PERDERE COSI’ FA MALE, MA LA FIORENTINA ADESSO È UNA SQUADRA. RIBERY È UN INNO ALLA GIOIA, CHIESA DA APPLAUSI (NONOSTANTE LA JUVE), VLAHOVIC INVECE E’ IN CRISI PROFONDA: SUL MERCATO SERVONO GOL. E UN DIFENSORE IN PIU’

27.09.2020 00:00 di  Leonardo Bardazzi   vedi letture
PERDERE COSI’ FA MALE, MA LA FIORENTINA ADESSO È UNA SQUADRA. RIBERY È UN INNO ALLA GIOIA, CHIESA DA APPLAUSI (NONOSTANTE LA JUVE), VLAHOVIC INVECE E’ IN CRISI PROFONDA: SUL MERCATO SERVONO GOL. E UN DIFENSORE IN PIU’

Brucia. Brucia tanto. Perdere così fa male, perché il risultato è bugiardo e perché la Fiorentina a San Siro ha dimostrato di essere una squadra. Organizzata, tenace, convinta e trascinata dalla classe immensa di Franck Ribery, la squadra di Iachini ha giocato alla pari contro una delle favoritissime per la vittoria finale: queste sono le basi per pensare a un campionato importante, per crescere, per pensare che sì, stavolta davvero, la Fiorentina stia costruendo il suo futuro. “Quest’anno faremo rumore”, ha detto Commisso nel dopo partita, come a dire che l’amarezza c’è, ma l’orgoglio di aver visto la squadra giocare così al Meazza, non si cancella con un gol al 90’. 

Sarebbe più facile, semmai, fare rumore con un centravanti che segna. Vlahovic invece è l’emblema di questa sconfitta beffarda. E’ entrato come peggio non si poteva, moscio e con poca concentrazione, e ha finito per cancellare l’ennesima giocata sontuosa di FR7. Non basta però, perché lo sciagurato Dusan si è fatto saltare in testa anche da D’Ambrosio, in quello che è diventato il gol partita interista. A fine partita se n’è andato a testa bassa, da solo, pensando ai danni fatti. La Fiorentina punta su di lui, ma in questo momento sembra che sia Vlahovic a non credere in se stesso. Forse sta vivendo male la panchina, forse con il 9 sulle spalle e il nuovo contratto già pronto, pensava di avere la maglia sicura. Ha vent’anni e va capito, la maturità, ancora, non può essere il suo forte. Certi schiaffi però devono servire da lezione. Perché Vlahovic è giovane, ma certi treni non passano tutti i giorni. Il mercato comunque è ancora aperto e come dice Rocco, nell’ultima settimana può succedere di tutto. Una punta forte, di sicuro, aumenterebbe di parecchio la chances viola di essere protagonisti. 

Male anche la difesa, orfana di Pezzella e quindi delle solite certezze. Senza il capitano si crea un vuoto enorme, perché Ceccherini non può essere la prima alternativa ai titolari. Eccessivo anche Caceres, troppo spesso propenso a cercare l’anticipo (l’1-1 di Lautaro nasce da un suo svarione) anche quando bastava tenere la posizione. Detto che i gol sbagliati pesano (anche Kouame è bravo ma leggerino) e che Pradé deve prendere un difensore forte, la prestazione resta.

Ribery è l’Inno alla gioia viola e Chiesa, se gioca così, è un valore aggiunto. Fede ha corso come un terzino, ha salvato un paio di situazioni delicate e si è riproposto con la forza dei bei tempi. Il gol è merito della genialità di Franck, ma la corsa a tutto campo di Chiesa merita comunque un applauso. Peccato per quel piccolo fastidio che lo ha messo fuori causa nel finale: con lui in campo, forse, la Fiorentina si sarebbe schiacciata meno. Il pensiero di perderlo comunque c’è. La Juve sta preparando l’assalto finale, se riuscirà a cedere Douglas Costa, chiamerà subito Firenze. L’offerta non sarà sul livello di quella dell’anno scorso, possibile si parta da un prestito oneroso con obbligo di riscatto. Ci sarà da battagliare. La volontà di Chiesa è chiara da tempo, ma in caso di addio, un minuto dopo la Fiorentina dovrà portarsi a casa un’alternativa all’altezza. 

Grande ieri anche Drago, così come Castrovilli, sufficiente invece Amrabat, sempre ordinato ma costretto a non passare mai la metà campo nel nome dell’equilibrio tattico: siamo sicuri che sia quello il ruolo che lo esalta? Un applauso infine, un altro dopo quello della settimana scorsa, a Beppe Iachini. La partita era stata preparata benissimo, i dettagli hanno fatto la differenza, così come i cambi milionari dell’Inter (Sanchez, Hakimi, Vidal, Naingollan…).

Essere delusi è il minimo, ma se pensiamo a come la Fiorentina affrontò la partita di Milano appena qualche settimana fa, c’è da essere fiduciosi. Venerdì arriva la Samp, in mezzo altri giorni infuocati di mercato. Con una vittoria, e magari un rinforzo in più, si potrà digerire anche l’ovosodo di San Siro. E ricominciare a fare rumore.