L'UNITÀ DI TUTTE LE COMPONENTI

15.04.2018 00:00 di  Tommaso Loreto  Twitter:    vedi letture
L'UNITÀ DI TUTTE LE COMPONENTI

La Spal di scena al Franchi all'ora di pranzo, una classifica tornata europea, la vicinanza dei tifosi che riempiranno lo stadio oggi, mercoledì con la Lazio e poi con il Napoli e quella della proprietà visto che anche ieri si è rivisto ADV al centro sportivo Astori. Sembra davvero che oltre 40 giorni dopo la scomparsa del Capitano tutte le componenti abbiano ritrovato un nuovo senso di unità.

La stessa visita di una delegazione di tifosi, avvenuta ieri nel corso della rifinitura, arriva qualche giorno dopo i festeggiamenti al rientro della squadra da Roma. Un momento come non se ne vivevano da tempo da queste parti, con tanto di calciatori e tifosi uniti nei cori dedicati ad Astori.

Insomma, adesso sembra mancare davvero solo l'ultimo step, l'ultimo riavvicinamento, poi sarà possibile progettare il futuro con più serenità. In tal senso, prima di qualsiasi altra riflessione, farà certamente comodo rileggersi alcuni passaggi di un bel pezzo che, ancora ieri, raccontava quel che è accaduto a Firenze.

“[...] E' una catena di mani che si stringono per ancorare il Capitano al presente e non lasciarlo scivolare via nel ricordo. Per questo nel corpo della Fiorentina sono entrate energie nuove, magiche, pescate da ragioni sconosciute, che moltiplicano le potenzialità della squadra e la spingono verso una nuova vittoria che terrà la serie ancora aperta e Davide ancora vivo. Non in tutte le città sarebbe stato possibile un rito magico del genere. Anzi, probabilmente solo Firenze può tanto, perché non c'è piazza che viva il calcio in modo così totale, immergendolo nella sua quotidianità. Nella città del giglio il calcio non è solo una questione di uomini da trattare al bar […] Non esiste in Italia un sentimento di appartenenza così generalizzato tra la città e la sua squadra. Neppure a Napoli. Forse solo Barcellona rende l'idea. Senza capire questo legame non si può capire la dimensione del dolore che è calato sulla squadra che non vive blindata in una Milanello o in una Trigoria a chilometri di distanza, ma gioca, vive e lavora in città, tra gli altri lavoratori fiorentini, impregnata di sentimenti collettivi.

A scrivere queste belle parole è Luigi Garlando, prima firma de La Gazzetta dello Sport. Nell'inserto “Sportweek” di ieri il giornalista della rosea, in possesso di una visione diversa rispetto a chi si occupa di sola fiorentinità, traccia probabilmente alla perfezione quello che è il profilo di una città che vuole specchiarsi nella propria squadra. Sentirla vicina così com'è avvenuto nelle ultime gare, per le quali ieri la delegazione di tifosi si è presentata al centro sportivo. Nel bene quando le cose filano, e nel male quando polemiche e critiche la fanno da padrone.

Quello di ieri era un momento di ringraziamento, di ulteriore unità tra squadra e tifosi nel ricordo del Capitano e delle sue fasce, ed è inevitabile interrogarsi sul perchè il patron, altrettanto presente all'interno del centro sportivo, non abbia voluto condividerne nemmeno pochi momenti. Non ci sogniamo di forzare uscite pubbliche che tutti comunque attendono, ma anche solo un semplice saluto male non avrebbe fatto.

Dietro alle sei vittorie consecutive della squadra di Pioli c'è certamente un gruppo che sta dimostrando di valere di più rispetto alle previsioni iniziali, e che al tempo stesso ha ritrovato forze inaspettate nel momento del dramma, ma c'è anche quell'unità di tutte le componenti che è fattore indispensabile per consentire alla Fiorentina di andare oltre i propri limiti.

Rimandare qualsiasi confronto proprio tra le ultime componenti che, ancora, non hanno riavviato nessun tipo di dialogo, non necessariamente legato ai progetti futuri, ma di semplice condivisione per quanto abbia vissuto e stia vivendo l'intero universo viola, ha il sapore soprattutto di un'occasione persa. 

Tommaso Loreto - Direttore www.firenzeviola.it