ORA TOCCA A ROCCO: MERCATO SUBITO E POI UN PROGETTO DI CALCIO VERO PER IL FUTURO. ATALANTA, OK PER IL PAPU. ESTERNO E REGISTA. FRANCHI PUBBLICO? ALLA FIORENTINA SERVE LO STADIO DI PROPRIETA’ PER IL FATTURATO
Il momento è delicatissimo e il silenzio di Rocco Commisso la dice lunga.
Che fare? Dove andare?
Sono domande retoriche, ma ieri interrogativi simili devono essere frullati molte volte nella testa di questo magnate italo-americano sbarcato a Firenze con tanto entusiasmo diciannove mesi fa e adesso finito dentro un frullatore chiamato calcio. Rocco si sarà chiesto almeno una volta “Chi me l’ha fatto fare?”. Non lo so, ma non sarebbe strano.
Nel giro di poche ore, come se non bastasse il no del ministero alla demolizione del Franchi, è arrivata anche la batosta di Napoli, una delle più cocenti della storia della Fiorentina. E adesso?
Ieri Commisso si è concesso una lunga riflessione, non è andato neppure a seguire l’allenamento, e se il problema infrastrutture è il più complesso e ha tempi diversi, l’allarme classifica è tornato a suonare molto forte e va affrontato subito.
Per fortuna il presidente è in Italia, serviranno incontri serrati, dei faccia a faccia, ci sarà da capire una volta per tutte cos’è il “baco” che si annida nello spogliatoio della Fiorentina che ha divorato due allenatori e il terzo è in difficoltà, e sta trasformando buoni giocatori in una banda di mediocri. Commisso dovrà chiedere spiegazioni ai suoi manager, è il momento di mettere tutti i problemi sul tavolo perché nasconderli e nascondersi sotto la sabbia non serve a niente. E Rocco, mi consenta direbbe qualcun altro, dovrebbe sforzarsi di capire cos’è il calcio. Creare una famiglia non funziona, essere buonisti neppure, il pallone è fatto da professionisti strapagati ai quali si devono imporre regole che vanno rispettate e si deve presentare il conto se le cose non vanno.
E poi, appena passerà questo momento, perché sono sicuro che passerà, mi consenta ancora dottor Commisso, dopo due stagioni passate con la paura di retrocedere, si dovrà fare il prima possibile un progetto calcistico nuovo e in linea con le sue ambizioni e le aspettative di Firenze. Ripeto oggi le cose che avevo sperato il primo giorno del suo arrivo. Speravo che lei rifondasse profondamente la società comprata dai Della Valle al quint’ultimo posto, andasse a prendere dei Numeri Uno da inserire in tutti i comparti operativi, soprattutto quelli tecnici e comunicativi. Speravo che organizzasse una società moderna, dinamica, determinata, simile alla sua voglia di fare grandi cose come dimostrato in Mediacom. Nel calcio prima viene la società forte, da una società forte nascono le squadre forti, il processo contrario non funziona. Lei ha preferito battere altre strade, purtroppo mi sembra che siano tutte in salita.
Per immettere dei Numeri Uno c’è sempre tempo e spero abbia voglia di farlo, ma poi bisogna avviare un progetto calcistico, pensare a che tipo di calcio si vuole fare, va scelto l’allenatore e in base all’allenatore va fatta la squadra. Per tempo, con programmazione e con idee chiare. In genere il buon calcio si fa così.
Per l’immediato, però, c’è da salvare la stagione prima possibile, serve qualche innesto. E’ evidente che ci sono in rosa dei giocatori che non stanno rendendo, è altrettanto chiaro che ci sono lacune in organico ormai da troppo tempo, come quella dell’attaccante.
Prandelli ha fatto capire che gli servirebbe anche un esterno più offensivo adatto al 3-5-2. Nelle prossime ore dovrebbe esserci un confronto con l’allenatore e il comparto tecnico, non fare mercato potrebbe portare a ulteriori rischi vista la classifica corta e le tante squadre invischiate. Sabato sera, tanto per tornare al dopo sei a zero, al Franchi ci sarà il Crotone e c’è solo un risultato possibile: la vittoria.
