RANIERI, Da esubero a titolare nel giro di un anno
Se c'è un giocatore che, forse, più di tutti ha beneficiato del "metodo Italiano", quello è senza dubbi Luca Ranieri. Partito in Primavera con aspettative molto alte, Ranieri divenne una delle pedine più importanti nelle scacchiere dei mister Federico Guidi ed Emiliano Bigica, che lo schieravano sempre terzino sinistro e, all'occorrenza, difensore centrale. La sua attitudine, e il suo look - da "giovane vecchio" alla Beppe Bergomi -, lo facevano sembrare un giocatore figlio di altri tempi, un terzino sinistro vecchio stile, più impegnato a difendere piuttosto che ad offendere: non a caso nelle giovanili realizzò appena sei assist e una rete. Ciononostante questo non compromise un'assoluta titolarità, diventando con 105 presenze il terzo giocatore più schierato nella storia della primavera viola (dietro solo a Diakhate e Bangu).
A questo punto iniziò per lui la girandola di prestiti: Ascoli, Spal, Salernitana. Tutte piazze in cui fece bene, ma senza riuscire a fare quel salto di qualità che i dirigenti della Fiorentina si sarebbero aspettati, e senza limare quegli aspetti del suo gioco che lo rendevano un calciatore ancora troppo grezzo. Arriviamo quindi alla scorsa stagione. Il giovane canterno viola, era considerato un esubero di difficile collocazione, destinato a partire perché fuori dal progetto tecnico della Fiorentina: non a caso non venne convocato né per il ritiro di Moena, né alla prima di campionato contro la Cremonese.
Poi qualcosa è mutato, il ragazzo ha iniziato ad essere impiegato da difensore centrale e con grinta e abnegazione si è guadagnato via via sempre più minutaggio, complice anche la stagione poco esaltante di Igor. In Conference, dagli ottavi di finale, è stato quasi sempre titolare, fino a conquistarsi la maglia dal primo minuto nella Finale di Praga.
Questa lunga e calda estate ha messo definitivamente in luce quanto Ranieri sia ormai un giocatore importante per Italiano, pronto a rinunciare ad Igor e - probabilmente - a Martinez Quarta, ma non al suo roccioso difensore spezino, che con la risolutezza e la determinazione che caratterizza il suo stile di gioco, si è conquistato la "sua" Firenze.