DISASTRO TAGLIAVENTO: DELLA VALLE E FIRENZE CHIEDONO RISPETTO, LA CHAMPIONS VALE PER TUTTI
Gli errori ci stanno, anche quelli degli arbitri, fanno parte del corredo del pallone. Come un palo, un gol sbagliato a porta vuota, un'autorete. Tagliavento, però, si è superato, andando oltre anche a se stesso: trasformandosi in una costellazione di decisioni sbagliate. Ha spalmato la sua giornata di straordinario disordine arbitrale sui 90 minuti. Raramente ci siamo imbattuti in un arbitraggio così disastroso, una mediocrità senza confini. Tagliavento è entrato nella partita spaccandola, come un bomber devastante. Di qualcosa può lamentarsi il Milan, di tanto di più la Fiorentina. Anche perché se su Pizarro pesa come un macigno la palla persa con presunzione a favore di Montolivo, su Tagliavento pesa con altrettanta intensità la prima vera topica della sua tremenda partita: l'espulsione di Tomovic, un'ingiustizia gigantesca. Viola in dieci, tifosi inferociti, gara falsata. Da quel momento è stato un crescendo rossiniano di fischi invertiti, parliamo sempre dell'arbitro. E soprattutto cartellini gestiti male, anzi peggio: Nocerino ammonito per il rigore su Ljajic e non De Sciglio per il fallo su Cuadrado... Muntari non ammonito per un fallo su Jovetic, mentre a Montolivo e Balotelli è stato risparmiato il secondo giallo, quindi l'espulsione. Il Milan recrimina per il tocco di mano di Roncaglia sul colpo di testa di Pazzini. Ma tutto è cominciato con Tomovic.
Montella si è arrabbiato come mai gli era accaduto in questa stagione. Ha scommesso nell'intervallo una cena con Tagliavento: tema della riffa la cacciata dal campo di Tomovic. Montella è convinto che alla fine Tagliavento gliela pagherà, perché costretto ad ammettere l'errore. Al di là di questo, il tecnico viola ha mantenuto il fair play, così come i suoi dirigenti e la proprietà. A fine gara Diego e Andrea Della Valle hanno cercato di non farsi bruciare dal rogo delle polemiche. Ma questo è l'aspetto pubblico, un ruolo da tenere, anche perché da anni la Fiorentina ha scelto la strada delle buone maniere, rispetto invece ad altre società che fanno della lamentela una consuetudine.
I Della Valle, però, sull'argomento non sono sereni e hanno ragione. Vigilano con attenzione e con loro gli altri dirigenti. Troppe cose non tornano: questo duello col Milan per l'aggiudicazione del terzo posto, si sta accendendo sempre più per una serie episodi dubbi. Inoltre le polemiche circa la regolarità del campionato, innescate da Galliani alla vigilia della sfida dei viola a Is Arenas, non sono piaciute. Nella Fiorentina c'è preoccupazione, soprattutto non c'è voglia di diventare le vittime sacrificali.
Il discorso si fa serio perché ballano 30 milioni, questa la differenza tra partecipare al girone Champions o andare a divertirsi senza soldi in Europa League.
I Della Valle sentono gli umori della città, la Firenze viola è avvelenata per la cura Tagliavento, e non solo la sua. Il clima è pesante. La gente prima chiedeva rispetto, adesso lo pretende. I Della Valle anche.
Non si capisce come una piazza così prestigiosa, accompagnata da una proprietà seria e robusta sul piano economico, si debbano ritrovare a domandare ciò che legittimamente dovrebbero ricevere: rispetto.
Mario Tenerani
Il giornale