IL TURN-OVER QUASI TOTALE HA RETTO. A TORINO È ARRIVATA UNA BELLA RISPOSTA. DOPO BASILEA POTEVA STARCI UN CALO. I VIOLA OGGI HANNO UN’AUTOSTIMA DIVERSA, ANCHE JOVIC È TORNATO AL GOL. TUTTI A ROMA PER AGGIORNARE LA STORIA

22.05.2023 10:02 di  Mario Tenerani   vedi letture
IL TURN-OVER QUASI TOTALE HA RETTO.  A TORINO È ARRIVATA UNA BELLA RISPOSTA. DOPO BASILEA POTEVA STARCI UN CALO. I VIOLA OGGI HANNO UN’AUTOSTIMA DIVERSA, ANCHE JOVIC È TORNATO AL GOL. TUTTI A ROMA PER AGGIORNARE LA STORIA
FirenzeViola.it

C’era un tempo in cui Italiano ne cambiava nove come a Empoli e Udine, racimolando un punto in due partite, ma facendo vendemmia di polemiche per quelle scelte. Questo, però, succedeva ad agosto 2022, all’alba di una stagione che sarebbe diventata massacrante sul piano psico-fisico (a Praga la Fiorentina giocherà la partita numero 60) ed esaltante su quello dei risultati, dal ’61 non capitavano due finali per i viola. Poi è arrivato il tempo moderno, come ieri a Torino, quando Italiano ne ha ruotati 10 su 11 rispetto a Basilea, con l’incognita di ritrovarsi tra le mani una squadra sgonfia dopo la sbornia di felicità in Svizzera e la battaglia sostenuta sul campo. Le forze fresche servivano proprio per saltare questo ostacolo e la riposta che Italiano ha ottenuto è risultato più che convincente. Un pari giusto, ma la Fiorentina alla lunga è stata migliore del Toro e forse ci poteva essere anche un rigore per i viola. Il turn over quasi totale ha retto benissimo, facendo scoprire a Italiano un gruppo in salute mentale. La battuta del tecnico in sala stampa dopo la gara dice tutto: “Questi undici neppure in allenamento avevano giocato una volta assieme…”. 

E’ una Fiorentina molto più consapevole di quella agostana perché ha immesso nelle vene potenti dosi di autostima. L’esperienza serve, eccome. Ne ha passate la Fiorentina nel 22/23, tra alti e bassi, dal quattordicesimo posto in classifica ad una cavalcata fantastica che ha portato i viola a sperare ancora in campionato, parliamo di ottavo posto, e soprattutto a conquistare due finali, stabilendo il record in Europa: nessuna formazione ha mai raggiunto le 4 finali delle principali competizioni continentali. Un traguardo più che prestigioso.

C’era attesa per questa sfida perché in tanti pensavano ad uno stop della Fiorentina che invece non si è verificato. Per Roma è il miglior biglietto da visita anche se i viola non hanno vinto, ma solo pareggiato. La prestazione è stata buona, questo conta. C’è un gruppo solido che crede agli obiettivi da conquistare. E l’Inter è stata bastonata dal Napoli.

Un’altra notizia gradevole ha il volto finalmente sorridente di Jovic. Tre minuti per segnare un gol che mancava in assoluto dal 4 marzo, realizzato contro il Milan. In generale è la rete numero 12 per il serbo in questa annata fiorentina. Sono 5 in A, in Conference League 6 e un’altra in Coppa Italia. Non è un bottino d’oro, ma è il segnale che si è rimesso in moto. E poi nel calcio contano gli eventi decisivi: se Jovic segnasse a Roma o a Praga o magari in entrambi casi, i giudizi su di lui muterebbero in un battito di ciglia. 

Tutti a Roma, i tifosi sono in fibrillazione. Meglio non pensare al 2014, sappiano cosa accadde, meglio ricordare il 2001, l’ultimo trionfo in Coppa Italia. In una partita “secca” può accadere qualsiasi cosa, mentre sul lungo percorso la distanza tra Fiorentina e Inter è considerevole. A Milano sperano di fare un dispetto al City nella finale Champions, e tra le due formazioni quella di Guardiola è nettamente più forte, allora perché i viola non dovrebbero sperare di battere i nerazzurri? 

I sogni non costano niente e alcuni sono più realizzabili di quanto possiamo immaginare. Crederci non costa nulla, ma è obbligatorio. Tutti a Roma perché la storia, di tanto in tanto, va riaggiornata…