LA FIORENTINA NON SA FARE CALCIO, LA JUVE SÌ. LA VERSIONE FACILE E QUELLA VERA
Brutto, sporco e cattivo... il traditore Vlahovic fugge da Firenze, senza riconoscenza alcuna verso chi lo ha lanciato nel grande calcio, verso chi ha creduto in lui e gli ha fatto ponti d’oro perché restasse in viola, ma quanto è infido questo ragazzino, baciato dalla dea Eupalla, ma quanto è falso, questo fedifrago balcanico, proditorio e bugiardo, mendace, losco e menzognero, il falso e ingannator che sarà sempre odiato in riva all’Arno... Così inizieremmo il pezzo per scegliere la via facile e parlare solo alla pancia dei lettori, dando ogni responsabilità dell’addio al giocatore e alla melliflua cospirazione di un procuratore, anche lui brutto, sporco e cattivo, mendace, bugiardo e ingannatore. Però la via facile ha un difetto, è spesso lontana dalla verità e lastricata dalle deiezioni di quei camerieri sempre pronti a plaudire ogni mossa del padrone delle ferriere.
No amici, l’amore si fa in due e anche gli affari, la Fiorentina deteneva i diritti alle prestazioni sportive di Dusan Vlahovic fino al giugno 2023 ed ha liberamente scelto di venderli ad un’altra società, quella stessa società calcistica, ripetutamente attaccata da Commisso nelle persone dei suoi proprietari, gli Agnelli. Quella stessa società alla quale adesso Rocco Commisso corre in soccorso risolvendole il problema dell’attacco, la stessa che, in quest’anno per lei di magra, è una diretta concorrente per i posti europei: la Juventus.
Si badi bene: Vlahovic non scappa dalla finestra, con la Fiorentina che gli ha sbarrato la porta, no, è prima prezzato (come un bel tocco di ciccia) in diretta televisiva dal dirigente Pradè che apre pubblicamente alla cessione ‘anche alla Juve’, e poi accompagnato sulla soglia dal proprietario del club - quello per cui ‘i soldi non sono un problema', quello che potrebbe ‘permettersi di comprare qualunque società di qualunque campionato’ - che incassa il malloppo, saluta deferente, col cappello in mano quegli stessi Agnelli che aveva dileggiato e via così, con buona pace delle ambizioni sportive della bella Fiorentina di quest’anno che adesso sono in pericolo. Certo, è già arrivato il sostituto di Vlahovic: Cabral, giocatore che si spera faccia bene, ma non troppo, perché nel caso verrebbe ribacchettato al miglior offerente, nel giro di pochi mesi.
La sensazione angosciosa è che dopo Diego Della Valle, sia arrivato a Firenze un altro proprietario al quale del calcio, inteso come fatto tecnico, come ambizioni e vittorie sportive della squadra, poco interessa, in questa vicenda infatti è solare come Commisso anteponga l’interesse economico ad ogni necessità tecnica. Una scelta che proietta Commisso nella storia, e della Fiorentina e del calcio italiano: a memoria d’uomo infatti, non si ricorda una squadra che, al mercato invernale di gennaio, ceda il capocannoniere del campionato all’acerrima rivale e diretta concorrente, fatto storico per il quale difficilmente verrà eretta una statua a Rocco Commisso.
Ed ecco il bomber della squadra e del campionato che prende il volo verso l’eterna rivale a strisce, con buona pace della storia sportiva viola. Il bomber indossa la maglia bianconera e certifica come a Torino, sponda gobba, sappiano fare calcio: i bianconeri hanno un problema in attacco e arrancano nel puntare alla Champions, perciò, malgrado i loro conti problematici, anticipano un investimento, pagando anche qualcosa in più rispetto a quel che probabilmente avrebbero speso a giugno, nella speranza di cogliere la piazza europea importante e rientrare dei soldi spesi: si chiama impresa, impresa calcistica. Viceversa la Fiorentina, con tutto il corredo di chiacchiere, contumelie e spacconate, in piena corsa per tornare in Europa (quella minore ma che manca da troppo tempo ad una città tradizionalmente ben presente nel calcio continentale) si castra del suo giocatore più forte, incassando parecchio, è innegabile, ma venendo meno alla sua ragion d’essere: il fare calcio.
Fanno infine tenerezza quei tifosi che, comprensibilmente amareggiati e già presi in giro da chi li motteggia dicendo: ‘Firenze è diventata succursale della Juve’, credono o mostrano di credere alla versione più facile, quella del: ‘è tutta colpa di Vlahovic e del suo procuratore...’, la versione che fa comodo al club viola e al suo proprietario. E appendono striscioni anti Vlahovic ai cancelli dello stadio Franchi. Ma la Firenze sportiva è adusa a riconoscere i fanfaroni e non tutti calzano volentieri il berretto a sonagli per farsi menare per il naso. Comunque sia, la vicenda Vlahovic sedimenterà presto, anche grazie alla bravura di Italiano che saprà adattare il gioco ai nuovi interpreti (salvo poi prendere il volo a fine anno se ciò converrà alle casse del club). Del resto dopo le vagonate di gol che Vlahovic ha portato alla causa viola, si vedrà anche troppo presto cosa sia la Fiorentina senza il suo grande bomber.