NAZIONE, L'opinione: "Da Jo-Jo a Melo. La maledizione..."

14.12.2022 11:15 di  Redazione FV  Twitter:    vedi letture
NAZIONE, L'opinione: "Da Jo-Jo a Melo. La maledizione..."
FirenzeViola.it
© foto di Federico De Luca

All'interno dell'edizione odierna de La Nazione è presente l'opinione in tema Fiorentina a firma di Stefano Cecchi. Di seguito un estratto: "Il primo fu Felipe Melo. Era l’estate del 2009 e pur di averlo la Juventus sborsò alla Fiorentina la clausola di 25 milioni di euro. Sembrò un gran colpo: in viola il mediano brasiliano aveva concluso una stagione da urlo. Invece, in bianconero, Melo si trasformò in altro, un giocatore confuso che se ne andò dopo due stagioni col marchio di 'bidone'. Anche Stevan Jovetic nell’estate del 2013 fece di tutto per andarsene. Dicono lo seducesse la Juve ma alla fine fu il Manchester City ad aggiudicarselo per 30 milioni di euro.

Con i Citizens fallì al punto che i tifosi vararono l’hastag 'WhereIsJovetic?'. Una storia simile a quella vissuta dal 'gemello' Adem Ljajic. Anche lui, nella stessa estate del 2013, ritenne finita la sua avventura fiorentina dopo 3 anni in cui aveva fatto intravedere lampi di talento cristallino. Fu la Roma a portarlo via. Nikola Kalinic, che nell’estate del 2017 pur di andarsene da Firenze arrivò a presentare un certificato medico che ne stabiliva l’esigenza di 5 giorni di riposo. Dato questo che ritroviamo anche nel destino di Neto, titolare portentoso a Firenze e panchinaro alla Juve e al Barcellona; in quello di Milan Badelj, che nel 2018 se ne andò direzione Lazio salvo poi tornare l’anno successivo con la coda fra le gambe; o in quello di Matja Nastasic. Una sequela di fallimenti che arriva fino a oggi, con il passaggio dalla Fiorentina alla Juventus di tre talenti cresciuti nel vivaio viola. Per carità, storie casuali, che niente hanno a che vedere con ipotetiche «maledizioni» che appartengono solo al buio credulone del medioevo. Lo stesso, fossimo in qualche giocatore viola con l’uzzo dello strappo, un po’ ci penseremmo. Anche perché, come diceva il grande Edoardo De Filippo, essere superstiziosi è da ignoranti, ma non esserlo porta male".