VISTA IN TRASFERTA, Spalti-campo: festa e delusione
Dopo la roboante vittoria in Europa League, per la tifoseria una delle trasferte più sentite e attese del campionato quella contro i granata gemellati storici. Anche se l'orario del pre serale delle 18.00 dovrebbe agevolare lo spostamento in massa, ancora un numero esiguo di tifosi al seguito della squadra viola. Nel settore ospiti dell'Olimpico Grande Torino sono presenti 438 supporter, qualche gruppo in altre zone dell'impianto. Tre i pullman organizzati, un pulmino dal nord Italia e il resto con mezzi propri, qualcuno arriva nel capoluogo piemontese il giorno prima. I tifosi sono all'interno dell'Olimpico un'ora prima del fischio d'inizio, il clima idilliaco che si respira è totale. Lo speaker prima dell'ingresso in campo delle squadre dà il benvenuto agli ospiti e sottolinea quanto forte e duraturo è il legame tra le due tifoserie. Le bandiere viola e granata sventolano a fianco, i cori per le due squadre si alternano ripetutamente. La formazione viola parte con il solito modulo del 3-4-2-1, Tatarusanu, Tomovic, Salcedo, Bernardeschi, Sanchez, Badelj, Milic, Ilicic, Borja Valero (cap.), Kalinic. I granata partono molto aggressivi, i viola cercano di ribattere ma con poca incisività e al quarto d'ora lago Falque porta in vantaggio i padroni di casa, con l'Olimpico che diventa una bolgia. Dopo lo sbandamento iniziale, la Fiorentina si porta verso l'area avversaria, opposta al settore ospiti, e sfiora il pari in diverse occasioni prima della fine del primo tempo. La più eclatante con il colpo di testa di Kalinic su assist di Bernardeschi, con il portiere avversario Hart che si supera e devia in angolo.
Solo all'intervallo sugli spalti arriva la conferma del goal viziato da un fallo di mano, che certo non attenua lo sconforto del momentaneo svantaggio. Nella seconda frazione di gioco il primo cambio tra i viola uno spento Ilicic per Zarate, che riporta una flebile speranza che possano cambiare le sorti della gara, anche per la velocità e l'inserimento in area dell'argentino. Ma la triste realtà al sessantesimo con il raddoppio di Benassi sembra decretare la fine delle ostilità. Dalla panchina mister Sousa tenta con un doppio cambio di portare nuova linfa con l'ingresso di Babacar e Vecino al posto di Bernardeschi e Badelj. Finalmente la doppia punta, il pensiero unanime tra gli spettatori. A pochi minuti dal termine un colpo di testa di Babacar su cross di Milic dimezza lo svantaggio e riporta l'entusiasmo di una possibile rimonta, ma le lancette scorrono veloci e l'ultima occasione di Babacar che sfiora il palo lascia solo il rammarico di quello che poteva essere magari con il suo ingresso dall'inizio. Al triplice fischio finale la squadra viola si porta verso il settore ospiti per gli applausi di rito, nessun lancio di maglie. Una sconfitta è sempre dura da digerire, ma la reale preoccupazione è la prestazione di una squadra che non riesce a concretizzare le occasioni create, priva di idee e senza ritmo. Molti dei protagonisti dello scorso campionato sotto tono e fuori posizione, mancando di quella grinta agonistica che spesso ha sopperito alle doti tecniche. Per fortuna arriva la sosta per le Nazionali nel momento opportuno, un periodo necessario per tifosi e squadra che saranno chiamati ad un tour de force tra campionato ed Europa. Si archivia la trasferta dell'anno con la cocente delusione di una brutta sconfitta con una classifica terrificante che fa scivolare la Fiorentina nella zona bassa. Resta la festa sugli spalti che continua oltre ogni risultato