LA FOTOGRAFIA DI UNA PROPRIETA' CHE HA FATTO UN PASSO INDIETRO. ADDII PESANTI, ACQUISTI A RILENTO E INGAGGI: ECCO PERCHE' TUTTO E' COLLEGATO
Raccontare la Fiorentina, in questa estate milionaria, dei trasferimenti record, del Milan che rivoluziona, della Juventus che compra per puntare alla Champions, di Neymar e dei grandi obiettivi delle inglesi non è facile. Non è facile perché sta mancando al 4 agosto dal vocabolario una parola che a Firenze è sempre stata pane quotidiano. Sogno. Manca perché la proprietà ha deciso di non mettere a disposizione cash per gli acquisti alla dirigenza. Manca perché i giocatori di spessore hanno avuto altre e alte mire, come Bernardeschi, Vecino e pure Kalinic, sebbene la storia col Milan non si sa ancora come andrà a finire. Manca perché quella di oggi sembra la storia di una società che cerca compratori e acquirenti e non soltanto per i giocatori.
La Fiorentina è in vendita, come dalla proprietà annunciato, che adesso è sceso a patti con la realtà. Competere con Juventus, Napoli, Roma, Inter e Milan può essere solo un miracolo tecnico, perché quello dei fatturati racconta ben altro L'obiettivo massimo, a meno di miracoli sul campo, non può che essere ad oggi il sesto posto. Che i mandati per la cessioni, i sondaggi ci siano da anni, è vero e in ambienti finanziari le conferme arrivano da tempo. Sui mercati orientali e mediorientali, ora pure su quelli americani ma anche con imprenditori turchi e indiani, gli advisor si muovono da mesi e non solo. Il risveglio è arrivato brusco il 26 giugno, col comunicato da parte del club. Di Diego Della Valle si son perse da lungo tempo le tracce, se di Fiorentina si parla.
Anche Andrea Della Valle, in questo periodo così delicato, ha preferito fare un passo indietro, sicchè a metter la faccia per tutto il progetto è toccato ancora a Pantaleo Corvino, a Carlos Freitas e a Mario Cognigni. Che pur decisionisti, son pur sempre dipendenti, chi col suo ruolo, chi col suo compito. Si sono trovati, a oggi, a far fronte con fotografie di una proprietà con piglio, volontà e intenzioni ben diverse rispetto al passato. Un tempo, la Fiorentina faceva la voce grossa e bloccava i passaggi di Luca Toni all'Inter, di Adrian Mutu alla Roma.
Adesso, via libera al miglior offerente, assecondando le volontà dei partenti e pure l'intenzione di incassare. Ai dirigenti è stato dato questo mandato e questi stanno tenendo duro e trattando, pur consci che i club italiani sanno bene la situazione, vendendo i pezzi pregiati ai loro prezzi. Su Bernardeschi, Corvino non ha mollato di un euro e pure su Vecino l'Inter è dovuta arrivare a pagare la clausola senza un euro di sconto. Il problema vero, sugli innesti, non è rappresentato tanto dal maxi tesoretto che la dirigenza viola sta incassando dai vari addii che ci sono stati e che ci saranno.
Il punto è che quando cerchi giocatori di spessore più alto di quelli da 5-6 o anche 10 milioni gli ingaggi lievitano. Sono partiti quasi tutti quelli con stipendio più alto e non è un caso se adesso c'è pure l'intenzione di far partire Babacar e Kalinic, se la Fiorentina era pronta ad accettare l'offerta cinese per Sanchez e se anche Badelj è in uscita. A 10 milioni o più, arrivano calciatori con stipendi oltre al tetto prefissato che il comparto tecnico ha dovuto, riuscendoci, sostanzialmente abbassare rispetto alle precedenti stagioni. Prendete le tabelle di un'estate fa sugli ingaggi. A superare il milione di euro netti: Borja Valero, Tello, Babacar, Kalinic, Ilicic, Rodriguez, Sanchez, Vecino, Astori, Badelj, Zarate, Bernardeschi. E se le stime non sono chiaramente ufficiali e anche altri potrebbero superare il milione (Tomovic, Tatarusanu), la fotografia è presto raccontata.
Di tutti questi, ad oggi, sono rimasti soltanto Babacar, Kalinic, Sanchez, Astori (e Tomovic) e non è un caso se tre di questi la Fiorentina è pronta a cederli. E' questa la difficoltà maggiore che stanno incontrando nella campagna rinforzi Corvino e Freitas. Simeone, Politano, Eysseric, Emre Mor, poi due rinforzi per la difesa, un altro mediano se partono Sanchez e Badelj. (Breve inciso: raccontano fonti tedesche di un Mor convinto ad accettare la proposta della Fiorentina e che quello della Roma è un tentativo per far accelerare Mahrez). La lista è chiara e la dirigenza ce l'ha cristallina ma gli scogli da superare sono tanti. Troppi, forse, perché Firenze torni a riscoprire quella parola che sta rischiando di scordare.