LEZIONE DI CALCIO DEL BOLOGNA. UN PUNTO IN 4 PARTITE: TRISTE BILANCIO, CLASSIFICA SPECCHIO DEGLI ERRORI. L’ATTACCO CONTINUA A NON PUNGERE. MENO MALE CI SONO LE COPPE… IL CAMPIONATO È COME IL GIRO D’ITALIA, LA FIORENTINA È DA MILANO-SANREMO

06.02.2023 11:05 di  Mario Tenerani   vedi letture
LEZIONE DI CALCIO DEL BOLOGNA. UN PUNTO IN 4 PARTITE: TRISTE BILANCIO, CLASSIFICA SPECCHIO DEGLI ERRORI. L’ATTACCO CONTINUA A NON PUNGERE. MENO MALE CI SONO LE COPPE… IL CAMPIONATO È COME IL GIRO D’ITALIA, LA FIORENTINA È DA MILANO-SANREMO

Era da anni, molti, che non vedevamo giocare così bene il Bologna. Forse perché i rossoblu venivano da campionati di una mediocrità assoluta. Non a caso gli emiliani non sbancavano il Franchi dal gennaio 2010. In compenso di fronte c’è stata una Fiorentina brutta: nel primo tempo qualcosa ha fatto, ma nella ripresa si è inabissata come un sottomarino. Doveva essere la gara del rilancio per abbandonare il dodicesimo posto, operazione utile anche per scrollarsi di dosso un po’ di tristezza. Stato dell’anima che ormai riguarda gran parte dei tifosi viola, a giudicare dai commenti e anche dallo sfogo della Fiesole a fine a partita. Quel coro “fate ridere” vale più di un titolo

La Fiorentina ha perso l’ennesima occasione per ripartire e ancora una volta non è riuscita a prevalere su una formazione che la precedeva in classifica. La Fiorentina ha una marcia che è perfettamente in linea con la posizione che occupa. Nelle ultime 4 gare ha portato un solo un punto punto, bilancio triste. La classifica è lo specchio degli errori fatti fino ad oggi, non solo da allenatore e giocatori, ma anche e soprattutto dalla società. La Fiorentina alterna buone gare ad altre anonime. All’interno della stessa partita ci sono momenti in cui mostra cose interessanti e altri in cui evidenzia superficialità, mancanza di attenzione. La somma di alcuni pregi e altrettanti errori fabbrica il risultato di questa stagione che è divisa in due parti: da una c’è il campionato, mediocre, e dall’altra si trovano la Coppa Italia, con i viola in semifinale e con buone chance di andare in finale, e la Conference League, adesso ai sedicesimi. Facendo un paragone col ciclismo, sport bellissimo di cui la Toscana è patria, verrebbe da dire che la Fiorentina sia più adatta alle classiche, tipo la Milano-Sanremo e molto meno al Giro d’Italia. La corsa a tappe è lunga, diventa difficile bluffare, alla lunga virtù e limiti emergono nitidi. La corsa unica, invece, è come una sfida di coppa: non è detto che vinca il migliore, ma quello che arriva meglio a quell’appuntamento. Per il Giro serve continuità, cioè proprio quella che non appartiene alla squadra di Italiano, mentre per la corsa singola basta l’exploit momentaneo. 

Meno male, allora, che ci sono le coppe. Quelle potrebbero far riaprire la bacheca viola, chiusa dal 2001 oppure consentire di andare in Europa League anche solo arrivando in finale di Coppa Italia, se di là vi fosse la Juve. Se ne parla in questi giorni in previsione di uno scenario, ancora tutto da tratteggiare, che potrebbe vedere i bianconeri penalizzati in campo europeo. 

Il Bologna ha manovrato in velocità, con grande organizzazione, la Fiorentina invece è stata nuovamente lenta nella circolazione della palla. Quel tocco in più che manda a vuoto la giocata. Si sono salvati in pochi, pochissimi, tra i viola. Saponara per il gol realizzato e per quello che avrebbe meritato di fare con una rovesciata sontuosa finita nella parte interna della traversa. Riccardo ha alimentato diverse azioni, così come Gonzalez, un altro che lo spunto lo trova sempre. Bonaventura ci ha regalato qualche sprazzo, ma il resto è stato insufficiente. L’attacco è stato ancora evanescente: Jovic un solo tiro deviato dal portiere rossoblu. Poi basta. Il serbo era stato bravo a salvare un gol, ma la mano di Barak ha fatto scattare il rigore. Cabral è entrato a fare le solite sportellate, ma solo quelle. Una conclusione alta nel finale. Non è solo una questione di gol che mancano, ma soprattutto di modalità di gioco offensivo. Un centravanti deve giocare e far girare la squadra. Nel Bologna mancava Arnautovic, cioè uno molto forte. La sua riserva classe 2001, Zirkzee ha dimostrato come si deve muovere un che sta al centro dell’attacco. Con quella disinvoltura anche molto estetica. 

E ora si riparte, prossima stazione Juventus. Subito dopo ci sarà l’andata col Braga, in Conference. Si va avanti così, con la politica dei due forni, ma a questo punto della stagione non ci sono altre soluzioni