MONTELLA SPERA... NEGLI ULTIMI TONI
La Fiorentina di Montella è praticamente ormai definita. Forte, molto forte a centrocampo dove la qualità di Pizarro e Borja Valero (su Aquilani restano dubbi a proposito della continuità di rendimento) si potrà mescolare bene con il piglio di Migliaccio, la mobilità di Mati Fernandez e il talento di Cuadraro. Benino in difesa con un portiere che crescerà di sicuro, una volta smaltita l’imbarazzo di dover “pofetizzare” in patria e con una pattuglia di difensori quasi tutti “over 180 cm.”: il serbo Tomovic, il montenegrino Savic, gli argentini Roncaglia e Rodriguez e l’egiziano Hegazy. Sono tutti potenti e di mestiere con il solo limite (salvo Tomovic) di conoscere poco il campionato italiano e si sa bene quanto conti l’esperienza specifica per i difensori. Concedeteci una divagazione: ma con 11 Paesi stranieri rappresentati nello spogliatoio viola non faceva meglio Montella a rinunciare a qualcuno dei suoi dieci collaboratori per avere invece degli interpreti in più? Quien Sabe?
E poi c’è l’attacco. L’unica certezza è Jovetic che attaccante non è (anche se il prode Pradè dice il contrario). Il talentuoso montenegrino partendo dalla distanza trova la via del gol con una certa disinvoltura. Guai, però, a pensare che possa reggere da solo il peso offensivo della squadra. Da qui la necessità che un ariete possa aprirgli spazi davanti. C’è il marocchino El Hamadaoui, doveva arrivare Berbatov, magari Lisandro Lopez, invece c’è Luca Toni. Scarpa d’oro nel 2006 (ed è stato l’unico italiano ad aggiudicarsi il trofeo giocando in Italia) è stato l’ultimo grande attaccante della Fiorentina. Grande prestanza atletica, ottimo colpitore di testa, buon manager di se stesso, ha fatto una carriera importante. Dalle Officine meccaniche Frignanesi tanto marciapiede passando da Vicenza, Brescia e finalmente Palermo, ma di fatto la sua celebrazione l’ebbe a Firenze. Intuendo di poter raggiungere destinazioni più prestigiose chiese ai Della Valle di essere ceduto. Loro pretesero ancora un anno di sacrificio per poi concedergli disco verde. E lui finì in Baviera. Meno esaltante è stato il suo ritorno in Patria. Roma, Genoa e Juventus tra qualche gioia e tante smorfie. Quindi ancora una fuga in avanti, là dove il pallone odora di petrolio.
Che cosa potrà dare Toni alla Fiorentina? Dipende molto da lui e dalla forza delle sue motivazioni. I passaporti si possono truccare ma l’età resta quella. I suoi 194 centimetri d’altezza poggiano su articolazioni già ampiamente collaudate. Trentacinque anni non sono la fine del mondo. Stanley Matthews (il mitico giocatore dello Stoke City) giocò il suo ultimo incontro in Premier alla venerabile età di cinquant’anni. Potenzialmente le sue caratteristiche bene si sposerebbero con le esigenze della Fiorentina e con le qualità di Jovetic. E’ fondamentale, però, grande cura del proprio fisico, grande attenzione alla propria vita sportiva, grande rispetto per una disciplina che dovrà essere ferrea come non mai. Se Lucatoni riuscisse in questa sua impresa allora renderebbe onore alla canzone Nunber one che gli è stata dedicata in Germania. Farebbe la fortuna della Fiorentina di Montella, farebbe felice il prode Pradè che potrebbe finalmente chiudere l’armadietto del mercato, farebbe impazzire Andrea Della Valle. E’ proprio vero: non ci resta che sperare negli …ultimi Toni.
Massimo Sandrelli. Giornalista, Rtv38