FORTE CON I FORTI, DEBOLE CON I DEBOLI
La Fiorentina di Vincenzo Italiano sino a questo momento ha manifestato numerosi pregi mixati ad altrettanti difetti, uno tra i quali fa capo alla paradossale incapacità di imporsi sulle avversarie considerate "minori" piuttosto che con le "grandi". Sì perché nell'anno solare i viola hanno battuto in ordine Milan, Inter, Roma, Atalanta e Napoli, nonché frenato la Lazio in trasferta. Il punto è che troppo spesso a tali successi seguono inaspettate disfatte a tu per tu con squadre che sulla carta dovrebbero creare la metà dei problemi.
Forse i cali di tensione, forse la consapevolezza che come si suol dire certe partite si preparano da sole, sta di fatto che la Viola in grado di battere i campioni d'Italia al "Maradona" e di impensierire Lazio e Juventus è la stessa che, in questa stagione, si è fatta imbrigliare da Empoli e Lecce all'"Artemio Franchi" e dal Frosinone al "Benito Stirpe". Tornando indietro con la memoria, l'attuale Fiorentina ricalca l'esatto opposto di quella allenata da Cesare Prandelli in grado, nel 2008-09, di totalizzare 68 punti e centrare la Champions.
Proprio nell'ultimo periodo si è fatto un gran parlare degli obiettivi che la compagine gigliata può porsi. La classifica attuale, maggiore di sette punti rispetto a un anno fa (ricordiamolo sempre), rende ancora possibile la qualunque. Finché, tuttavia, la Fiorentina darà la sensazione di sapersi destreggiare meglio con i club che la precedono - fortunatamente molti meno di quelli che la seguono - , la quantità di punti raggranellabile sarà di conseguenza relativa. Serve pertanto un'inversione di marcia immediata, soprattutto nell'approccio alle partite.