CESARE, IL 3-5-2 E QUELLA VESTE DI AGGIUSTATORE CHE FATICA A SENTIRE SUA. SARÀ UN MERCATO LUNGO E PIENO DI SORPRESE: LA FIORENTINA PREPARA UNA MINI RIVOLUZIONE. BEFANA A RISCHIO CARBONE CONTRO LA LAZIO: SERVIRÀ UN’IMPRESA, COME A TORINO
Sarà un mercato lungo e difficile, così come difficile si prevede la Befana viola, a casa di una delle grandi del campionato e per questo a rischio carbone nella calza. La Fiorentina viaggia a passo lento, tre pareggi nelle ultime quattro partite infatti non sono sufficienti a scrollarsi di dosso le preoccupazioni figlie della classifica neppure dopo aver vinto con la Juve.
Prandelli insiste sul concetto di consapevolezza, sul prendere coscienza di un campionato di sofferenza in cui anche i punticini e le partite abbottonate, possono servire a portare la nave in porto.
Realismo dunque, che nel mondo viola fa rima con il solito 3-5-2 pieno di difensori e molto poco affascinante per chi ancora spera di vedere la Fiorentina togliere il freno a mano e cominciare finalmente a proporre qualcosa che somigli a un progetto di gioco. Cesare però è stato chiarissimo: si va avanti così, perché dare certezze alla squadra in questo momento è la priorità. Anche il mercato allora dovrà essere pensato in questa ottica: Callejon a questo punto è ufficialmente cedibile, ma anche tanti altri rischiano. Via gli scontenti è l’altro input prandelliano, i vari Duncan, Pulgar, Lirola e Kouame, se vorranno, potranno trovare una nuova sistemazione. Occhio allora: in questo gennaio potrebbe uscire anche una mini rivoluzione, non solo per l’addio degli esuberi Cutrone, Eysseric e Montiel (Saponara è già andato), ma anche per la bocciatura di alcuni degli acquisti più cari della gestione Commisso.
Solo nella seconda parte del mercato invece, arriveranno gli acquisti. La Fiorentina cerca sicuramente una punta in grado di giocare con e al posto di Vlahovic, bravo nel fraseggio e quindi in grado anche di sostituire Ribery (El Shaarawy è un’ipotesi, ma non l’unica). Se ne andasse anche Kouame (da inguaribile romantico però spero ancora nel riscatto di questo ragazzo arrivato con tante speranze ma finito molto presto tra i rincalzi), gli attaccanti potrebbero anche essere due e a quel punto Caicedo potrebbe davvero diventare un obiettivo sensibile, anche se Tare continua a ribadire che resterà dov'è. Per il centrocampo insistiamo: Torreira sarebbe l’acquisto ideale per completare il reparto con Castrovilli e Amrabat. Si cerca anche un esterno a tutta fascia, visto che Lirola non convince e già parla col Marsiglia. E’ uscito il nome di Malcuit, ma con tutto il rispetto, il francese quest’anno ha giocato appena due partite e rientra proprio nel gruppo degli scontenti (come Zaza) che Prandelli non vorrebbe con sé.
Come detto il mercato sarà una storia lunga, dove le sorprese saranno all’ordine del giorno. Meglio pensare allora a quello che ci attende oggi: la Lazio, arrabbiata e delusa da una classifica che non rispecchia il valore della squadra, è a caccia di rivincite. Il guaio fisico di Immobile dell’ultim’ora potrebbe essere un grande salvagente per Prandelli, a patto che la Fiorentina giochi con la grinta e la concentrazione di Torino. I viola non subiscono gol da due partite e non perdono da quattro, per caratteristiche poi si esaltano sfidando le grandi e soffrono quando devono imporre gioco. Lazio in attacco e Fiorentina pronta a ripartire: il tema tattico è fin troppo prevedibile. Incrociamo le dita e speriamo in un’altra impresa, che lasci il carbone all’aquila biancoceleste e ci faccia gustare qualche chicca. Ribery, nell'ultimo Lazio-Fiorentina, fu fantastico. Segnò (da allora purtroppo non l'ha più fatto) e stava trascinando Iachini a una grande vittoria. L'arbitro ci mise lo zampino e regalò la partita a Inzaghi, ma visto che la rivincita è un piatto da servire freddo, ecco che quel ricordo amaro potrebbe essere un piccolo valore aggiunto per pensare a una partita gagliarda e affamata dei viola.
Vada come vada però, si continua a fare fatica a vedere Prandelli in queste vesti di aggiustatore. Prendere una squadra in corsa e per altro in piena lotta retrocessione, non è facile per nessuno. Vederlo schierare cinque difensori in casa, con appena tre giocatori (Castro, Franck e Vlahovic) in grado di inventarsi qualcosa però è un’immagine veramente molto lontana dalla ricerca del gioco che proprio Prandelli ha sempre imposto alle squadre che ha allenato. La sua Fiorentina dei tempi che furono provava a imporsi contro chiunque, sapeva cosa fare e spesso ci riusciva pure. In poche parole, aveva identità e personalità. Qualità che oggi, per i continui cambi tecnici e per gli errori sul mercato, mancano come il pane