SERVE LO SPIRITO DI COPPA E UNO STADIO PIENO. BASILEA E INTER MERITANO COMPATTEZZA, IL CAMMINO IN CAMPIONATO ANALISI LUCIDE DA AVVIARE A FINE STAGIONE
Una sola vittoria, quella contro la Sampdoria al Franchi, poi tre pareggi e due sconfitte. Il recente cammino in campionato restituisce una Fiorentina che ha inevitabilmente pagato il peso delle sfide affrontate nelle due coppe, e più in generale favorisce una lettura più ampia del valore dell’organico (ri)costruito in estate dalla società, e plasmato da Italiano lungo l’intera stagione. Dall’ultimo successo esterno in campionato, a San Siro contro l’Inter agli inizi di aprile, la squadra viola è stata capace di guadagnarsi una finale di Coppa Italia 9 anni dopo l’ultima volta e una semifinale di Conference che tiene aperte le porte dell’atto conclusivo che si terrà a Praga, di certo un bel bottino, ma al tempo stesso ha perso punti lungo un cammino che si è fatto sempre più in salita, almeno nell’ottica di un accesso alla qualificazione in Europa da guadagnarsi attraverso il campionato.
Segno che determinate pecche continuano ancora a oggi a limitare il rendimento della squadra di Italiano, che per inciso sul fronte dell’attacco è tornato a far presente le difficoltà incontrate dall’inizio dell’anno in poi. “Con un attaccante da 20 gol sarebbe diverso” ha fatto intendere il tecnico domenica dopo lo zero a uno del Maradona, ed è un po’ un’ulteriore conferma a quanto già emerso a chiusura del mercato estivo e in sede di bilancio di quello invernale. Ma i numeri degli ultimi tempi riportano anche una fase difensiva altalenante, perché se Cabral e Jovic sono a secco dietro sono 7 i gol al passivo nelle ultime 4 sfide.
Del resto comunque s’inquadri l’annata viola resta sempre la sensazione di una coperta non sufficientemente lunga per affrontare un triplo cammino che si è rivelato di certo impegnativo. E allora più che oggi è domani che serviranno analisi critiche e riflessioni lucide. Perché già da giovedì la Fiorentina avrà bisogno di tutto il sostegno possibile per cominciare bene il doppio round con il Basilea, tornando a vestire l'abito da sera, quello delle occasioni buone che fin qui è significato continuare a correre in Conference League.
E poi perché anche a Roma in finale di Coppa Italia sarà ancora più dura affrontare l’Inter, o ancora perché il gruppo di Italiano soprattutto oggi merita comunque il maggior sostegno possibile a cominciare da giovedì quando il Franchi dovrà spingere la squadra. D'altronde non è adesso il momento dei bilanci, semmai quello della compattezza, massima, da sfoderare al cospetto di Basilea e Inter.
Solo dopo, a stagione conclusa e con l’esito finale ben chiaro in Coppa Italia e Conference League, nelle valutazioni postume la società farà bene a tenere di conto - con il massimo realismo possibile - non solo i responsi in arrivo da due coppe dove i viola hanno avuto percorsi se non proprio privilegiati comunque non così impervi, ma anche e soprattutto le risposte offerte da 38 partite di un campionato che, con tutti i difetti del caso, resta uno dei più importanti e dei più complicati del panorama europeo.