PIACERE... MILAN!
Timido e impacciato fuori dal campo, autorevole e sicuro di sé dentro. Questo è Milan Badelj. Sbarcato a Firenze in sordina nelle ultime ore del calciomercato estivo dello scorso anno, il croato ci ha messo un po’ ad ambientarsi con il calcio italiano. Lento, macchinoso e banale. Questi i primi tre aggettivi che venivano in mente a vederlo giocare i primi 6 mesi in riva all’Arno. Un impatto a dir poco complicato con la Serie A. I due anni ad altissimi livelli in Germania all’Amburgo, spazzati via in poche partite. Ragazzo chiuso, schivo ma con un’intelligenza superiore alla media. Così racconta chi vive lo spogliatoio da vicino. E infatti… Milan ha saputo carpire ogni minima variazione, ha imparato a toccare meno la palla e ha lavorato anche sulla tenuta atletica. Il tutto, abbinato alla strabiliante lettura dell’azione (tra i migliori in Europa) e alla già ottima tecnica di base, ha creato un cocktail micidiale. Girone di ritorno sempre in crescendo (decisivo nei mesi clou da febbraio ad aprile) e consacrazione totale quest’anno.
Ai nastri di partenza non partiva sicuramente tra i titolari. L’arrivo di Mario Suarez sembrava poterne rallentare la crescita e invece Sousa lo ha apprezzato e capito fin da subito. Incarnazione perfetta della sua idea di calcio, prezioso recuperatore di palloni, con spiccata propensione alla verticalizzazione e grandi doti di palleggio. Il centrocampista ideale per Paulo Sousa. Detto, fatto. Con Vecino forma una delle coppie centrali più forti della Serie A e a 26 anni Milan ha tutto per crescere ancora ed affermarsi con la maglia viola come uno dei centrocampisti più forti in Europa. E alla fine poco importa se, come mostrato nella conferenza di oggi, non ha ancora imparato la lingua italiana come i tatticismi e i ritmi del nostro calcio.