimo mediano, la manovra restava troppo lenta e permetteva agli avversari di piazzarsi in difesa e non lasciare spazi. Poi c’è Vlahovic, rilanciato dai gol, dalle prestazioni e dalla fiducia di Prandelli, senza dimenticare Ribery, la cui classe resta una gioia per gli occhi, specie ora che Franck (ancora alla caccia di un gol al Franchi che non vuole arrivare) sta finalmente recuperando brillantezza fisica.
Anche qui però occhio ai facili entusiasmi: Dusan sta crescendo ma molto ancora deve fare per essere il 9 della Fiorentina (a proposito, si legge di possibili tentennamenti del ragazzo sul contratto: non scherziamo, la Fiorentina ti ha preso minorenne, ti ha cresciuto a pane e campini e messo addosso la maglia che fu di Bati. Il rinnovo, viste le premesse, è un atto dovuto), mentre su Borja va detto che la gara con la Juve è stata segnata dall’espulsione di Cuadrado. In superiorità numerica, il sindaco viola ha avuto il tempo e lo spazio per giocare la palla a piacimento, finendo per diventare il faro della partita. Non sarà sempre così, però. Già oggi infatti il Bologna, aggressivo come il carattere del suo allenatore, lo presserà e lo raddoppierà. Restare soffocati in quel traffico, è un attimo. Non a caso, Torreira resta una pista da non sottovalutare.
Sul mercato comunque il primo comandamento è chiaro come il sole. Vendere. Ventotto giocatori sono troppi (forse 29 se tornerà anche Benassi), pesano sui bilanci e sul lavoro dell’allenatore. Saponara va verso Spezia, Montiel andrà a giocare, a Eysseric sarà cercata una sistemazione. Da vedere come si evolverà il gennaio di Duncan, Pulgar e Kouame: con le offerte giuste, si potrebbe anche pensare a un addio. Poi c’è Callejon, la cui situazione imbarazza non poco. E’ arrivato come sostituto di Chiesa, con caratteristiche diverse, ma con il curriculum adatto a mettere in piedi - insieme a mago Franck - una premiata ditta dalla giocata facile. La realtà è tristemente tutta un’altra e ora che il modulo lo penalizza, la domanda è che: che fare? José naturalmente si guarderà intorno, tutti gli scenari (con mia grande sorpresa devo dire) a questo punto sono possibili. Personalmente però confido ancora nel colpo del grande giocatore. Arriverà il tempo in cui buttar dentro la qualità servirà a risolvere una partita, in cui servirà cambiare sistema di gioco in corsa: e in quel momento, c’è da crederlo, Prandelli sceglierà lui. Sulla punta, che aggiungere. Di Caicedo sappiamo, piace e costa tanto, soprattutto d’ingaggio. Come già detto nei giorni scorsi, sta nascendo sempre più solido il concetto di puntare su un attaccante più duttile, che non faccia ombra a Vlahovic ma semmai lo accompagni nella crescita. El Shaarawy è l’idea più concreta, ha voglia di tornare e sarebbe un ottimo rinforzo. Il mercato però è giovane, le possibilità saranno diverse. Quello che conta davvero intanto, è iniziare l’anno nuovo come si era finito il vecchio.
Ps: Altre due righe per scrivere anche qui che oggi per me sarà un giorno particolare. A oltre 10 anni dai Ring dei Tifosi a Canale 10, da stasera torno in tv. C’era Cesare che ci portava in Champions allora, avevo i capelli lunghi e due figli in meno. Ora però si riparte, grazie a Rtv38 per la fiducia e a tutti coloro che mi hanno scritto sui social riempiendomi d’affetto. Ah, la trasmissione, manco a dirlo, si chiama Viola. Un nome, un destino.