I VIOLA SI GODONO UN NATALE SERENO. CHISSÀ SE TORINO È STATA LA SVOLTA. ORA C’È AUTOSTIMA, MA SERVE EQUILIBRIO. PRANDELLI STA PLASMANDO LA SQUADRA. MERCATO RAGIONATO, NON DI IMPULSO
Qualche mese fa, in occasione dell’uscita del calendario, l’occhio era volato subito alla sfida con la Juve e la data prima della sosta non presagiva niente di buono. Il successivo cammino stentato e pericoloso intrapreso dalla Fiorentina aveva corroborato questa sensazione, tanto da temere di trascorrere un Natale in piena zona retrocessione, magari dopo un sconfitta pesante allo Stadium. E invece, come sovente abbiamo raccontato, le traiettorie del pallone disegnano anche scenari inimmaginabili, impensabili sul momento. La Fiorentina ha asfaltato la Juventus nella sua casa, scrivendo tra l’altro statistiche storiche. Regalando un Natale inaspettatamente sereno ai tifosi. All’improvviso la balbettante squadra di Prandelli è schizzata sotto le luci della ribalta nazionale, con la forza di una grande, gettando nello sconforto il mondo juventino, alle prese, per adesso, con una stagione per molti aspetti peggiore della Fiorentina. Prandelli, il maestro, ha sbriciolato l’allievo, Pirlo. Incartandogli una partita pazzesca. I viola hanno reso possibile l’impossibile, capovolgendo un orizzonte pieno di nebbia, ritrovando un raggio di luce, nella speranza che il domani lo renda abbagliante. A qualche giorno dall’impresa di Torino il tema è capire se la prova autorevole e autoritaria dei viola sia stata la svolta o meno dell’annata. Perché da qui passa molto, se non tutto, del futuro della Fiorentina.
Siamo tentati dal collocare la vittoria di Torino nel solco delle due precedenti sfide, con Sassuolo e Verona, nelle quali avevamo scorto dei segnali incoraggianti, al netto delle solite criticità. Ci pareva che la mano di Prandelli avesse iniziato a plasmare la squadra, intanto facendole ritrovare uno spirito battagliero e convincente. Senza quell’anima puoi essere detentore del sistema di gioco migliore al mondo, ma non vai da nessuno parte. I concetti ed i principi tattici sono fondamentali solo se camminano sulle gambe di uno spirito di squadra. Non è la geometria a far la differenza, ma l’interpretazione del disegno. Era nata la solita divisione, segno distintivo della città: i due partiti. Mezzo pieno e mezzo vuoto. Noi ci eravamo iscritti al primo, ecco perché adesso ci risulta difficile slegare la partita con la Juventus da quelle che l’hanno preceduta. L’inversione di tendenza è nata dopo Bergamo, laddove i viola per noi avevano toccato il fondo, segnatamente per lo spirito non messo in campo, pur consapevoli della straordinaria forza dell’Atalanta. Se è vera questa valutazione, Sassuolo, Verona e Juventus rappresentato tre tappe di progressivo miglioramento della Fiorentina. Una squadra ancora malata, ma indirizzata sulla via della guarigione. Prandelli sta portando avanti un lavoro difficile, ma efficace. I crismi del suo pensiero sono presenti nell’atteggiamento dei viola.
Ma questo non ci autorizza a credere che i problemi siano evaporati martedì scorso, in quella notte fredda e fantastica. Occorrono conferme, a cominciare dalla partita col Bologna, alla ripresa dei lavori il 3 gennaio. Il primo impegno del 2021 potrà aiutarci a comprendere se Torino sia stata lo svolta o no. Perché imprese come quelle possono rappresentare un detonatore importante per l’autostima. Ma possono anche restare fine a se stesse perché bisogna giocare con quello spirito contro tutti gli avversari e non solo contro quelli che ti regalano una diversa visibilità. Proprio in frangenti come questi, e in particolare quando si parla di Fiorentina, serve equilibrio. Una vittoria, seppur clamorosa, non può darci la licenza di pensare che tutto il male sia alle spalle e che i viola siano in grado di scalare molte posizioni di classifica. La risalita deve essere graduale e sostenuta da prestazioni robuste. Auspicheremmo un andamento lineare in crescita costante della Fiorentina, piuttosto che le solite montagne russe. Per l’equilibrio Prandelli è l’uomo giusto al posto giusto. Pragmatico, poco incline alle iperboli che incendiano l’euforia di basso cabotaggio, con i piedi sempre ancorati al terreno. Abbiamo fiducia nella Fiorentina, ma è condizionata.
Gennaio sarà il mese del mercato, un’altra bella sfida per la società viola. I dirigenti dovranno essere freddi, lucidi e non agire di impulso. Che la squadra debba essere rinforzata è chiaro a tutti, ma è sul come che si gioca la vera partita. Deve arrivare un attaccante, ma sarebbe corretto che fosse complementare e non alternativo a Vlahovic. Fari puntati pure su un regista, ma prima Prandelli dovrà fornire una fotografia di Borja Valero in quel ruolo. Se lo spagnolo, come intuiamo, diventasse quel play che è sempre mancato ai viola, le risorse del mercato andrebbero orientate in un’altra direzione. Sì a nuovi giocatori, ma senza sbagliare bersaglio perché di errori se ne sono visti già abbastanza. Buona Natale a tutti.