CABRAL ORA FA TUTTO: GOL E MANOVRA. SE DECOLLA ANCHE NICO, I VIOLA VOLANO. BENTORNATO CASTRO: CI SEI MANCATO. POZNAN PIU’ TOSTO DI QUANTO SI CREDA. COL LECCE PER ACCORCIARE LA CLASSIFICA. FIORENTINA IN FORMA AL MOMENTO GIUSTO
Il meteo viola lo capisci dai volti delle gente, le facce raccontano tutto. Il giorno dopo di un altro trionfo della Fiorentina, il settimo nelle ultime 8 gare, è la miglior fotografia di come e quanto sia mutato lo stato d’animo chi ha il viola tatuato sul cuore. Dalla tempesta al sereno in un pugno di partite. In fin dei conti non ci vuole molto per far sorridere Firenze, basta qualche sfida giusta. Come d’incanto spariscono critiche e musi lunghi. E’ il segreto del calcio. Oddio, segreto si fa per dire. Tutto già scritto, è sempre andata così. A Firenze in particolare.
I numeri accompagnano un cammino che dal 12 febbraio, dopo l’infausta sconfitta a Torino con la Juve, è diventato improvvisamente fertile. Ricco di gol e di successi. La Conference, sicuramente, ha aiutato: solo in Europa in questo periodo sono arrivati 12 gol mentre 8 sono stati quelli realizzati in serie A. Un pari, con l’Empoli al Franchi, poi solo affermazioni piene.
Un crescendo rossiniano che non può essere casuale. Dentro ci stanno le intuizioni di Italiano. Il tecnico ha saputo reinventarsi trovando il coraggio di cambiare; una preparazione fisica che evidentemente durante la sosta è stata curata in modo particolare; un gioco più verticale e meno orizzontale. Una manovra che ha trovato la propria sublimazione in Arturone, il centravanti pronto a battagliare con chiunque. Cabral ha segnato 7 reti, complessivamente, dalla gara col Braga a Firenze fino a quella di due giorni fa in Anatolia. La sua esplosione ha innescato una striscia positiva, ma pure in questo caso è fatto divieto di provare meraviglia. Salvo rarissime eccezioni, infatti, non esistono squadre che ottengano soddisfazioni senza l’azione offensiva di un autentico numero nove. Se gioca bene il bomber, giocano bene tutti. E’ lui il direttore d’orchestra, tanto quanto il regista. Nella Fiorentina poi non c’è un Pizzarro, la palla arriva in avanti e tocca al centravanti pulirla e riproporla. Aprendo gioco in attesa di riprenderne il possesso per scaraventarla in rete.
Cabral si è trasformato, oltre a gol c’è tanto altro. Sono solo 6 le reti in campionato, ma perché si è sbloccato nel 2023 dopo un anno di apprendistato. E qui si aprirebbe un altro fronte, quello della certosina pazienza di cui sono dotati i tifosi viola. Gli acquisti rendono sì, ma devono passare mesi e mesi per apprezzarne i frutti. E’ così, non c’è niente da fare. Prendete Dodò, Mandragora e Ikonè, anche se il francese è ancora a corrente alternata. Speriamo si sblocchi una volta per tutte pure Jovic. Questo è il quadro. Però la bravura di Italiano è stata anche quella di trasportare la Fiorentina, col motore caldo, in questo momento. I viola stanno benone nel cuore della stagione, non è un dettaglio.
La gestione del personale da parte di un allenatore poco esperto, è soltanto al terzo anno di A e al primo in Europa, è stata il valore aggiunto. Napoli, Milan, Inter, Juventus e Roma, formazioni impegnate nelle coppe come i viola, sono guidate da allenatori che vantano esperienze consolidate in Europa. Italiano no. Ha fatto un corso accelerato, quest’annata per lui vale un tesoro, in termini di crescita professionale.
All’appello manca Nico Gonzalez. Sia chiaro, l’argentino non gioca male, ma ancora non si muove da campione qual è. Se lui decolla, allora la Fiorentina può volare. Gonzalez ha qualcosa più degli altri: talento puro, guizzi che regalano la superiorità numerica, senso del gol, abilità nell’assist. Per certi aspetti è come se la stagione cominciasse ora, Gonzalez ha tutto lo spazio necessario per esaltare le prestazioni della Fiorentina.
Castrovilli, intanto, è tornato. Il gol bellissimo realizzato a Sivas è stato lo squillo della sua classe, la sicurezza che i fantasmi sono alle spalle. Gaetano ci è mancato tanto perché nel mezzo può fare tutto: interno, schermo a protezione della difesa, all’occorrenza trequartista. Coltiva una buona confidenza con il gol, tra i viola non ce ne sono molti come lui. Il recupero completo di Castro, tornando all’importanza di questo frangente, corrisponde all’inserimento di un nuovo giocatore nella rosa. Qualità rimasta fino ad adesso in infermeria. Italiano può sorridere.
Aprile sarà un frullatore di impegni, una gara ogni tre giorni, pochi allenamenti, molte partite. Ma gli appuntamenti principali saranno le due semifinali di Coppa Italia con la Cremonese e i quarti di finale di Conference con il Lech Poznan. I polacchi sono una vecchia conoscenza dei viola, stagione 15/16, in Europa League fase a gironi. Vittoria esterna e sconfitta interna. La Fiorentina di Sousa uscì ai sedicesimi con il Tottenham. Il sorteggio di Nyon non è stato malevolo, ma forse da qualcuno è stato salutato come estremamente facile. Pensarlo sarebbe un errore decisivo.
I polacchi sono tosti, con qualche individualità interessante. Non sarà un passeggiata a casa loro, ambiente compreso. Però la Fiorentina di oggi è autorizzata a non temere nessuno perché ha incamerato certezze fino a poche settimane fa del tutto sconosciute. In caso di passaggio del turno, l’eventuale semifinale sarebbe con Basilea o Nizza, altre squadre non banali, ma abbordabili. Ci può stare tutto, anche che la Fiorentina plani in finale, ma la strada è ancora densa di ostacoli.
Per tenere un passo spedito in coppa, occorre non trascurare il campionato, anche perché esiste ancora una possibilità di accorciare la classifica. Il Lecce domani può rappresentare un’occasione se affrontato con tenacia e grande concentrazione. I viola saranno un po’ stanchi, la trasferta in Turchia è stata pesante, ma quando l’animo è leggero e la fiducia è di cemento armato, le gambe vanno che è una bellezza. Il futuro è adesso.