Saprà reagire questa squadra strapazzata dal Napoli e col morale a pezzi? Dovrà reagire.
Ma parallelamente al ds Pradè va dato il mandato per portare a casa almeno un paio di giocatori. Io prenderei anche un regista, ma non faccio testo, sono altri quelli che sanno di calcio. Servono un attaccante e un esterno, l’abbiamo già detto. Speriamo che l’attaccante arrivi prima possibile, per chi non lo sapesse soltanto il Parma segna meno della Fiorentina. E il solo Vlahovic non può più bastare. A maggior ragione se pensate all’evidente difficoltà di Ribery, ancora a secco di gol, che quasi sicuramente a fine stagione lascerà Firenze, se non il calcio. Chi prendere?
I nomi che girano sono tanti, ma se non si risolvono i problemi nel gruppo, se non si chiariscono i problemi, c’è il rischio che anche i nuovi arrivi facciano la figura di questi. Comunque non si è ancora stretto attorno a nessun nome. Si farà dopo il vertice con l’allenatore. Per l’esterno destro, come vi avevamo anticipato, Andrea Conti è stato mollato e andrà al Parma. C’era l’accordo con il giocatore, ma il Milan voleva l’obbligo di riscatto. La Fiorentina non s’è fidata di prendere a scatola chiusa un ragazzo che è stato fermo due anni per infortunio, voleva il prestito con diritto e ha lasciato perdere. Adesso? Dipenderà dal budget a disposizione, non sarà facile.
Poi aleggia sempre la storia Papu Gomez. Ci sono chances?
L’Atalanta ha dato l’ok all’operazione. Il presidente Percassi, giustamente, non vuole cedere Gomez a squadre come Inter e Milan, ma anche Juve, tutte concorrenti dell’Atalanta per un posto in Champions, mentre la Fiorentina andrebbe benissimo, società importante, proprietà solida e con voglia di rilanciare. Il giocatore invece ha grandi ambizioni, vuole aspettare qualcosa di diverso, anche dall’estero. Vediamo cosa succederà, saranno decisive le ultime ore di mercato.
Per il regista molti continuano a insistere su Torreira. Fino a poche ore fa non sembrava un’operazione fattibile per l’ingaggio del giocatore (più di tre milioni) e la concorrenza internazionale molto forte. Ammesso e non concesso che l’Atletico lo molli. Il mio commento? Magari lo prendessero.
Prandelli aspetta, è vero che è giusto fare con i giocatori a disposizione, ma forze fresche servono.
A proposito di allenatore, penso che a Napoli abbia schierato una squadra troppo offensiva in base al valore dell’avversario, non è ancora guarita questa Fiorentina. Conviene continuare a giocare un calcio “pane e salame” per arrivare prima possibile alla quota salvezza. Ma Prandelli ha colpe relative. Sapeva delle difficoltà, ha accettato di prendere una squadra in corsa (non è la sua specialità) anche per amore verso la città, i tifosi e il colore viola, si sapeva benissimo che sarebbe stata un’altra stagione di sofferenza. Una squadra, fra l’altro, costruita con le idee di un altro allenatore.
Dunque, aspettiamo il mercato anche per capire cosa vuol fare Rocco del presente e del futuro. Non sembra uno che molli tanto facilmente, è un orgoglioso lottatore e crediamo che abbia ancora voglia di combattere per lo stadio nuovo e per fare una grande Fiorentina, ma è davvero così? O gli ultimi contraccolpi lo stanno facendo vacillare? In sostanza: ha ancora voglia di investire o no? Il mercato, appunto, ci darà indicazioni.
Certamente la vicenda stadio è inquietante anche perché gli sono state proposte due soluzioni (Mercafir e Franchi) con criticità già note e difficilmente superabili. Si sono persi venti mesi e siamo di nuovo al via.
