VIOLA, PECCATO. QUEL TIRO DI ILICIC.. MA LA SQUADRA VA ELOGIATA. FIRENZE HA VINTO LO STESSO. ORA RIPARTIRE CON SERENITA'. IL SALTO DI QUALITA' PERO' PASSA SEMPRE DAL MERCATO

04.05.2014 00:00 di  Lorenzo Marucci  Twitter:    vedi letture
VIOLA, PECCATO. QUEL TIRO DI ILICIC.. MA LA SQUADRA VA ELOGIATA. FIRENZE HA VINTO LO STESSO. ORA RIPARTIRE CON SERENITA'. IL SALTO DI QUALITA' PERO' PASSA SEMPRE DAL MERCATO

E' andata male. Diciamoci la verità, ci credevamo. E se Ilicic avesse messo dentro quel pallone a cinque minuti dalla fine forse la coppa Italia poteva essere alzata proprio dai viola, considerata la superiorità numerica. Un errore pesantissimo. In una serata macchiata dalla gratuita violenza pre partita di qualche squilibrato (per fortuna non di fede viola, ma è una magra consolazione in un paese che dovrebbe definirsi civile) la Fiorentina non ce l'ha fatta. E' vero, in partenza la Fiorentina non si avvicinava alla gara con i favori del pronostico perchè sulla carta il Napoli - con l'organico al completo - sembrava più forte, ma le sensazioni erano ugualmente positive. Peccato davvero perchè la Fiorentina dopo una partenza ad handicap (che incertezze difensive, che errori...) che sembrava aver spianato la strada agli avversari era riuscita a reagire, a rialzare la testa e a comandare anche la partita. Proprio nella ripresa, quando serviva la stoccata, è riemersa la mancanza di un uomo d'area di rigore, un giocatore che anche in mischia potesse farsi valere. Niente di nuovo sotto il sole, verrebbe da dire. 
  Per il modo in cui si è sviluppata la partita e la stagione viola comunque sarebbe totalmente ingiusto e sbagliato gettare la croce addosso alla squadra. E anche inopportuno. La squadra ha lottato dando fondo a tutte le energie. Ed è arrivata a questo appuntamento non solo senza Gomez e Rossi ma soprattutto priva di Cuadrado, il giocatore più in forma e soprattutto più decisivo della squadra. Occorre semmai recriminare su quell'inutile ammonizione rimediata dal colombiano in semifinale con l'Udinese, un fallo di mano che è costato carissimo. Peccato perchè dopo tredici anni di attesa il popolo viola avrebbe voluto gioire, emozionarsi, commuoversi per la conquista di un trofeo. Lo avrebbe meritato per il modo in cui ha sempre seguito la squadra nel corso degli anni, dalla C2 fino al ritorno nel calcio che conta.

Ieri resterà comunque un giorno storico per l'esodo di massa dei tifosi viola: una piccola grande fetta di Firenze si è trasferita nella Capitale per provare a spingere la squadra. Ce l'ha messa tutta come ha sempre fatto ma non è bastato. Ed è da applausi anche la 'sciarpata' a fine partita, nonostante la sconfitta.  
   Adesso è opportuno non farsi prendere dallo scoramento: in fondo i viola, come detto, hanno perso da una squadra che ad agosto scorso voleva puntare allo scudetto ed essere protagonista in Champions. E che nel corso della stagione non ha dovuto fronteggiare infortuni. La stagione della Fiorentina deve essere valutata con obiettività: gli stop di Gomez e di Rossi (quest'ultimo nella fase cruciale dell'annata) hanno inevitabilmente condizionato la squadra. Adesso la Fiorentina ha l'obbligo di riprovarci, con convinzione e con la speranza di essere accompagnata dalla buona sorte. 
   Certo, sarà anche il momento della chiarezza sul mercato: il caso Cuadrado resta il nodo da cui può dipendere buona parte degli affari. Montella pretende rinforzi, come è giusto che sia. Prima di tutto dovrà arrivare il rinnovo del ds Pradè. che sembra scontato. Poi serviranno almeno tre innesti tra i titolari, uno per reparto. Il salto di qualità passa dal mercato anche in considerazione del fatto che il prossimo anno Inter e Milan potrebbero essere più competititve e inserirsi nella lotta per i primi posti. Ma ora intanto applaudiamo lo stesso la Fiorentina. 
Lorenzo Marucci