NON C'È PEGGIOR SORDO DI CHI NON VUOL SENTIRE
Avevo esordito, nel mio commento della scorsa settimana, sperando di non essere frainteso riguardo all'accostamento fra Pato e Jovetic. Purtroppo non c'e peggior sordo di chi non vuol sentire e se comprendo i tifosi, che ovviamente tendono a vedere il proprio bicchiere sempre mezzo pieno, comprendo molto meno certi autorevoli, e meno autorevoli commentatori che si esprimono continuamente, parlando di Fiorentina, utilizzando la prima persona plurale. Ribadisco che il paragone fra Pato e Jo-Jo a mio avviso è lusinghiero per quest'ultimo (questa e' un'opinione personale), essendo Pato uno dei migliori cannonieri del campionato considerando il rapporto fra gol fatti e minuti giocati (questo e' un fatto). Purtroppo pero' Pato e' spessissimo infortunato mentre Jovetic, al momento, ha una media di uno stop per problemi fisici ogni quattro gare (anche questo e' un fatto). Mi ha incuriosito la vicenda, esposta da Montella, e non ripresa da nessuno (ma con la prima persona plurale domande e analisi non vengono bene) relativa all'inesperienza di un dottore o, piu in generale, dello staff medico viola. Mi sarei aspettato un approfondimento, invece niente, a parte il solito bollettino ufficiale e una visita in Germania a cui Jovetic si e' sottoposto accompagnato dal medico generico della societa' e coronato con la convocazione di Jo-Jo per Roma. Sono curioso di verificare, dai minuti che Jovetic giocherà questa sera se si tratta di una convocazione a beneficio dei media, così da anestetizzare ogni polemica o domanda (ma non ci sarebbero comunque state nè le une nè le altre), un modo cioè per far che credere che tutto sia a posto, oppure se il giocatore e' pronto sul serio. In ogni caso il tema di come venga gestito e debba essere gestito il miglior giocatore della Fiorentina, un capitale che nel prossimo mercato potrebbe portare nelle casse viola ben 30 milioni è determinante per le strategie future e, tale gestione, non puo' essere sbagliata, per non arrecare un danno enorme al club. Veniamo adesso alla gara, di cui parlerò attraverso qualche considerazione su alcuni dei protagonisti e non prima di aver ribadito come sia convinto del fatto che la Fiorentina non sbaglierà match e creerà tanti problemi ai giallorossi. Iniziamo da Viviano, che abbino a Goigoetchea e Stekelenburg. Viviano chiede, essendo tifoso viola, di non essere giudicato troppo severamente e vorrebbe che le sue prestazioni fossero analizzate solo tecnicamente. Giustissimo ma non credo si cambierebbe con l'incertezza con cui sono costretti a convivere i suoi due colleghi, sempre messi in discussione, sempre sotto esame, sempre costretti agli straordinari ed esposti ai rischi che il calcio di Zeman comporta. Riguardo alle prestazioni di Viviano penso invece che lui abbia assolutamente ragione nel ritenere che in pochi siano davvero in grado di capire se para bene o para male (troppo specifico il ruolo) ma continuo a pensare che a Milano contro il Milan, contro l'Atalanta e anche a Napoli avrebbe potuto fare di più. E penso che possa avere sbagliato anche contro la Samp su quella respinta. Pochi errori quindi, a cui aggiungo un sensazione di insicurezza che mi lascia quando la palla arriva in area dai lati, bassa o a mezza altezza. Trovo invece che Viviano dia sicurezza sulle prese alte e, per me, a Genova ha giocato la sua miglior partita. Capitolo Zeman. Ho pensato anch'io che un anno di Zeman sarebbe stato ciò che ci voleva a Firenze ma mi sbagliavo. A Firenze ci vogliono molti anni di Montella e devo dire che Zeman, a Roma, mi sta deludendo. Sia tatticamente, perché questa non sembra proprio una sua squadra, a partire dalla posizione di Totti, sia per l'atteggiamento fuori dal campo, il prendersela con De Rossi, il voler sempre avere l'ultima parola, quasi come se, ripresosi una ribalta che gli fu ingiustamente tolta dalle manovre di loschi figuri, voglia per forza recuperare il tempo perduto. Mi sembra, Zeman, un po' schiavo del proprio personaggio, come se ogni sua intervista o conferenza debba per forza far discutere. Chiudo con Baldini e Prade' perché trovo che siano entrambi l'esempio di come, nel calcio e nella vita, il personaggio conti più della sostanza. Daniele Prade' ha fatto i miracoli in una Roma ridotta all'osso dal punto di vista economico, tenendola ai piu alti livelli e facendo fronte, con le capacita e la fantasia ad una piazza super esigente, una Roma piena di debiti causati dai suoi predecessori, in quell'era Sensi che ha portato lo scudetto ma anche spese folli avallate da Baldini forte dell'amicizia ferrea con Fabio Capello. Ma Baldini si vende bene tanto che e' stato lautamente pagato, sempre grazie a Capello, per un lavoro che, prima di lui non esisteva e, credo, non esisterà mai più', general manager della nazionale inglese. E come dimenticare l'ultima estate, quando la Roma e' partita per prendere Montella e si e' poi buttata su Zeman. Due allenatori all'opposto, uno che ama il possesso e il fraseggio alto, l'altro fanatico delle verticalizzazioni immediate. Passare dall'uno all'altro denota, nel migliore dei casi, improvvisazione. Bene per la Fiorentina, che si ritrova in casa due persone serie e competenti.
Leonardo Petri