CENTRO SPORTIVO E VELENI, MA IL RE È NUDO

26.07.2023 11:20 di  Donato Mongatti   vedi letture
CENTRO SPORTIVO E VELENI, MA IL RE È NUDO
FirenzeViola.it

La scorsa settimana è passata sotto traccia una nota della Prefettura, nella tarda serata di mercoledì, riportata tra gli altri da Firenzeviola. L'istituzione, dipendente dal Ministero dell'Interno, riepilogava la procedura in merito alla richiesta di deroga per le aree di servizio del Centro Sportivo della Fiorentina di Bagno a Ripoli.

La precisazione della Prefettura concludeva sottolineando che al 19 luglio non era arrivata alcuna richiesta di deroga per l'impianto sportivo all'interno del centro di allenamento.

Diverse ore prima della notizia di FirenzeViola.it, il Direttore Generale della Fiorentina Giuseppe Barone tuonava: “Come Fiorentina abbiamo fatto tutto il possibile per avere la tifoseria vicino alla squadra qui a Bagno a Ripoli. Ci sono responsabilità di qualcuno da prendersi sull’agibilità dello stadio, dove al momento le partite non si possono giocare, sia contro il Parma che contro il Catanzaro (aperte al pubblico, ndr). Mi auguro che questa situazione possa risolversi al più presto”.

Appariva immediatamente impossibile che la nota pubblicata fosse frutto della fantasia del giornalista che l'ha diffusa, ma per fugare qualsiasi dubbio abbiamo chiesto conferma alla Prefettura che, ovviamente, ne ha certificato la rispondenza al vero.

Insomma i fatti raccontano che Barone punta il dito verso non si sa quali responsabili e si dimentica di guardare in casa propria.

Di chi è la proprietà del Centro Sportivo? Chi ha scelto la ditta per fare i lavori? Chi ha scelto i tecnici che si sono dimenticati delle fognature? Chi nel febbraio del 2021, a inizio lavori, disse “pronto in 18 mesi” e dopo due anni e mezzo non si vede la fine dei cantieri (dove però si vorrebbe far entrare il pubblico). Chi, dopo aver negato per un bel pezzo possibili ritardi per il taglio del nastro, a fine 2022 disse “Pronto a marzo-aprile 2023”? Chi ha scelto deliberatamente di fare un ritiro estivo in un cantiere, liquidando Moena e pretendendo di ottenere permessi e deroghe ignorando i tempi e le norme degli enti preposti a rilasciarli?

Chi? Dirigenti e dipendenti della ACF Fiorentina, o del Lumezzane Football Club?

Lunedì in Consiglio Comunale l'Assessore allo Sport Cosimo Guccione ha spiegato, durante la seduta, che a fine 2022 la Fiorentina ha formalmente comunicato a Palazzo Vecchio che, in caso di inizio lavori di ristrutturazione del Franchi, il Club avrebbe abbandonato lo stadio per le stagioni 2024-25 e 2025-26. La notizia della scelta della Società viola fu annunciata dal Sindaco Nardella tre mesi dopo, nel marzo 2023. Nei giorni seguenti ci fu una legittima sollevazione della tifoseria e di parte della stampa per l'esilio di due stagioni. Andando a ricercare le dichiarazioni della dirigenza gigliata della scorsa primavera si rileggono affermazioni che paiono pronunciate da chi casca dal pero, ma in realtà tre mesi prima la Fiorentina aveva indicato al Comune una precisa scelta.

Ma d'altra parte “in Fiorentina” non sono nuovi a esternazioni che lasciano più di un dubbio. Come quella dove il DG Barone dichiarava: “Vorrei capire perché siamo in affitto in uno stadio in cui ha sempre giocato la Fiorentina”. Magari per chiarire la questione poteva chiederlo al Napoli, all'Inter e al Milan, o alla Roma e alla Lazio che, insieme, versano oltre sei milioni di euro l'anno al Comune capitolino per sfruttare l'Olimpico solo il giorno delle partite.

