DIECI PAREGGI SONO TROPPI, SERVE PIÙ CORAGGIO. CHIESA E MURIEL PATRIMONIO DA NON DEBELLARE. IL CALENDARIO È IN SALITA, NON C'È SPAZIO PER GLI INDUGI. VIA ALLA PRELAZIONE PER LA COPPA: OBIETTIVO PIENONE
Dieci pareggi in 22 partite: siamo arrivati in doppia cifra, di questo passo sarà dura migliorare il nono posto attuale. Udine è stato l’ennesimo capitolo delle occasioni perse, delle possibili vittorie potenziali e quasi mai trasformate in gioia piena, in rilancio definitivo. Un gran peccato, perché la coppa aveva messo le ali ai piedi e sfruttare l’entusiasmo (al di là della legittima stanchezza) poteva e doveva rappresentare la fionda con cui lanciarsi verso le prime posizioni. Invece la Fiorentina resta ancora lì, nona in classifica, discreta ma mai troppo matura, non lontana ma neppure così vicina alla zona Europa. Le vittorie di Lazio e Atalanta, anzi, hanno creato un altro piccolo solco dal sesto-settimo posto a cui ambirebbero i viola. Il rischio di rimanere a bocca asciutta insomma, è concreto.
Nel mirino di molti tifosi è finito, ancora una volta, Pioli. Accusato di essere poco coraggioso e di insistere su certi giocatori (come Gerson e Pjaca) ormai cronicamente deludenti: il primo tempo di domenica in effetti va in questa direzione. Lenta e senza troppe idee, la Fiorentina si è fatta picchiare da Behrami senza mai dare la sensazione di poter far male. Impacci già visti quest’anno, perché quando i viola devono scardinare difese chiuse a riccio, spesso patiscono e finiscono per sbattere contro un muto di gomma. Di diverso stavolta c’è stata la reazione, veemente e tutta cuore, dopo il gol subito: da lì in poi la Fiorentina ha dominato e creato occasioni, ha alzato il ritmo e osato con addirittura quattro attaccanti in campo tutti insieme. L’Atalanta, tanto per fare un esempio, a Cagliari ha creato molto meno dei viola, eppure ha vinto. E ora sogna addirittura la Champions. La Fiorentina invece si mangia le mani, ripensando alle occasioni avute da Chiesa e ai colpi di testa di Pezzella e Ceccherini. Ma anche questo è il calcio, uno sport di tecnica, ma anche di tattica e battaglia, dove gli episodi, quasi sempre, fanno la differenza. Qui però la domanda nasce spontanea: perché non premere sull’acceleratore fin da subito, perché buttare un tempo e aspettare di cadere prima di provarle tutte pur di prendersi i tre punti? Detto questo, personalmente Pioli lo stimo. A Firenze ha dimostrato doti umane splendide soprattutto nella gestione del momento più tragico della storia viola, lo spogliatoio lo segue e la squadra continua a essere molto motivata, unita anche dal ricordo di Astori. Da un punto di vista tattico poi prepara le partite quasi alla perfezione, studia gli avversari e li imbriglia, prova ne siano le pochissime sconfitte patite finora. A volte però mi piacerebbe vedere una Fiorentina più coraggiosa, come quella che ha sbranato la Roma, o come quella che mise sotto l’Inter a San Siro. Mi piacerebbe vedere una squadra più spensierata, più allegra nella sua gioventù e spinta dal talento e l’entusiasmo dei suoi gioielli d’attacco. Muriel è l’uomo perfetto per incarnare questo spirito: il suo calcio è puro istinto. E’ dribbling e velocità, è la sfida che mette i brividi a qualsiasi difensore e crea adrenalina nei tifosi. Il calendario ci mette con le spalle al muro: sabato arriva il Napoli, tutte le altre rivali invece avranno terreno fertile per allungare in classifica. La Lazio avrà l’Empoli, la Samp il Frosinone, l’Atalanta la Spal, il Toro l’Udinese e il Milan ospiterà il Cagliari. In più, all’orizzonte (dopo la Spal) ci sono le sfide contro Inter, Atalanta e Lazio. Non c’è spazio insomma per altri indugi: serve osare. Serve rischiare divertendosi, senza fare troppi calcoli, ma consapevoli di avere una coppia d’oro che può mettere tutti. Per capire quale sarà il futuro ci sarà tempo (facile comunque immaginare che la conferma dell’allenatore passerà dai risultati), in ballo c’è ancora moltissimo, soprattutto quella semifinale di coppa da vivere con impeto ed eccitazione, all’inseguimento di quel trofeo sempre sfuggito ai Della Valle. Oggi (al massimo domani) tra l’altro dovrebbe partite la vendita dei biglietti per l’andata contro l’Atalanta: la politica dei prezzi andrà incontro ai tifosi, all’ipotesi di uno stadio stracolmo che possa aiutare Chiesa e compagni a prendersi la finale. Sarà, quella, la partita più importante dell’anno da giocare al Franchi: facciamolo con il sorriso. A tutta birra. Lo chiede Firenze e lo impone la straordinaria potenza nelle gambe di Muriel e Chiesa, i due contropiedisti da innescare correndo.