ROCCO VIOLA DI RABBIA. UN DISAGIO ACCUMULATO: GENOA, INTER E ORA JUVENTUS. IL CLUB PROTESTERÀ IN LEGA. BUONA FIORENTINA, MERITAVA UN PUNTO. IGOR, OTTIMO ESORDIO
Quando Rocco Commisso è entrato nella sala stampa dello Stadium era furibondo, in questa veste i fiorentini non lo avevano ancora conosciuto. Così lo hanno scoperto anche gli italiani. Rocco aveva gli occhi incendiari, il respiro affannato, un vulcano in piena eruzione, la rabbia una colata lavica, ma di color viola. Parole come sassi scagliati contro un arbitraggio imbarazzante e anche contro un sistema italiano del pallone che si mostra imperfetto. La frase è pesante: “Queste gare vanno in tutto il mondo, quando vedono queste porcherie cosa pensano?”.
Se volessimo fermarci alla polemica da post gara, peccheremmo di superficialità. Quello che ha detto il presidente viola è qualcosa di più ampio che riguarda l’intero movimento: fuori da confini non ci guardano sempre con ammirazione perché spesso non ci offriamo all’occhio straniero con la giusta trasparenza. Può piacere o no, ma è così. Se ne accorgono le nostri grandi squadre quando giocano in Europa, sovente non vengono trattate benissimo…
Rocco ha voluto mandare un messaggio forte per spiegare che certe direzioni di gara, imbarazzante quella di Pasqua a Torino, non portano nulla di buono, in generale.
Ora si entra in un’antica questione, molto delicata: e’ giusto oppure no che un presidente parli in questo modo finita la partita? In Italia è valso sempre il principio del silenzio assoluto in cambio della protesta vibrata al riparo delle luci. Perché si temono le vendette del Palazzo, mai vicino ai toni sparati. “Nelle sedi competenti far valere le proprie ragioni”. Questo il mantra che ci è stato insegnato molto tempo fa e che può avere probabilmente fondamenti di verità. Obiezione: è possibile tacere sempre? Ci sono eccezioni e forse quella di Torino lo è.
Primo perché c’è una comunità, quella viola, che ha necessità di sentirsi protetta, quantomeno tutelata.
Secondo: proviamo a metterci anche il vestito di chi è venuto dall’altra parte del mondo - con la fierezza di essere italiano - e che ha già investito 300 milioni, con l’intenzione di buttarne sul piatto tanti di più. Può capitare allora che a fine partita si lasci trasportare dalla collera dopo aver visto alcune cose sbagliate. Il disagio di Rocco parte da lontano: lasciando perdere il girone di andata, capitolo Napoli molto doloroso, nelle ultime tre gare con Genoa e Juve in campionato, Inter in Coppa Italia, i viola hanno subìto decisioni arbitrali penalizzanti. Questo è uno dei motivi per i quali nel post partita di ieri Rocco è tracimato. Dal suo punto vista - e non solo il suo - Commisso ha ritenuto la misura ampiamente colma.
E adesso? La società si farà sentire anche in Lega: non è escluso che produca un incartamento con i torti documentati e che esiga rispetto. Rocco Commisso è abituato a combattere quando è convinto di essere dalla parte della ragione. In America dopo aver comprato i Comos gli hanno detto che non c’erano più promozioni e retrocessioni. Lui non ha accettato l’idea e ha fatto una causa di risarcimento considerevole alla lega calcio americana. Questo per capire fino in fondo l’interlocutore con il quale il calcio italiano ha a che fare. L’uomo è tosto. Naturalmente alla fine dovrà trionfare la sintesi per il bene della Fiorentina. Rocco e il calcio italiano dovranno trovare un punto di incontro, dovranno capirsi e magari fare un bel percorso insieme. Ma il presidente viola da neofita di questo movimento, si è presentato molto bene indicando - già all’assemblea di luglio - l’idea di aprire a New York uno sportello della Lega affinché i club italiani potessero attingere alle risorse economiche di quello sconfinato e ancora inesplorato mercato. Ad oggi, purtroppo, non si hanno notizie della conclusione a buon fine di questa operazione… Eppure Commisso è stato propositivo e tempestivo.
Torniamo a Torino. La Fiorentina ha giocato una buona gara, nel solco del rinnovamento portato da Iachini. E’ stata la prima sconfitta in campionato da quando Beppe ha ereditato la panchina di Montella. E ai viola mancavano Castrovilli, Caceres e Milenkovic. Con la Juventus sulla carta era una lotta impari e invece, stando a quello a cui abbiamo assistito, un pareggio sarebbe stato un risultato equo.
Nel primo tempo i viola hanno avuto un paio di occasioni buone, Chiesa soprattutto col suo colpo di tacco, mentre una Juventus lenta di pensiero, prevedibile e sotto ritmo, è passata in vantaggio grazie ad un episodio: tiro di Pjanic, braccio di Pezzella, rigore. Prima solo un tiro di Bentancur. Nella ripresa Dalbert nell’area piccola non è riuscito a deviare un buon pallone di testa, mentre Iachini si è giocato il tridente, dentro anche Vlahovic. Benassi ha sfiorato il gol e la Juventus con Higuain ha impegnato Dragowski. Dopo è arrivato il secondo rigore che oltre ad aver scatenato l’ira dei viola, ha chiuso la partita stroncando il morale degli uomini di Iachini. Il terzo gol bianconero è stato firmato da De Ligt allo scadere. Se analizziamo le occasioni la Juventus per vincere ha fatto poco o nulla, solo un forte possesso palla, ma molto sterile. Il calcio è uno sport strano perché il 3-0 non fotografa proprio lo svolgimento della partita. Il dato positivo è che la Fiorentina può tornare rinfrancata comunque da Torino perché in condizioni “avverse” è riuscita a non smarrirsi, difendendosi bene e ripartendo altrettanto. Ma gli attaccanti viola dovranno diventare più lucidi sotto porta.
Molto bene anche Igor, uno dei nuovi acquisti. Ci è piaciuto per gioco e personalità. Sembra davvero un buon rinforzo per Iachini.
Sabato si riparte, tornerà l’Atalanta al Franchi. Com Gasperini. Settimana calda, su diversi fronti.