IACHINI VIA SOLO PER UN NOME GROSSO. ALLA JUVE PIACE PIÙ CASTROVILLI DI CHIESA MA ROCCO NON MOLLA. PAQUETA, IL MILAN VUOLE MILENKOVIC. SAN SIRO SI PUÒ ABBATTERE, ECCO PERCHÉ INVECE IL FRANCHI NO. LA POLITICA PERDE TEMPO

22.05.2020 00:00 di  Enzo Bucchioni  Twitter:    vedi letture
IACHINI VIA SOLO PER UN NOME GROSSO. ALLA JUVE PIACE PIÙ CASTROVILLI DI CHIESA MA ROCCO NON MOLLA. PAQUETA, IL MILAN VUOLE MILENKOVIC. SAN SIRO SI PUÒ ABBATTERE, ECCO PERCHÉ INVECE IL FRANCHI NO. LA POLITICA PERDE TEMPO

Dice che il campionato riparte. Dice. Venti giugno? Probabile. Manca il protocollo ma lo troveranno…Dice.

Già, il protocollo…Ma ve li ricordate quei bei fogli per fare i compiti in classe al Liceo… i fogli protocollo…

Ora è un’altra storia, ma tutte le volte mi vengono in mente quei fogli e quell’odore meraviglioso di cartoleria…

Mi viene in mente anche il calcio, ovvio. Se è quello visto in Bundesliga forse se ne potrebbe anche fare a meno, ma pecunia non olet. Dunque…

E se il campionato riparte Iachini si gioca la panchina in dodici partite. Questa, per lui, è l’amara verità. Del resto Rocco è stato chiaro nel dire “se il campionato non riparte Iachini resta” che in sostanza significa che se invece riparte l’allenatore dovrà conquistarsi la riconferma in estate. Che succederà? Una ripartenza di questo tipo sarà complicatissima con squadre da ricostruire mentalmente e fisicamente, roba mai vista. Per Iachini le difficoltà erano già tante e così di sicuro aumentano anche se la fiducia del comparto tecnico viola, ma anche di Rocco, è tanta.

E se non dovesse essere confermato? Juric è un nome spendibile, piace, teniamolo lì come è giusto che sia.

Pare però che Rocco abbia detto ai suoi che varrebbe la pena cambiare soltanto per un nome grosso, un allenatore di livello internazionale, conosciuto, tutto per una questione di esperienza, ma anche del brand Fiorentina da posizionare sempre più accostandolo a personalità conosciute. Non perché Iachini non sia bravo nel suo genere, ma nel caso servirebbe uno diverso. Al posto di Montella Rocco avrebbe voluto fortemente Blanc, questo nome teniamolo sempre acceso. Invece non mi dice niente Bielsa, con la razionalità calcistica di Barone e soprattutto Pradè mi sembra strano, ma ha sempre il suo fascino. Aggiungete Emery che non ha detto no a un intermediario che ha buttato lì l’ipotesi viola. Insomma, ci siamo capiti. Se Iachini dovesse andare, Rocco vuol pensare in grande. Juric mi intriga e non lo nego, ma Emery è uno che ha vinto in Europa, sa gestire campioni e giovani. È un altro profilo.  

Vedremo, intanto facciamo partire il campionato e poi ci sarà tempo per tutte le analisi del caso.

Come per il mercato. La girandola è sempre attiva, alcune società si stanno muovendo, la Fiorentina programma anche se ogni discorso, come detto, è assolutamente prematuro. C’è addirittura il rischio che il mercato si faccia nel mese di settembre, quattro mesi a sparare cazzate, come direbbe Guccini.

Da Torino fanno sapere che la Juventus prenderebbe più volentieri Castrovilli di Chiesa. È Sarri che ha chiesto un centrocampo diverso e il viola lo intriga, ha qualità, quantità, rapidità adatte al suo gioco. Tutta roba con l’accento. Peccato però che Castrovilli non sia in vendita, ha un contratto lunghissimo e Rocco non molla di un centimetro. L’unica cessione eccellente in preventivo (ammesso poi che ci sia) è quella di Chiesa. Stop.

Non nascondiamo neppure l’interesse della Fiorentina per Paquetà che affonda le radici nel mercato di gennaio scorso. Novità? Il Milan valuta Paquetà non meno di 25 milioni, Rangnick sta rifondando e pensa ai giovani, nel pacchetto ha messo Milenkovic. La Fiorentina non ha dato risposte, prima Milenkovic deve rinnovare un contratto in scadenza nel 2022. Stop anche qui. Non fatemi più parlare di Belotti e delle relative bufale. Neanche se ci fossimo messi d’accordo, Cairo ieri ha ribadito quello che vi avevo scritto martedì e di sicuro ne sa più di me: il Gallo è incedibile. Sta rinnovando. Ditelo ai soliti noti che non paghi insistono. O non leggono o non sanno leggere, oppure vivono in una bolla. Ma se davvero il mercato aprirà fra quattro mesi il divertimento giornaliero è assicurato, un nome al giorno al posto dei fochi. Aspettatevi anche Jovetic che torna, come tutte le estati.

Parlo invece molto volentieri del Franchi e della novella che si sta raccontando. Finita quella della Mercafir, eccone un’altra.

Ieri, udite udite, la sovrintendenza della Lombardia e la commissione regionale del patrimonio culturale, hanno dato il via libera alla demolizione dello stadio di San Siro. Davvero? Ma allora c’è qualcosa che non torna…Perché il Franchi no?

Alla luce di questo, c’è qualcuno che vorrebbe infilzare il sovrintendente e vorrebbe far cambiare delle leggi, ben sapendo che le storie sono diverse e la Sovrintendenza agisce in base a norme precise e non secondo l’umore dei suoi funzionari.

San Siro non ha alcun interesse storico e può essere demolito perché ha subito tali e tante manipolazioni nel corso degli anni che hanno snaturato la stadio nato negli anni venti. Non ci sono elementi storici o di interesse culturale che vadano oltre i settanta anni di vita come prescrivono le norme. Tutto è più recente (ultima grossa ristrutturazione nel ‘90) e quindi il bene non è tutelato.

Il Franchi invece ha subito poche varianti e non nella struttura, quindi la Sovraintendenza fra quello che deve fare: lo tutela. Magari si potrà essere più o meno duttili, una nuova legge potrà dare una mano sui tempi della ristrutturazione eventuale, ma non si arriverà mai e poi mai a fare del Franchi quello che vorrebbe fare Commisso. Quello che lui ha in testa.

Proprio in virtù della storicità certificata, si può essere d’accordo o meno, ma esiste, il Franchi non potrà mai essere abbattuto o cambiato del 40 per cento come avrebbe voluto Commisso. Sottolineo mai. In più Commisso vuole uno stadio di proprietà e manufatti annessi per aumentare il fatturato della Fiorentina.

O Nardella punta a mettersi in casa un altro plastico o stiamo parlando di un’altra crociata sul nulla che farà perdere tempo in illusioni, discussioni, e speranze vane, perdendo di vista il vero obiettivo che interessa la Fiorentina ribadito anche ieri da Joe Barone: uno stadio di almeno 45 mila spettatori, moderno, di proprietà, capace di produrre reddito con gli annessi e connessi. L’ottimismo nardelliano ha fatto perdere anni sulla Mercafir, non credo Rocco sia più disposto ad ascoltare promesse. Fatti, non parole. Vecchio slogan sempre valido…