IL 1° EFFETTO DELLA PROTESTA DEL TIFO: OGGI NARDELLA PARLA ALLA CITTÀ. NELLE IDEE UNA BATTAGLIA POLITICA CON ROCCO E NON CONTRO. CAMPI RESTA SULLO SFONDO: SABATO COMMISSO DIRÀ LA SUA. POI IL CAMPIONATO: PARTIRE FORTE PER NON SCHERZARE COL FUOCO

03.06.2020 00:00 di  Leonardo Bardazzi   vedi letture
IL 1° EFFETTO DELLA PROTESTA DEL TIFO: OGGI NARDELLA PARLA ALLA CITTÀ. NELLE IDEE UNA BATTAGLIA POLITICA CON ROCCO E NON CONTRO. CAMPI RESTA SULLO SFONDO: SABATO COMMISSO DIRÀ LA SUA. POI IL CAMPIONATO: PARTIRE FORTE PER NON SCHERZARE COL FUOCO

La prima scossa c’è già stata. L’onda lunga delle proteste del tifo viola, si è fatta sentire dove conta. Nardella, colpito dalle polemiche e deciso ad accelerare per non far crollare ulteriormente il suo indice di gradimento in città, oggi farà la sua mossa. A Palazzo Vecchio, dalle 12,30, terrà una conferenza stampa sul tema stadio, per ribadire che ce la metterà tutta per tener fede al suo patto elettorale coi cittadini, che non molla, che i voleri di Rocco si scontrano con montagne di burocrazia, ma che allo stesso tempo devono diventare uno dei motori (forse il principale) della ripartenza di Firenze. Nessuna guerra, nessun muro contro muro. Semmai il sindaco ribadirà l’esatto opposto: con Rocco ci sono stati momenti di alta tensione, ma Nardella vuole lo stadio quanto Commisso. E non mollerà. Con il progetto Mercafir ormai nel cassetto, il sindaco punta dritto a rifare il Franchi, avvicinandosi il più possibile alle richieste della Fiorentina. Con il ministro Franceschini si lavora al decreto semplificazioni, sfruttando l’emendamento Di Giorgi (che consentirebbe di modificare le curve dello stadio considerate “meno significative” da un punto di vista architettonico), ma non solo. 

Nardella vorrebbe far in modo che i sindaci diventassero commissari delle proprie città, in grado di decidere non solo sugli stadi, ma su tutte le grandi infrastrutture. Un nuovo modello Genova per intenderci, dove il ponte Morandi, proprio grazie a queste semplificazioni, è stato ricostruito a tempi di record. Non una battaglia contro Commisso insomma, ma semmai con Commisso. Con l’aggiunta di un’area commerciale dove costruire quello che chiede il presidente viola e di un progetto di viabilità che renda più fruibile l’area di Campo di Marte

Ma il punto è un altro: a Rocco basterà tutto questo per rinunciare all’idea di costruire uno stadio nuovo? Lo sapremo sabato, quando Commisso tornerà a parlare dopo qualche giorno di silenzio. Nei giorni scorsi era nero, nelle ultime ore però la diplomazia sta smussando gli angoli. Certo, l’idea Campi stuzzica parecchio la Fiorentina. L’area ha costi limitati e lì ci sarebbe la possibilità di costruire quello che cerca Rocco. Un impianto nuovo, moderno, all’avanguardia. Per lanciare la squadra in alto, grazie all’aumento del tanto chiacchierato fatturato e alla conseguente maggiore possibilità di investire sul mercato. Teoria per ora, visto che sono bastati un paio di incontri con la famiglia Casini per far rialzare la testa al partito del no. Da questo punto di vista, sono curioso di capire quali saranno le risposte di Nardella sull’ipotesi Campi. Il sindaco con può permettersi di dire no a prescindere, ma allo stesso tempo farà di tutto per tenere la Fiorentina entro i limiti comunali. La battaglia dunque è ancora lunga, ma dopo il grande freddo qualcosa sta cambiando. Oggi la prima tappa con la parola a Nardella, sabato la replica di Rocco, entro giugno, forse, il cerchio si chiuderà con il decreto del governo. I tifosi aspettano con ansia. Decisi a non mollare di un centimetro. #IostoconRocco è molto più di uno striscione appeso a piazzale Michelangelo. E’ una scelta di campo. Non per tifare Campi, il Franchi o chissà cos’altro. Ma per fare in modo che la Fiorentina possa costruire il suo futuro senza farsi comandare da altri. 

Guai però se lo stadio togliesse attenzioni alla squadra. Il campionato più assurdo della storia sta per riprendere. Si giocherà di continuo, senza neppure aver fatto un’amichevole, senza neppure sapere se le rose saranno le stesse (in teoria, un giocatore in prestito o svincolato, dal 30 giugno potrebbe non far più parte della squadra). Sarà come fare un salto nel vuoto, tutti saranno a rischio, nessuno avrà certezze. Il futuro resta la priorità, ma il presente ha la sua importanza. La Fiorentina ha l’assoluta esigenza di partire forte. Altrimenti rischierà col fuoco.