PIATEK, ORA CON PRANDELLI SI PUÒ FARE. PIÙ DIFFICILE CONVINCERE MILIK, MA LA FIORENTINA È PRONTA. ROCCO VUOL RITROVARE ENTUSIASMO. CESARE, BUON IMPATTO SUL GRUPPO. TANTO LAVORO DA FARE
L’entusiasmo e l’energia del Prandelli-bis di sicuro sono un buon carburante per far ripartire la Fiorentina, ma nessuno si illuda che i problemi possano essere risolti subito, con un colpo di quella bacchetta magica che nel calcio non esiste. L’allenatore è carico, convinto di poter fare bene, ma c’è tanto da fare. Da subito Cesare sta lavorando intensamente su due aspetti fondamentali, quelli psicologico e fisico, quello tattico verrà appresso. Questa è una buona squadra, ne è convinto anche il tecnico, ma è evidente che qualcosa non abbia funzionato al di là del calcio antico di Iachini. Proprio per capire come e dove intervenire, il team di Prandelli sta lavorando duramente. A proposito, buon lavoro a Marco Donadel ultimo entrato nel gruppo di Cesare, era un punto di riferimento in campo, sarà un collaboratore prezioso.
Tornando alle cose da fare subito, saranno di sicuro analizzati i parametri atletici per capire il rendimento troppo altalenante di tanti giocatori. Abbiamo visto partenze fulminee che durano poco, scarsa intensità di base, troppi momenti di fiacca durante la gara. Ma anche l’aspetto psicologico sarà di sicuro valutato. Giocare senza pubblico può aiutare alcuni giocatori, ma può essere anche penalizzante per la mancanza di spinta e adrenalina. Questa adrenalina ognuno dovrà cercarla e trovarla dentro di sé.
E’ evidente però, che questa squadra ha bisogno di trovare certezze anche dal punto di vista tattico e qui il discorso è più lungo. Ovvio che Prandelli stia già parlando delle sue idee, ma non mi aspetto rivoluzioni immediate che andrebbero a confondere ancora di più il gruppo, piuttosto penso a correttivi più lenti. E’ vero che Prandelli ha davanti più di dieci giorni prima del Benevento, ma la sosta di campionato ha comunque portato via diversi nazionali-titolari. Di sicuro avrà già cominciato a impostare il lavoro sulla difesa a quattro e su altri principi, ma avrà bisogno di un po’ tempo in più per risolvere i problemi, cambiare mentalità e varare la sua Fiorentina.
A proposito di problemi, uno evidente è il gol, l’attaccante che non c’è. Cosa pensa Prandelli? Chi giocherà titolare?
L’ha detto chiaramente e lo avevamo già previsto ricordando il Genoa, per lui Kouamè non è un centroavanti, ma una seconda punta o attaccante esterno, quindi non lo rivedremo in balia delle difese. Restano quindi in ballottaggio per una maglia da centroavanti Cutrone e Vlahovic. L’allenatore ha studiato bene entrambi, le caratteristiche sono chiare, ma se lo conosciamo bene, eviterà accuratamente gli equivoci. Come detto, questa squadra ha bisogno di certezze e i giocatori devono sapere cosa ha in testa l’allenatore. Mi aspetto un titolare al quale sarà concessa fiducia per almeno quattro-cinque partite, mentre l’escluso dovrà dimostrare all’allenatore che ha sbagliato mettendolo in difficoltà durante la settimana. I giocatori non sopportano gli esperimenti e per crescere devono sentire la fiducia e sentirsi in competizione. Riuscirà Cesare a far maturare Vlahovic e far crescere Cutrone?
E’ un obiettivo, quando Rocco ha parlato di valorizzazione della rosa voleva dire anche questo. L’interrogativo però insiste e persiste e qui siamo alla squadra incompleta consegnata anche a Iachini.
L’allenatore esonerato non si è evoluto di suo, anzi, s’è incartato, ma un centravanti pronto non glielo hanno comprato. Lo compreranno a Prandelli?
