MENO MALE CHE ORIALI DISSE NO... ALTRIMENTI NON CI SAREBBE PRADE'

22.08.2012 00:00 di  Stefano Prizio   vedi letture
MENO MALE CHE ORIALI DISSE NO... ALTRIMENTI NON CI SAREBBE PRADE'

Quel "no" fece impressione, paura. Fece discutere, preoccupare, acuì la critica ad una società che da più di due stagioni (non scordiamolo e non scordiamo chi lo disse con coraggio e chi lo tacque servile) stava facendo male, scivolando su una china di grigio ridimensionamento. Il "no" di Lele Oriali condito al veleno con quel "ci siamo conosciuti bene, fin troppo", al fine si è rivelato una fortuna.

Senza il gran rifiuto di Oriali a Firenze non sarebbe arrivato Daniele Pradè, la firma del fantasioso e positivo mercato che la Fiorentina dovrebbe concludere a giorni con un bel botto, un attaccante munito di una dote di gol di cui la Fiorentina ha grande necessità. Senza il diniego del mediano cantato da Ligabue (grande uomo di calcio e professionista al quale rinnoviamo i rispetti) nell'azienda viola non si sarebbe composta la coppia di quarantenni rampanti e accentati, Pradè e Macià, che ha rivoluzionato la squadra senza spendere una tombola, rinverdendo gli esordi del buon Pantaleo Corvino (a proposito, a lui il merito di aver portato in viola il talento di Macià).

Daniele Pradè, uno che ha un curriculum importante: alla Roma in pieno autofinanziamento seppe realizzare mercati da applausi. Operando in obbligo di trasparenza assoluta (la Roma è quotata in Borsa), uno stile che ha portato in Fiorentina per la gioia di tutti coloro che - da anni - chiedevano alla società di viale Fanti chiarezza, trasparenza e numeri certificati. Ma c'è di più, la capacità del personaggio di comunicare con gentilezza e ferma chiarezza (una mosca bianca tra i vecchi borbonici ranghi della società gigliata), di mantenere ciò che promette (mica facile nel pallone). Un aneddoto? Vi ricordate la "clausola rescissoria di Jovetic"? Uscì la bomba sulla Gazzetta, ne chiedemmo conto al Ds viola che ci rispose "datemi qualche ora". Dopo qualche ora richiamò "la clausola non c'è". La clausola non c'era. Certo il romanissimo Pradè - intelligente nel mai rinnegare la fede giallorossa, ai fiorentini la franchezza piace - avrà pure dei difetti e nel procedere della sua esperienza a Firenze verranno pur fuori, ma la sua abilità è stata non farli spuntar fuori in questo periodo di "fidanzamento".

Fiorentina fortunata insomma nell'incontrare l'uomo giusto. Rimane però la domanda, perché Oriali disse no? La risposta facile sarebbe dire che ha sbagliato, valutato male, preso un granchio. Insomma dargli del poco lungimirante e chiuderla lì. Noi  tuttavia abbiamo una sensazione diversa. Di più, una convinzione: che ad Oriali fosse stata prospettata un'altra direzione di marcia. E così a Pradè che, da buon professionista, accettò però la sfida.

In corso d'estate lo scenario è radicalmente cambiato, per la  gioia degli uomini mercato e dei tifosi viola. A fine estate, con la risoluzione della vicenda Mercafir, avremo o meno la conferma. Intanto godiamocela e… meno male che Oriali disse no.

Stefano Prizio

giornalista di Radio Toscana e Squer.it