IL CALCIO NAVIGA A VISTA: LE PORTE CHIUSE UNO SCHIAFFO ALLA PASSIONE, MA L’ALTERNATIVA ERA IL CALCIO IN QUARANTENA. OSARE SARA’ LA NUOVA SFIDA DI BEPPE, PER TENERSI LA FIORENTINA
Si naviga a vista, per le certezze dovremo attendere ancora. Ma con grande fatica, tra decreti, porte chiuse e psicosi collettiva da coronavirus, il calcio italiano sta trovando il miglior compromesso possibile. Le porte chiuse degli stadi sono uno schiaffo alla passione (saranno pure limitati gli ingressi agli addetti ai lavori), l’alternativa però era mettere il pallone in quarantena. E per chissà quanto tempo. The show must go on cantava il mitico Freddy Mercury e in fondo è giusto così, anche perché la serie A che scende in campo, regala un briciolo di normalità in queste giornate paranoiche.
Salvo clamorosi ribaltoni allora oggi sarà ufficiale che Udinese-Fiorentina si giocherà sabato prossimo come da programma. Senza tifosi, ma con punti pesanti in palio. Non illudetevi però. Il decreto attuativo del governo per giocare a porte chiuse è valido solo per questi giorni. La prossima settimana saremo alle solite, perché è dura pensare che un’emergenza sanitaria del genere possa esaurirsi in pochi giorni.
Nel frattempo, come detto, la Fiorentina gioca e allora parliamo di calcio. I venti minuti finali contro il Milan dicono che le qualità questa squadra le ha, che quando si affida all’agonismo e al talento può mettere in difficoltà chiunque. Per evitare la sconfitta, l’adrenalina sabato sera ha giocato un ruolo decisivo, ma anche la mossa di spostare Chiesa da esterno a tutta fascia, con Cutrone vicino a Vlahovic, ha pesato parecchio. Iachini è stato bravo a leggere la partita e a cambiare in corsa, e non c’è dubbio che finora il suo impatto sulla Fiorentina sia stato di gran lunga positivo. Al tempo stesso però i primi settanta minuti di partita avevano messo in mostra una squadra timida, raccolta in difesa e senza grandi idee su come far male al Milan di Pioli.
Al Franchi, di partite del genere, ne abbiamo viste fin troppe. Ecco perché per Iachini e la Fiorentina sembra arrivato il momento di osare. Di cambiare pelle. Di farsi trascinare da quella violenta aggressività fin da primo minuto di gioco, senza aspettare di non aver nulla da perdere. Il 3-4-2-1 in stile Sousa (per altro già visto contro la Juve e a Milano in coppa) può essere la strada giusta, perché permetterebbe di alzare Castrovilli nel ruolo che fu di Borja, a Badelj di giostrare il gioco come regista, a Chiesa di essere più libero com’era Ilicic ai tempi del portoghese. In quel modulo poi sarebbe anche giù agevole reinserire Ribery e accogliere Kouame, visto anche che lo stesso Castrovilli, in certi casi, potrebbe giocare da centrocampista centrale accanto a un mediano. Ma numeri a parte, è la qualità che deve alzarsi. La sfida è questa. Il calendario oltretutto dice che nelle prossime settimane la Fiorentina affronterà molte piccole, difesa e contropiede insomma non bastano più.
Commisso, nonostante i mille ostacoli sullo stadio (nei prossimi giorni a proposito dovrebbe essere ufficiale il no al bando Marcafir), vuole costruire una squadra forte, europea, in grado di tornare tra le sette sorelle già dal prossimo anno. E anche ieri ne ha dato dimostrazione: in sede è passato il manager di Vlahovic. Per il giovane serbo è in arrivo un contratto quinquennale a cifre da giocatore vero (oltre un milione l’anno a salire): Dusan infatti sarà uno dei simboli del nuovo corso viola. Crescerà qui, a fianco o in alternativa a Cutrone, un altro giovanissimo che gode della fiducia totale del club. Rocco vuol blindare i suoi giocatori migliori e al tempo stesso è contento, anzi contentissimo, di Beppe. Ma naturalmente, oltre alla salvezza tranquilla, si aspetta progressi da un punti di vista del gioco. Aumentare la qualità per tenersi stretta la Fiorentina. Iachini ci pensa da tempo. E Udine, in questo senso, può diventare un nuovo inizio per costruire il futuro