Come funziona con i 55milioni per il Franchi e cosa succede adesso

A inizio luglio il Governo ha formalmente restituito al Comune di Firenze i 55 milioni che aveva definanziato e poi riassegnato alla Città Metropolitana di Firenze, precisando che non potevano essere impiegati nella ristrutturazione dello stadio Franchi. Il 2 luglio il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi ha firmato il decreto che indica la distribuzione di queste risorse (andranno a scuole, piccoli impianti sportivi, riqualificazione di piste ciclabili e del verde pubblico).
Finanziando opere già coperte da risorse del Comune, i soldi risparmiati potranno essere girati sullo stadio Franchi. Per questi interventi, però, il decreto ministeriale impone che «la stipula del contratto lavori dovrà avvenire entro il 31 dicembre 2025 e l’ente è tenuto alla conclusione dei lavori entro il 31 dicembre 2027». Palazzo Vecchio, dunque, dovrà correre: alcune opere sono già avviate, ma altre devono ancora essere messe a bando.
In ogni caso il ritorno dei 55 milioni spiana la strada per l'ammodernamento dello stadio. Come è risaputo saranno necessari altri milioni per ultimare il tutto, perché tenere la Fiorentina a giocare al Franchi in coabitazione coi cantieri, inevitabilmente, implica un aumento dei costi (oltre a un allungamento dei tempi). Di quanti milioni? C'è chi sostiene che ne servano un'altra cinquantina, altri, più pessimisti, ancora di più.
Facciamo un esempio: il progetto originario (che si basava sull'assenza degli incontri dei gigliati e l'impianto a completa disposizione delle ditte edili), prevedeva di posizionare sul terreno di gioco delle gru, il che avrebbe facilitato non poco il movimento e posizionamento dei materiali da costruzione, come il posizionamento degli elementi che andranno a formare la copertura. Per l'inizio della stagione 2026/27, infatti, si prevede di aver coperto tutta la nuova curva Fiesole, la adiacente Tribuna laterale e metà Maratona. Saranno necessarie soluzioni diverse e più onerose (anche perché se si operasse solo d'estate con le gru in mezzo al campo - durante lo stop del campionato - si rischierebbe di danneggiare severamente il terreno di gioco).
A coprire l'aumento dei costi (oltre un finanziamento da parte del club viola che come contropartita dell'investimento otterrebbe una concessione dello stadio a un prezzo che terrebbe conto delle risorse erogate), potrebbero essere i campionati europei di calcio del 2032 di Italia e Turchia.
Palazzo Vecchio, dopo l'incontro in merito con Figc, Uefa e Acf, la scorsa settimana ha formalizzato la candidatura di Firenze tra le 5 città italiane del torneo continentale. In corsa altre 10: Milano, Torino, Roma, Verona, Genova, Bologna, Cagliari, Bari, Napoli e Palermo. Le prime tre sono certe (Milano, Torino e Roma), perciò restano a disposizione due posti in una «sfida» tra 8. Firenze ha due vantaggi: il primo è che la culla del rinascimento è l'unica città coi lavori di ammodernamento già in corso; il secondo è che Firenze, nella rosa delle 8 è per dispersione la città con più flussi turistici. I dati Istat del 2023 che stilano la classifica delle città più visitate del Paese sono inequivocabili: Roma 37 milioni di turisti; Venezia (non candidata) e Milano oltre 12 milioni ciascuna; quarta Firenze con quasi 9 milioni di presenze negli esercizi ricettivi. Per trovare nella graduatoria la prima città candidata a ospitare Euro 2032 bisogna scendere al dodicesimo posto, occupato da Napoli con 3,6 milioni di turisti.
Varrà qualcosa essere una delle città più conosciute e visitate a livello internazionale? La risposta sembra ovvia. Entro ottobre 2026 la Uefa sceglierà i 5 stadi italiani che ospiteranno la manifestazione che, oltretutto, dovranno avere progetti già approvati e «cantierabili» entro marzo 2027.
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