ROCCO AMARO: “NON POSSIAMO COMPRARE I GRANDI GIOCATORI. FATEMI ABBATTERE IL FRANCHI”. NARDELLA HA SDOGANATO CAMPI: ORA VADA AVANTI. PER IL DOPO IACHINI PIACE PETKOVIC. THIAGO SILVA COSTA TROPPO
La protesta dei tifosi della Fiorentina è arrivata perfino sulle pagine patinate della rivista Forbes che ha chiesto a Rocco cosa stesse succedendo a Firenze e Rocco, puntualmente, ha spiegato ancora una volta come stanno le cose nel pianeta viola. Mi permetto di sintetizzare così il contenuto dell’intervista: se non mi fanno costruire lo stadio non posso fare una grande Fiorentina e alla fine rischio di dover imitare Pallotta che s’è stufato e dopo sei anni ha messo in vendita la Roma. Amara realtà.
E meno male che dagli Usa ogni tanto arrivano le parole di Rocco, sinceramente siamo in astinenza, ci mancano la sua energia e il suo decisionismo. Ma intanto le parole aiutano a capire, a smentire, a dare indicazioni concrete. La grande Fiorentina?
"Non posso comprare i top player", ha detto chiaramente Rocco a Forbes, alla faccia di chi continua a far arrivare a Firenze dieci giocatori al giorno compresi Tonali (s’è accordato con l’Inter), Kumbulla (va alla Lazio) e Belotti valutato da Cairo cento milioni e per di più incedibile. Attenzione, non ha detto non voglio comprare grandi giocatori, ha detto non posso e c’è una bella differenza. Non li può comprare perché la Fiorentina fattura soltanto 93 milioni e dopo averne già spesi 70 a gennaio, capite bene che i conti del Fair play finanziario sono già in rosso. Ma neppure uno come Thiago Silva, 36 anni, può rientrare in questi parametri. Vuole dieci milioni d’ingaggio per tre anni, è un’operazione da più di cinquanta milioni, quindi, purtroppo, scordiamocela. Rischierebbe di assorbire tutto il budget possibile o quasi.
Sarà una campagna acquisti comunque importante, la squadra sarà rafforzata, ma con operazioni mirate, scambi, diritti di riscatto da esercitare negli anni, marchingegni di bilancio e forse la cessione di Chiesa dalla quale potrebbe arrivare una importante plusvalenza. Vedremo.
Comunque tutto, come sempre, ruota attorno all’aumento del fatturato, ai beni immobili e quindi allo stadio e Rocco l’ha spiegato bene ancora una volta citando l’evoluzione del business calcio nella Premier League partito proprio dagli stadi di proprietà.
"Abbattiamo il Franchi ora", è l’ennesima invocazione del presidente viola. Che poi ha aggiunto: il rischio c’è, ma il suo appello cadrà ancora una volta nel vuoto e lui lo sa benissimo, tant’è che ha deciso di puntare tutto su un nuovo stadio a Campi Bisenzio. Ce la farà?
Nell’intervista non ne parla, ma qui siamo alla cronaca di questi giorni e allora val la pena cercare di capire. Sono successi due fatti nuovi e importanti, prima la retromarcia del sindaco Nardella che con un doppio carpiato rovesciato ha aperto allo stadio fuori comune: "Non metterò i bastoni fra le ruote a Campi", la seconda l’incontro in Regione fra il sindaco Fossi e l’assessore Ceccarelli per cominciare a valutare l’iter burocratico dello stadio nella Piana. Non ci sono veti, né per l’aeroporto, né per i centri commerciali vicini. Avanti, dunque.
Molto, comunque, dipende e dipenderà ancora da Nardella sindaco della Città Metropolitana. Dopo mesi di battaglie per la Mercafir, la sterzata sul Franchi quando ha capito che non c’erano altre soluzioni, dopo parole dure sull’operato di Fossi, sullo stadio fuori dai confini “sono il sindaco di Firenze e devo fare gli interessi dei fiorentini”, mesi di parole e illusioni sulle possibilità di avere via libera da Roma che non arriverà, Nardella è stato folgorato sulla via di Campi. Cosa è successo per fargli cambiare idea? Non credo andasse all’Asmana. Volendo malignare, credo che abbia inciso fortemente la manifestazione dei tifosi viola e l’eco mediatico (negativo per lui) che ha avuto.
Il sindaco prima ha cercato di strumentalizzare il corteo “lo fanno per il Franchi”, poi dopo essere stato smentito dai tifosi con gli striscioni e dai capi della tifoseria con una netta presa di posizione “siamo per lo stadio nuovo ovunque si faccia”, Nardella si è riposizionato. E’ mancato soltanto un hashtag “Io sto con tutti” e poi saremmo stati al completo.
Ecco le sue parole: “Non ci sono veti per valutare in modo serio anche un progetto fuori dal comune”. E ancora: “E’ sbagliato criticare a priori l’idea di uno stadio fuori”. Peccato l’abbia duramente criticata lui fino a pochi giorni fa, ma la faccia di bronzo in politica è in dotazione. E infine sempre Nardella: “Chi pensa che io voglia mettere i bastoni fra le ruote sbaglia”.
Un trionfo, almeno per me che ho sempre sostenuto queste cose. Dico per l’ennesima volta alle amministrazioni e agli enti interessati: sedetevi attorno a un tavolo e valutate fino in fondo senza pregiudiziali il futuro della Piana. Se davvero Nardella non vuole ostacolare Campi, lo dovrà dimostrare in fretta convocando la Città Metropolitana come hanno già chiesto diversi sindaci, ultimo ieri quello Lorenzo Falchi, sindaco di Sesto.
Alle parole di Nardella ora devono seguire fatti rapidi, solo così si potrà sconfiggere la burocrazia e capire se è sincero. E il Franchi? La giravolta di Nardella su Campi deve avere anche una matrice romana, devono avergli detto (come avevamo anticipato) che il decreto semplificazioni varrà per tutti, quindi agevolerà anche Campi, e non arriverà mai l’ok per abbattere il Franchi. Aspettiamo fiduciosi.
Parlando finalmente anche un po’ di calcio, il deludente pareggio con il Brescia ha rimesso in moto vecchi cattivi pensieri sul valore di questa rosa e di questo gioco. Anche Rocco non è soddisfatto, oltre alla salvezza vuole giustamente di più da tutti e, mi perdonerà Iachini, non credo ci sia qualcuno disposto a scommettere un centesimo sulla conferma dell’allenatore viola. Frasi, mezze frasi, facce e il linguaggio del corpo, portano ad altre soluzioni. Come vi abbiamo già scritto, non era De Zerbi e non è Liverani l’obiettivo, tanto vale tenere Iachini. Si cerca un profilo più alto, possibilmente internazionale. Blanc piace, Emery è dura, nella lista mettete pure Petkovic che però allena anche la Svizzera. Si può fare? Ultime settimane di riflessione, una decisione andrà presa al più presto per far partire decisamente il mercato ora a livello di sondaggi e di ipotesi di lavoro.
Si aspetta Rocco che contava di tornare fra una settimana, a inizio luglio. I vecchi protocolli del Coronavirus da e per gli Usa scadono il 30 giugno, c’è ora da capire se saranno confermati, ammorbiditi a addirittura inaspriti come sembrava di capire ieri. Nelle prossime ore avremo maggiori certezze, ma Rocco scalpita e appena ci sarà la possibilità salirà sul suo aereo privato per riabbracciare Firenze e i fiorentini.