Fiorentina, serve un’altra scossa. Anche in panchina
Il risultato è finito in secondo piano già all’intervallo, quando il rientro negli spogliatoi della Fiorentina è stato salutato (giustamente) da soli fischi. Il modo in cui la squadra di scioglie al cospetto del Lecce nei primi 45 minuti basta da solo a raccontare tutto ciò che di negativo si è insinuato nella stagione viola. Il centrocampo che Pioli vara nella partita più importante è sovrastato e non tiene un pallone, Kean e Dzeko combattono da soli e sono poco assistiti, dietro la retroguardia è presa d’infilata come spesso le capita
Serve un (altro) scossone, stavolta in panchina
Insomma al netto di un secondo tempo in cui Pioli stravolge tutto il centrocampo inserendo Ndour, Mandragora e persino Gudmundsson versione mediano (conferma a scelte iniziali poco adeguate), salvo poi provare pure le carte Piccoli e Fazzini, la prova della Fiorentina è ancora una volta impalpabile. La sensazione che serva uno scossone tecnico è ormai una certezza, e poco cambia se in casa viola di scossoni ce n’era già stato uno alla vigilia di questo ennesimo flop in campo. Alla ricerca di un nuovo direttore sportivo serve anticipare quella per un nuovo tecnico, che sia quel Paolo Vanoli considerato primo profilo fino alle dimissioni di Pradè o altri profili, ma non è più possibile rimandare una separazione inevitabile.
Scelte inefficaci
Anche perchè al cospetto di una difesa alta come quella leccese le scelte di Pioli sono di nuovo inefficaci. Dzeko e Kean del resto non possono usufruire di lanci lunghi visto come la squadra di Di Francesco si comporta restando corta in mezzo al campo, e il centrocampo in perenne difficoltà non può far altro che allargarsi sulle fasce dove però Dodò non sfonda e Fortini da solo non può bastare. Quanto alla ripresa, con Gudmundsson a centrocampo e l’attacco riempito da Fazzini e Piccoli, solo su corner Kean spreca l’occasione migliore (dopo una prova di eccessivo egoismo) mentre sul rigore di Ranieri vien da pensare che non sempre gli episodi possono giocare a favore dei viola. Insomma se il gruppo non risponde, non reagisce al momento più nero della storia di Commisso a Firenze non lo fa nemmeno la squadra. E purtroppo nemmeno il tecnico
In lotta per la salvezza
In questo modo il campionato viola rischia di diventare una discesa senza freni in una classifica che ormai certifica come e quanto la Fiorentina sia invischiata nella lotta per la salvezza. Per questo serve prendere decisioni in fretta e cambiare ulteriormente strada, affidando questo gruppo a un altro allenatore e ad un altro metodo di lavoro. Una figura che possibilmente conosca insidie e tranelli di una corsa alla salvezza lontana anni luce dalle ambizioni di zona Champions Legue sbandierate (pure dal tecnico) a inizio stagione. Senza più un direttore sportivo, dimissionario, con un tecnico sfiduciato da pubblico e ormai anche dalla squadra è l’ora più difficile per la Fiorentina, ma solo Commisso può intervenire. E deve farlo il prima possibile.
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