Vale la pena di ripetere ancora una volta che senza lo stadio di proprietà con annessi immobiliari, non si aumenta il fatturato e senza fatturato la Fiorentina è destinata a vivacchiare? Qualcuno non l’ha ancora capito o fa finta di non capire. Non permettere a Rocco di investire, non aiutarlo a trovare una soluzione percorribile sarebbe un errore imperdonabile. Ma lui ha ancora voglia di lottare per Campi o per qualche altra ipotesi?
Anche queste sono domande che aspettano risposte.
Nel frattempo, dopo le linee dettate dal ministero, la delibera e la conseguente rinuncia al restauro da parte della Fiorentina, il sindaco Nardella ha immediatamente rilanciato e annunciato che il Franchi sarà comunque restaurato dal comune con un concorso di idee aperto a archistar internazionali. Benissimo. Come opporsi a un’idea del genere? Siamo per il fare, per il modernizzare, il razionalizzare, tutto quello che viene per migliorare la città e investire sia benedetto.
Però, c’è qualche però. Intanto non ho capito come si potrà fare un restauro così importante senza spendere un euro della collettività, ma questo sicuramente è un problema mio.
In seconda battuta, il restauro del Franchi come lo prospetta il sindaco, è destinato a migliorare il quartiere, restituirà uno stadio vivibile e moderno alla città e ai tifosi, tutte cose altamente positive, ma non credo possano cambiare il futuro della Fiorentina, come ricordato poco sopra. Che poi, questo, è il tema vero. L’unico.
Ben vengano gli stadi pubblici moderni, civili e restaurati, ma non risolvono il problema delle società di calcio. Non a caso si parla di stadi di proprietà. Perché?
Perché per le società di calcio lo stadio di proprietà è il posto dove giochi (ovvio), ma soprattutto diventa un volano per aumentare il fatturato e quindi investire sul mercato per fare squadre più forti. Lo stadio di proprietà è anche un bene immobiliare da mettere a bilancio e poi nei progetti di costruzione ex novo (ricordate le cubature alla Mercafir?) o anche nei restauri profondi, sono previsti molti insediamenti collaterali per realizzare centri commerciali, alberghi, musei e altre opere, capaci di dare corposi ritorni e quindi arricchire le società. Con il Franchi restaurato dal comune, il problema fatturato si riproporrebbe pari pari.
Lo dimostra il fatto che nel passato sia lo stesso Nardella, ma anche Renzi prima di lui, non avevano prospettato ai Della Valle e dopo a Commisso, il restauro del Franchi, ma avevano puntato decisamente su uno stadio nuovo per i motivi che ho appena scritto. Come mai nel 2017 nella sala d’Arme di Palazzo Vecchio il sindaco Nardella ha presentato il plastico della Mercafir in pompa magna senza parlare di un Franchi da restaurare mentre già cadeva a pezzi? Perché sa e sapeva allora, che restaurare il Franchi così com’è non è un business per il calcio.
Se poi lui come sindaco trova i soldi fa bene a rifarlo per il quartiere Campi di Marte e per il valore architettonico in questione tutelato dalla Sovraintendenza, ma è logico pensare che difficilmente una soluzione del genere potrà essere accolta da Rocco Commisso con entusiasmo.
E se poi, aggiungo, il proprietario della Fiorentina decidesse di andare avanti con Campi o trovasse un’altra area, chi giocherebbe nel Franchi restaurato?
Questa idea del sindaco, insomma, la vedo come una risposta di pancia al no di Rocco e una sorta di fuga in avanti. Non faccio il politico o l’amministratore, ma pensando all’oggi e al domani del nostro territorio e di un quartiere già compresso come Campo di Marte, ma anche alla città metropolitana, l’ideale sarebbe costruire uno stadio nuovo, bellissimo e modernissimo, anche fuori dal comune, dove possibile, e pensare parallelamente al restauro di un Franchi da destinare ad un utilizzo diverso tramite un concorso di idee.
E comunque sarebbe democratico aprire un dibattito e valutare una roba del genere con la Regione, tutti i sindaci dell’area metropolitana e magari anche con i cittadini. Con la Mercafir non è andata benissimo, con il Franchi a Commisso neppure, buona la terza?
Vedremo…