CHIESA, IL NUOVO BERTI E UNA LEZIONE DA RICORDARE: CHI VUOLE ANDARSENE, DA OGGI, VADA PURE. MILIK & C.: L’INUTILE CACCIA AL BIG HA DELUSO FIRENZE. LE OPZIONI PER BEPPE E UNA FIORENTINA DA CAMBIARE. OGGI ROCCO SVELA IL CENTRO SPORTIVO
Ci serva da lezione. La storia di Chiesa che se ne va alla Juve, con quel senso di liberazione descritto ieri da Pradé, è un monito per il futuro. Il calcio, ormai da tempo, è un mondo avaro, dove i bilanci contano molto più dei sentimenti, dove i soldi e i fatturati pesano più dei progetti sportivi e dove lo spazio per le passioni e i sentimenti dei tifosi è ormai ridotto all’osso. Tenere un separato in casa per un anno di più, è servito solo ad avvelenarci, a deprezzare quello che poteva essere un enorme affare che invece (anche a causa del Covid) si è trasformato in un addio in leasing, con un pagherò che almeno per il momento lascia Commisso con un pugno di mosche in mano. In questa storia a vincere sono stati soprattutto i Chiesa, che la Juve volevano e la Juve hanno avuto, senza mai pensare alle conseguenze di uno strappo con la città che finora è stata la loro e che era pronta anche a perdonare il calcio immaturo di Fede, fatto di grandi strappi ma anche di inutili individualismi spesso fini a se stessi.
Il nuovo Antognoni, Federico, non lo sarebbe comunque mai stato. Troppa differenza di stile e sentimenti, troppa differenza di stoffa e spessore umano e troppa differenza di classe, in campo e fuori. Voltando le spalle a chi lo ha cresciuto, anzi, nei pensieri dei fiorentini andrà a far compagnia ai grandi traditori della storia. Sarà il nuovo Berti insomma, o se preferite il nuovo Berna, un altro che millantava amore e che invece ha preferito vestirsi di bianconero mentre recitava il malato immaginario come fosse la brutta copia del grande Alberto Sordi, in un film indimenticabile di ormai molto tempo fa. Si volta pagina, finalmente, e lo faremo con Callejon sulla fascia, un signor giocatore che ha scelto Firenze per ricominciare. Per curriculum, esperienza e talento in zona gol, José è perfino più forte di Chiesa, anche se non può avere la resistenza e la potenza del neo strisciato. Il suo arrivo è passato quasi in sordina per le molte polemiche dovute al mancato arrivo della punta, ma, c’è da scommetterci, si rivelerà azzeccatissimo.
Firenze ama questo tipo di calciatori, Joaquin, tanto per fare un esempio, da queste parti ha fatto faville. Callejon ha talento e carisma, nel Napoli è stato un pilastro finché non ha rotto con De Laurentiis, e a Firenze potrà godersi una sorta di seconda giovinezza. La campagna acquisti insomma non è stata così disastrosa come pensano in molti, ma è indubbio che per essere davvero convincente le sia mancato il grande colpo. Fissarsi su Milik e Belotti, come d’estate era capitato con Tonali e De Paul, non si è rivelata una grande tattica. Quando un obiettivo è irraggiungibile, qualunque sia il motivo, è inutile incaponirsi per cercare di cambiare la situazione. Meglio pensare ad altro, altrimenti si rischia di convivere coi rimpianti. Eccolo dunque un altro monito per il futuro: quando si vendono pezzi pregiati, serve farlo in tempi stretti (e non certo all’ultimo giorno di mercato) e un piano preciso per rendere la squadra più forte. La prossima puntata comunque l’avremo presto, gennaio è vicino. E Ramadani è lì che lavora sodo per portare via Milenkovic. Ecco, se in questi mesi il rinnovo dovesse restare chimera, se l’ineffabile Fali dovesse portare l’offerta giusta, Rocco farà bene a non pensarci troppo: tanti saluti e avanti un altro. C’è Quarta che promette di essere molto più di una riserva. E poi c’è quella lezione imparata con Chiesa, che è meglio non dimenticare.
La storia di Pezzella invece è diversa, le parole di Pradé sono state un’accusa nei confronti del manager, che l’ha proposto ovunque ma senza mai trovare un acquirente solido. German però non ha la smania di altri suoi compagni: può restare, a patto che la Fiorentina creda davvero in lui. Il mercato comunque è appena chiuso, non pensiamoci più. Oggi godiamoci la presentazione del centro sportivo, poi vediamo che idee avrà Iachini. Con Callejon andrà trovato un altro sistema di gioco, perché il 3-5-2 non è il vestito adatto al nuovo numero 77 viola. Dopo lo scivolone con la Samp, Beppe si gioca moltissimo. La punta non è arrivata, il regista che chiedeva neppure. Ma Iachini non ha comunque alternative: per restare solido in panchina, deve migliorare il gioco e ricominciare a far punti.