Possibile. Probabile. Come ricorderete, in estate non ci furono le condizioni per portare a Firenze Piatek, ma neppure Milik nelle ultime ore di mercato. E se Milik è destinato a rimanere ancora un sogno per le sue ambizioni (ha rifiutato anche la Roma) e la richiesta d’ingaggio (cinque milioni), per Piatek si può tornare a parlarne.
In estate c’era già l’accordo con il giocatore, ma l’operazione sfumò perché l’Hertha non ha mai accettato il prestito con diritto di riscatto. I tedeschi hanno pagato per Piatek ventiquattro milioni al Milan appena pochi mesi fa e ventiquattro milioni volevano recuperare. Nel frattempo però la serie negativa del giocatore della scorsa stagione è addirittura peggiorata. Dopo l’esonero di Klinsmann Piatek ha perso continuità di rendimento e di gol. In questo campionato è stato sempre sostituito fino a diventare riserva ed ha segnato soltanto un gol. Di questo passo la valutazione è destinata a scendere sempre di più, oggi non vale davvero la cifra investita, e l’unica strada per l’Hertha potrebbe diventare quella di provare a rilanciare il polacco mandandolo a giocare nel posto che lui desidera (Firenze) per di più dove ora c’è l’allenatore con il quale a Genova si è trovato bene, vale a dire Prandelli. Come abbiamo sottolineato a caldo, subito dopo l’annuncio del Prandelli-bis, Piatek è stato uno dei primi a fargli fli auguri. Un caso? Sicuramente no, piuttosto un segnale.
Ma la Fiorentina i segnali è pronta a coglierli. Rocco vuole uscire da questa negatività, sa benissimo che i risultati deludenti (sono buono) della squadra incidono su tutto e tutti, provocano irritazione, scontentezza, critiche e tolgono entusiasmo a una città intera, quindi spera in un rapido cambio di tendenza. Se Prandelli dovesse riuscire a invertire la rotta come tutti ci auguriamo, se la Fiorentina tornerà a essere squadra, nel mercato di gennaio qualche intervento ci sarà. Del resto se fino alle ultime ore di mercato Pradè si è guardato intorno, ha cercato perfino di fare il colpo Milik che sapeva essere una mission impossible, a gennaio il discorso può essere ripreso.
Comunque vadano le cose, calcisticamente è più logico mandare a giocare uno dei due giovani (Cutrone ha un diritto di riscatto) e prendere un attaccante più esperto.
Nella conferenza di presentazione Prandelli si è limitato a far capire che per lui i giocatori oggi in rosa sono i migliori possibili (logico), ma sa anche lui che eventualmente Rocco sarà pronto a fare qualcosa se ritroverà la felicità perduta. E’ vero che attorno a questo campionato aleggiano troppe incognite, il maledetto Covid condiziona la vita di tutti e anche quella del pallone, la vicenda stadio è ancora in sospeso, i fatturati calano, ma da questa situazione negativa Rocco vuole uscire in fretta.
Tornando a Prandelli, rivedere un volto amico, l’allenatore di anni belli, di soddisfazioni sportive e di sogni, intanto ha immediatamente riacceso la speranza in una Fiorentina migliore. I sondaggi sul gradimento dell’allenatore sono da votazione bulgara, sfiora il novanta per cento dei consensi e questo sarà una spinta in più per aiutare a portare i Viola fuori dal guado.
Prandelli è un uomo di calcio saggio ed esperto e un comunicatore navigato, oltre a lavorare sulla squadra, siamo sicuri che porterà anche all’interno della Fiorentina società molte cose di calcio che sono mancate. Spero soprattutto che il confronto con Rocco serva a far capire al presidente che il calcio in Italia non è il calcio dei Cosmos e dopo troppe scelte sbagliate, si imbocchi una strada nuova. Non si vive solo di uno stupendo Viola Park, ma anche e soprattutto di risultati. O se vuole, come disse un celebre democristiano, le due cose siano almeno convergenze parallele…