VISTA DALLA CURVA: Non salta la panchina, ma il maiale...
Con nel cuore il vergognoso primo tempo di Torino, una delle peggiori prove al cospetto di "lei" che mi ricordi, e dopo aver testato la temperatura al sole, mi avvio allo stadio con la sensazione che sia il giorno della svolta: nel bene o nel male. O comunque sperando di assistere a qualcosa di importante. E in effetti nella zona del prefiltraggio si aggira un ragazzo con un maiale al guinzaglio. Vi pare poco? Lo invidio un monte. Entro e prendo posto nel mio settore, ancora semivuoto, e partono le prime discussioni con i presenti sulle ultime esibizioni. L'amarezza è tanta.
In campo ci sono applausi sinceri per Frey, che rientra negli spogliatoi dopo il riscaldamento. Applausi ricambiati in maniera altrettanto sincera dall'ex portierone di quattro anni e mezzo molto belli.
Intanto viene rimosso lo striscione "Miha game over". Sinceramente un provvedimento fin troppo severo. Poco dopo noto che in ferrovia ce n'è un altro che recita: "Miha sei permaloso?". Che sia il motivo della precedente rimozione? Chissà.
Si percepisce un'atmosfera strana in curva, molti sono ancora imbestialiti per la ridicola esibizione di martedì, e sembra certo che per Sinisa non sarà una giornata facile. La conferma arriva poco dopo, al momento dell'ingresso delle squadre, quando Sinisa si becca il primo "Salta la panchina" della giornata. Sarà solo l'antipasto.
Le squadre si schierano a centrocampo per un minuto di silenzio, e contemporaneamente tutti si chiedono per chi sia: si pensa per le vittime degli alluvioni, qualcuno ipotizza perfino che sia per il povero Sic, dimenticando che c'era già stato domenica scorsa. In realtà poi si scopre che il destinatario era Giulio Campanati, ex arbitro e presidente dell'Aia, sconosciuto ai più.
Il tempo di un altro "salta la panchina" e si comincia. Contrariamente alle ultime apparizioni si parte bene, attaccando, ma grazie ad un sole particolarmente luminoso si vede poco o nulla. L'importante però è che si faccia noi la partita, per una volta.
Ci si accorge che il tanto chiacchierato 4-4-2 non c'è, ma si gioca con il consueto 4-3-3 con Romulo al posto di Cerci, che evidentemente soffre particolarmente i mesi autunnali.
Dopo molto possesso palla ma poche conclusioni pericolose, il redivivo Lazzari la butta dentro al termine di una bella azione.
Montolivo corre subito ad abbracciare Sinisa. Probabilmente in quel momento molti hanno cercato di evocare un fulmine che colpisse quel metro quadro del Franchi. Si fa per scherzare, ovviamente. Che coro sarà partito secondo voi dopo il gol? Ovviamente "salta la panchina", se il concetto non fosse stato recepito.
Ovviamente ci guardiamo bene dal raddoppiare e si va a riposo con la curva che, ormai non più a sorpresa, intona un "salta la panchina" che accompagna squadra e tecnico negli spogliatoi. Già prima dell'intervallo c'è fermento sotto la Curva, facile notare come siano in corso confronti, anche accesi, sul momento e sulla linea da tenere a livello di tifo. D'altra parte la situazione è difficile, più di quanto possa sembrare.
Al ritorno in campo delle squadre non può mancare il coro per Frey, che prende posto in porta. Il giusto tributo per un giocatore che forse era giusto sacrificare sull'altare dei tagli, ma che non è stato trattato come avrebbe meritato.
Ora attaccan loro, così si vede poco anche nel secondo tempo. Come spesso succede non siamo fortunati con la porta preferita dai nostri per buttarla dentro.
Si pensa più che altro a contenere piuttosto che cercare il raddoppio, tranne in occasione del gol non dato sul quale non mi pronuncio, perchè dal mio posto non vedo nemmeno la linea di porta grazie ai cartelloni pubblicitari praticamente dentro il campo. Meglio così, occhio non vede cuore non duole. Durante la ripresa non ci sono cori contro il tecnico, ma si canta poco anche per la squadra. Ci si risveglia al momento della sostituzione di Gila con Vargas, in occasione della quale inutile che vi dica quale coro sia partito. La quadra arretra il baricentro, e qualche pericolo lo corriamo, nonostante la scarsa vena degli avversari. Però il fortino regge, e si riesce a portare a casa sti benedetti tre punti.
Al fischio finale non c'è nemmeno spazio per un boato di esultanza, ma riparte subito il "salta la panchina" e Sinisa si avvia verso gli spogliatoi con lo sguardo rivolto alla Curva, quacuno poi dirà accennando perfino un sorriso, non certo divertito ma forse di sfida. Almeno così deve interpretarlo qualcuno, visto che viene intonato un poco piacevole "sei uno zingaro" dal quale mi dissocio perchè, per quanto mi riguarda, contro la persona non ho niente, e non trovo giusto che i problemi di gioco e risultati sfocino in insulti di carattere personale. Me ne vado a casa con uno strano stato d'animo: s'è vinto, ma di certo non mi sono divertito, e questo non fa notizia, e soprattutto resta questo clima attorno alla squadra che non fa presagire nulla di buono. Però almeno c'era un maiale al guinzaglio.