PARTITA BUTTATA, BASTAVA POCO. NAPOLI AL MINIMO, PICCOLA FIORENTINA. I VIOLA ORA PUNTANO TUTTO SUL BASILEA, TORNERANNO VOGLIA E DETERMINAZIONE. E’ IL MOMENTO DI SCRIVERE LA STORIA
Partiamo dal colore: uno stadio incredibile, via di mezzo tra musica e calcio. Decibel altissimi, clima sudamericano in salsa argentina, azzurro ovunque, famiglie intere allo stadio e bambini che ballavano sui gradoni. Napoli aspettava questo scudetto da 33 anni e se lo sta godendo al massimo. Dopo la partita è arriva la notte di San Silvestro, tanti erano i botti che esplodevano. La gente si è riversata nei dintorni del Maradona a piedi, in scooter, a bordo di macchine create apposta per questa sorta di sfilata dai toni carnascialeschi. Ecco, un carnevale con tanto di carri. Sui volti dei napoletani una gioia incontenibile, fa far invidia. Chi era lì ha pensato: “Ma a Firenze accadrà mai? Tornerà uno scudetto? E cosa sarebbe capace di fare la città?”. Firenze merita tutto questo e sarebbe pronta a festeggiarlo con la sua originalità. Perché quando attendi il tricolore da una vita poi quando si materializza perdi il senso della realtà.
Vabbè, lasciamo stare i sogni perché poi alla fine ci restiamo male.
La descrizione dello scenario di ieri serve a spiegare che non era facile per la Fiorentina o qualunque altra squadra giocare in quelle condizioni. Un po’ perché rischiavi di subire una sorta di fascinazione e un po’ perché avere uno stadio contro non è mai semplice. Ma la Fiorentina si è comportata con grade fair play perché all’ingresso in campo si è schierata su due cordoni, all’uscita del tunnel, per fare il ‘pasillo’, cioè l’omaggio al vincitore.
La partita non è stata granché e c’era da aspettarselo. Il Napoli da qualche settimana è meno brillante e dopo il trionfo matematico della vittoria del campionato, fatalmente ha allentato la presa. Non si ricordano parate di Terracciano al netto del primo rigore neutralizzato a Oshimen. Insomma, il Napoli ha fatto pochissimo per battere la Fiorentina: gli è servito il secondo penalty, gentile concessione di Gonzalez, il peggiore tra i viola. Stavolta Oshimen non ha fallito. Un Napoli così poteva valere un punto se non tre per i viola, ma la Fiorentina è stata piccola e ha buttato via la partita. Jovic ha giocato un buon primo tempo ed è scomparso nella ripresa: si è visto solo alla fine quando ha servito un pallone gustoso a Kouame, ma l’ivoriano ha sprecato la chance. Jovic in avvio ha fatto due buoni colpi di testa con Gollini protagonista e poi un tiro respinto dall’ex portiere viola. Sottil non ha convinto, mentre Dodò è uscito per motivi precauzionali. Il brasiliano aveva fatto qualcosa di buono, ma su spunto personale perché la Fiorentina giocava sempre sulla sinistra e quasi nulla a destra. Duncan, invece, ha disputato una buona gara. Non si può dire lo stesso di Amarabat, evanescente e di nuovo ingenuo in area, suo il fallo del primo rigore (su Lobotka).
Nella ripresa la Fiorentina ha smesso di produrre anche quel poco che aveva fatto nella prima frazione. Non è mai stata convinta ieri di potercela fare. Quantomeno questa è la sensazione che ha fatto provare a chi era in tribuna.
Niente di male, può succedere, la partita che conta è quella di giovedì. Ora i viola puntano tutto sul Basilea, superarlo significa andare a Praga il 7 giugno.
Siamo certi che magicamente giovedì sera rivedremo voglia e determinazione nei viola, accettiamo scommesse. La coppa fa miracoli. Le motivazioni rispuntano come funghi.
Sarà decisivo, però, non farsi travolgere dal desiderio di strafare perché potrebbero esserci controindicazioni pesanti. E comunque il 18 maggio ci sarà il ritorno. Testa, cuore e gambe. Questa è la ricetta.
Abbiamo parlato del Napoli che ha fatto un risultato eccezionale, ma anche la Fiorentina in questa stagione può scrivere la storia. Vincendo un trofeo, magari due. E intanto, però, guadagnando un’altra finale, avrebbe già un verdetto fantastico.
Il Franchi farà il resto. Firenze prenderà per mano la sua squadra e la aiuterà a superare questo nuovo ostacolo. Nell’aria c’è profumo delle grandi sfide, si mescola a quello della primavera. E’ tutto molto bello.