IACHINI-VAR: PAROLE SAGGE. FRANCHI VIOLA, L’ITALIA TI GUARDA. CASTRO C’È: BENTORNATO. CUTRONE-VLAHOVIC: STAFFETTA. ATALANTA CHE NUMERI, MA PURE BEPPE È OK
Iachini sa farsi ascoltare. Il suo è un linguaggio diretto, orfano di doppi sensi, arriva diritto al bersaglio. Colorito quanto basta, convincente di più. Un lungo discorso sul Var: quello strumento nato come elemento di democrazia pallonara, trasformato adesso nel bastone del potere. Il concetto di Iachini è diafano: “Nel primo anno del Var si ricorreva sempre al suo utilizzo, salvo poi progressivamente avvalersene qualche volta sì altre no. Così perde la sua efficacia. La vogliamo trovare una linea uniforme? O si va sempre a consultarlo o non si va mai”. Alzi la mano chi ha coraggio di contestarlo.
A proposito di contestazioni… A pochi giorni dalla sua introduzione a protestare contro il Var erano proprio i più potenti. Strano? Mica tanto. Diminuiva la discrezionalità, aumentava l’oggettività. Il calcio è il gioco del potere e se chi da sempre comanda sente scivolare la bacchetta della direzione come sabbia tra le dita, questo preoccupa. Non poco. E così stagione dopo stagione siamo arrivati alla consuetudine odierna: si va al Var a targhe alterne. A discrezione. Ha ragione Iachini, parole sagge. Ma a questo punto devono essere i club a fare fronte. Tocca a loro mettersi di traverso trovando una regola comune. Come il gol sulla linea: o è dentro o è fuori. Stop. Ripartire da qui non sarebbe sbagliato. Coraggio.
Ci risiamo, torna l’Atalanta. Da quel 15 gennaio infuocato non è passato tanto. Ottavi di finale di Coppa Italia, Atalanta eliminata (2-1 per i viola, gol di Cutrone e Lirola, poi Ilicic) e contestazione pesante a Gasperini, da ogni settore del Franchi. Un rapporto teso tra il tecnico atalantino e i tifosi fiorentini: l’anno prima il suo attacco a Chiesa (“e’ un cascatore, impari a comportarsi”), scatenò la reazione di Firenze. Gasperini sbagliò tanto perché creò un pessimo clima intorno a Federico, purtroppo ancora non evaporato.
Dopo la Coppa Italia Gasperini in sala stampa aveva risposto, sbagliando toni e modi, ai cori che lo riguardavano: “I figli di p…saranno loro…”. Con questo pregresso al vetriolo oggi si ritroveranno in campo viola e nerazzurri. Gasperini, però, lunedì scorso a Coverciano, appena vinta “La Panchina d’oro” ha teso la mano a Firenze: “Ora azzeriamo le polemiche, ripartiamo da capo. Io per primo l’ultima volta avevo esagerato un po’…”. Gesto di distensione per evitare di spargere altra benzina. Cosa accadrà oggi al suo ingresso in campo non lo sappiamo, conosciamo però le condizioni in cui si troverà il Franchi: avrà un riflettore puntato addosso dal resto d’Italia. Tutti guarderanno lo stadio di Firenze, pronti a registrare qualsiasi reazione non congrua. Poiché Firenze non prende lezioni da nessuno, siamo sicuri che tutto andrà bene.
Iachini si porterà dietro fino a stamani almeno un paio di dubbi: poche ore fa è rientrato dall’Uruguay, dopo aver beneficiato di un permesso per vicende familiari, Martin Caceres, il “the wall” della difesa viola. Lui ha un centinaio di presenze con la mitica “Celeste”, ma i viaggi e il fuso orario sono massacranti. Iachini deciderà solo all’ultimo istante se mandarlo in campo o meno, in caso contrario comunque sarà pronto Igor che a Torino ci è piaciuto molto. Quindi Milenkovic e Pezzella gli altri due della difesa davanti a “saracinesca” Dragowski.
Nessun dubbio, meno male, su Castrovilli. La botta alla testa presa col Genoa e la paura conseguente sono state metabolizzate. Castro c’è, pronti via. Si è sentita la mancanza con tutta la stima per chi lo ha sostituito. A centrocampo Pulgar nel mezzo e Benassi a destra. Oltre a Lirola e Dalbert esterni.
Altro dubbio in avanti: Cutrone-Vlahovic. Il primo è alle prese con una condizione da trovare dopo mesi di letargo in Inghilterra. Patrick ce la sta mettendo tutta, è un generoso. Troverà la forma solo giocando, ma il serbatoio non è pieno. Vlahovic ha una voglia di giocare formidabile, ha la fame di successo del predestinato, è un vorace. E questo fa di lui un giovane più che interessante. In settimana ha avuto un leggerissimo affaticamento, ma a quell’età si fanno miracoli. Iachini sceglierà anche per loro solo stamani, ma tanto sarà staffetta. E probabilmente continuerà fino all’ultima partita. Uno entra l’altro subentra.
L’Atalanta ha numeri impressionanti: miglior attacco del campionato con 59 gol in 22 gare. Dieci di queste reti sono state realizzate dai giocatori di Gasperini entrati a partita in corso. I nerazzurri vanno in rete da 13 gare consecutive, 35 in tutto, ultimo digiuno nello zero a zero di Marassi con la Samp. E’ un’Atalanta formato trasferta perché lontana da Bergamo ha messo insieme 22 punti su 39 mentre in casa solo 17. Infatti anche nelle ultime uscite le cose non sono andate benissimo: pareggio col Genoa (2-2) e sconfitta con la Spal. Mentre nell’ultima trasferta il verdetto è stato 0-7 a Torino contro i granata.
Se l’Atalanta ha statistiche così buone anche Iachini si difende: Beppe in 5 partite di campionato ha portato a casa 8 punti. Media 1,60 punti a gara contro lo le cifre di Montella di 17 punti in altrettante partite. L’intervento urgente di Iachini era rimettere in sesto la difesa: infatti Beppe ha dimezzato il deficit. Con Montella la Fiorentina viaggiava con 28 gol subiti in 17 partite, media 1,65 a incontro. Col nuovo allenatore 4 reti in 5 partite, media 0,80 a sfida.
Magari è l’attacco a far fatica: sono stati fatti 4 gol in 5 gare, media 0,80 a gara e col predecessore di Iachini le reti erano state 21 in 17 confronti con 1,23 di media. Ma tutto e subito è impossibile. Un passo per volta, senza arretrare mai di un centimetro. E’ la legge di Beppe.