Se dopo aver reiteratamente attaccato i fiorentini col “compratela voi” - come ha rivelato Repubblica la settimana scorsa - si invitano a cena gli imprenditori cittadini e ci si presenta col cappello in mano a chiedere sostegno, dato che il Centro sportivo costa dieci milioni di euro di gestione l'anno, c'è qualcosa che stride.

Eppure lo studio presentato dal Club viola nel settembre del 2020, sull'impatto economico derivato da un nuovo stadio, affermava chiaramente che ben oltre l'80% dei potenziali ricavi sarebbero stati determinati dai risultati della squadra. Gli incassi si fanno coi risultati, a prescindere da stadi, annessi e connessi.

Chi ha preceduto questa Proprietà (prendendo una società fallita), pur dovendosi confrontare (come l'attuale) con la burocrazia, le leggi, i balzelli e i tempi della Pubblica Amministrazione, dopo 4 anni ha conquistato la qualificazione alla Coppa dei Campioni (poi revocata per Calciopoli e fatti relativi alla stagione precedente, ma raggiunta coi risultati sul campo). L'addio della precedente Proprietà giunse alla fine di un decadimento, ma i primi anni furono indiscutibilmente in costante crescita.

Oggi, dopo quattro anni di attacchi, di giocatori “traditori e ingrati” (ma poi ci dicono che se non si vendevano si falliva),  di tifosi dissidenti invitati a stare a casa e di “è sempre colpa degli altri”, quali traguardi ha raggiunto il Club?

Gioverà alla lunga questo sistematico uno contro tutti? Che senso ha avuto disputare le amichevoli a porte chiuse e non correre ai ripari individuando un impianto alternativo della Toscana (come innumerevoli volte è stato fatto), dando tra l'altro la possibilità di assistere alle partite a molte più persone di quelle ospitabili sulle tribune degli stadiòli di Bagno a Ripoli? Verrebbe da pensare che la scelta sia stata fatta col fine unico di passare per l'ennesima volta da vittime della burocrazia, ma i tifosi, a prescindere da torti e ragioni, che colpe hanno?

Nel calcio ottenere risultati è l'unica via per zittire tutti. Il calciomercato in uscita realizzato ad oggi è già una buona base per investire in entrata senza grandi sacrifici economici. I mezzi ci sarebbero.

Attendiamo fiduciosi.

Di seguito la nota della Prefettura pubblicata da Firenze Viola:

“In merito alla richiesta di deroga prevista dall’art. 22 del DM 18/3/96, per le aree di servizio del Ministadio del Centro Sportivo Viola Park, si riepiloga la procedura:

1) il SUAP (Sportello unico per le attività produttive) del Comune di Bagno a Ripoli ha trasmesso ieri (18 luglio, ndr) al Comando provinciale dei VVF la richiesta di deroga per gli ambiti di competenza dei VVF. In particolare, la deroga chiesta riguarda l’art. 8 del DM 18/03/1996 (lo spazio di attività sportiva costituita dal campo C9 è provvisto di una sola via di uscita per gli atleti);
2) l’istruttoria è stata immediatamente avviata. Il parere viene reso dalla Commissione tecnica regionale dei VVF.
3) una volta rilasciato il parere, unitamente alla richiesta di deroga di cui all’art. 5 del predetto decreto, e al parere del CONI nazionale, trattandosi di impianto sportivo, il tutto viene trasmesso con l’intero progetto alla SUAP del Comune di Bagno a Ripoli, che inoltra alla CPV (Commissione Provinciale di Vigilanza Pubblico Spettacolo, ndr) della Prefettura. Una volta ottenuta dalla CPV la fattibilità e l’agibilità dell’impianto, può essere concessa con decreto della Prefettura la deroga. 
4) Ad oggi (19 luglio 2023, ndr) non è pervenuta alcuna richiesta”.