CUTRONE E LA LEGGE DELL’EX, LA FIORENTINA RIPRENDE IL MILAN CON LE ARMI DI BEPPE (MA PERCHÉ INIZIARE A GIOCARE SOLO ALLA FINE?). MILAN FURIBONDO CON IL VAR, L’OMAGGIO A PIOLI E LA DOLCEZZA DEL TIFO FIORENTINO
La legge dell’ex, per una volta, non si è fatta beffe della Fiorentina. Al gol di Rebic ha risposto l’adrenalina di Patrick Cutrone, entrato come un forsennato come ai tempi rossoneri e decisivo nel guadagnarsi, con fame e foga da vendere, il (generoso) rigore del pari. Il Milan ha condotto il gioco, ma i viola hanno giocato alla Beppe e hanno tirato fuori l’orgoglio quando tutto sembrava perso. Sotto di un gol e di un uomo, la Fiorentina ha alzato la testa e ha detto no: un’altra sconfitta al Franchi sarebbe stata roba dura da digerire, e allora ecco la reazione, il cuore, l’orgoglio, l’impeto tambureggiante che ha portato addirittura a sfiorare la vittoria con quella parata di Begovic su Caceres a un soffio dalla fine. Giocasse sempre come negli ultimi 20 minuti, la Fiorentina avrebbe tutta un’altra classifica. Invece, ancora una volta, la squadra è partita contratta, lasciando il centrocampo al Milan e quasi senza mai abbozzare pressing e contrattacchi. L’unica, vera, palla gol prima della rivoluzione finale è stato quel diagonale di Vlahovic nella ripresa: troppo poco per pensare di vincere, troppo poco per dare un’accelerata a questo campionato viola che ancora resta incompiuto.
Nella partita poi, come un macigno, ha pesato il Var. Il gol di Ibra, regolamento alla mano, è da annullare, perché da quest’anno ogni tocco di mano “da cui l’attaccante trae vantaggio” è punibile anche se non volontario: Calvarese dunque ha fatto bene a cancellare il lampo di classe dello svedese, anche se una regola del genere lascia parecchie perplessità su cosa sia diventato il calcio nell’era del Var. Il rigore finale naturalmente ha fatto infuriare Pioli, perché il contatto Romagnoli-Cutrone è lieve e perché il milanista tocca prima la palla e poi la punta viola: in questo caso però è dura capire la reale entità del tocco tra le due caviglie, e proprio per questo il Var (da regolamento) lascia che sia l’arbitro a giudicare quanto visto sul campo. Da parte sua però la Fiorentina può reclamare sul fallo non fischiato a Castrovilli a inizio dell’azione che ha portato al gol di Rebic. Anche in questo caso niente intervento della tecnologia e vai con le polemiche: l’uso del Var insomma resta un mistero buffo, destinato a far arrabbiare un po’ tutti. Urgono chiarimenti, ma su questo Rocco Commisso era già stato abbondantemente chiaro settimane fa.
Arbitro a parte il punto è d’oro per la Fiorentina, soprattutto per come s’era messa la partita. Iachini ha azzeccato i cambi e ha dimostrato coraggio nel buttar dentro Cutrone insieme a Vlahovic e Chiesa, anche dopo il rosso a Dalbert. Un coraggio che però vorremmo vedere anche dal primo minuto. Difesa e contropiede sono ottime armi, ma da sole non possono bastare a plasmare la Fiorentina del futuro. “Stiamo lavorando sul tridente”, ha detto Iachini a fine partita. Senza Dalbert, sabato a Udine, potrebbe essere l’occasione giusta per provarci.
Infine, un applauso, enorme, al pubblico fiorentino. Il Franchi strapieno riempie il cuore e l’omaggio a Pioli nel nome di Davide, è la cosa migliore possibile per descrivere cosa siano il senso di apparenza, il rispetto, la riconoscenza nei confronti di un uomo che farà parte per sempre della storia viola.