ANCORA NARDELLA, Sul Franchi vado a oltranza
Dario Nardella, sindaco di Firenze, ha parlato ai cronisti presenti a margine della conferenza stampa tenuta quest'oggi a Palazzo Vecchio: "Io aspetto a braccia aperte Rocco Commisso, a Palazzo Vecchio, e non vedo l'ora di salutarlo visto che questa brutta pandemia ce l'ha impedito. Ci avviciniamo alla scadenza di un anno, e sono felice perché in questo periodo abbiamo lavorato. Anche io ho fatto il mio piccolo striscione perché rispetto, collaborazione ed ammirazione verso lui e la sua famiglia sono gli stessi del primo giorno. Anzi, sono ancora più grandi, così come il mio desiderio di lavorare per Firenze, in accordo con i tifosi e con chi ama la città e la Fiorentina. Non sono né irritato né geloso o invidioso di decisioni prese in altri comuni fuori da Firenze, ho il massimo rispetto: la proprietà è libera di fare le proprie scelte, presentando i propri progetti.
Come sindaco ho il dovere di lavorare per la mia città, e dopo quello che è successo con la Mercafir, siamo ancora più impegnati per una riqualificazione complessiva del Franchi e della cittadella di Campo di Marte, è lì che la storia di Firenze è cresciuta grazie a vittorie e generazioni di tifosi. Sono prontissimo a rivedere la proprietà, se necessario anche assieme ai tifosi: quello che conta per me è il bene di Firenze e della Fiorentina. Sono sereno e tranquillo, in queste settimane in cui purtroppo non si sono giocate le partite, si sono accavallate letture e retroscena sullo stadio, ho voluto parlare perché è importante far arrivare la mia voce in modo chiaro ai fiorentini. Andrò avanti ad oltranza sul Franchi e su Campo di Marte, lo farò verso Soprintendenza, Ministero dei Beni e delle Attività Culturali, Governo e Parlamento: nessuno può prendersi la responsabilità di lasciare abbandonato uno stadio che è un monumento alla storia del calcio e dello sport. Sarò molto determinato nell'andare avanti su questa strada: non è un monumento da guardare e conservare e basta, ma un luogo vivo da fruire in cui per anni si sono giocate partite di calcio e altre manifestazioni sportive, ideato dall'architetto Nervi per giocare a pallone, non per tenerlo chiuso".