SUCCESSO PESANTE CON 5 SPUNTI. PRIMO: BELTRAN ORA MERITA UNA MAGLIA. SECONDO: JACK DECISIVO, INSOSTITUIBILE. TERZO: ITALIANO, LA STRADA È QUELLA GIUSTA. QUARTO: I VIOLA HANNO TIRATO FUORI IL CARATTERE. QUINTO: LA FIESOLE HA TRASCINATO LA SQUADRA
Contava, eccome se contava. Atalanta una rivale, Gasperini inviso alla tifoseria viola - la frase sui buoi se la poteva risparmiare -, scontro diretto per l’Europa, classifica da rimpolpare, autostima di iniettare nell’anima.
Il successo è arrivato, con fatica, sudore, carattere, tra tanta sofferenza e una bella spolverata di gioco, soprattutto nella ripresa. I viola hanno scavalcato l’Atalanta, sono avanti di un punto e chissà che a maggio questa affermazione non possa fare la differenza. Non è bello prenderne 4 a San Siro, ma è più facile perdere che vincere contro l’Inter. È invece determinante per la Fiorentina non fallire gli appuntamenti con gli avversari iscritti allo stesso campionato, in questo caso quello della seconda fascia. Piaccia o non piaccia questa è la realtà. I punti non si contano soltanto, si pesano. E questi con l’Atalanta hanno una cifra diversa.
Da ieri sera nascono almeno 5 spunti sui quali vale la pena soffermarsi.
Primo: Nzola si è battuto, ma è stato annullato da Scalvini, a proposito di giovani italiani con un grande futuro davanti agli occhi. Il giovane rampante con Beltran ha patito un po’ di più: l’argentino ha la voglia di spaccare il mondo e poi sembra aver già digerito le idee di Italiano. È un piacere vederlo muovere anche se ancora non ha timbrato il tabellino dei marcatori. Si mostra più in palla di Nzola che comunque avrà il tempo di mettere a punto il motore. Adesso Beltran merita una maglia, tocca a lui sistemarsi al centro dell’attacco viola e ai suoi compagni metterlo nelle condizioni di fare gol.
Secondo: sarà un caso, ma certamente non lo è, a segnare sono sempre gli stessi. Gli attaccanti per dovere professionale, centrocampisti e difensori per caratteristiche personali. Dopo una partita, se andate a consultare le statistiche, in gol sono andati sempre i soliti noti. Nella Fiorentina c’è Bonaventura: mezz’ala, esterno ai tempi del Milan, trequartista, “todocampista” secondo la declinazione spagnola, Jack sa fare un po’ di tutto e tutto molto bene. Vede la porta, non è un mistero. Uno così nella Fiorentina diventa insostituibile.
Terzo: non sarà sicuramente questa convincente partita che ha portato 3 punti alla Fiorentina a mutare il sentimento di una parte di Firenze nei confronti dell’allenatore. Italiano si tappi le orecchie ed eviti di leggere commenti negativi nei suoi confronti. Italiano è giovane, ancora poco esperto, con i suoi difetti, ma pure con molti pregi. Su tutti quello di voler dare un’idea di gioco a questa Fiorentina. Ecco, Italiano insista su questa strada perché è quella giusta. L’Atalanta è stata piegata perché nel secondo tempo la Fiorentina ha attaccato da ogni lato del campo costringendo i nerazzurri - formazione con tanta qualità - a difendersi alle corde, come un pugile in crisi. L’Atalanta è stata padrona per 20-25 minuti, poi è uscita la Fiorentina. Dopo l’intervallo i viola hanno concesso altri dieci minuti a Gasperini e dopo sono tornati a comandare. Prima del 3-2 Gonzalez ha fallito un gol clamoroso e in precedenza con una conclusione velenosa aveva sfiorato il palo. Anche Brekalo - che deve fare tanto di più - con un bel siluro aveva costretto Carnesecchi a un intervento non banale. Azioni che spiegano come il trionfo della Fiorentina sia stato legittimato dal volume delle occasioni create.
Bonaventura ha pareggiato il gol di Koopmeiners - nato da una rimessa laterale invertita, toccava alla Fiorentina - mentre Quarta ha tirato fuori una zuccata degna di un centravanti, bello però anche il cross di Duncan. Italiano ha chiesto a Quarta di salire all’altezza della mediana come Calabria nel Milan anche se il rossonero è un terzino. Lo ha fatto anche Spalletti a Napoli lo scorso anno trasformando Di Lorenzo in un incursore (anche lui un terzino). Il primo di tutti è stato Pep Guardiola nel City alzando Stones (un centrale). L’esperimento di Italiano è riuscito alla perfezione: Quarta ha fabbricato una bella gara, costretto Carnesecchi a una respinta difficile e firmato una rete prepotente.
Quarto: dopo Milano era necessario non soltanto vedere una Fiorentina brillante sul piano della manovra, ma supportata anche da un carattere forte. Con l’Atalanta i viola hanno estratto dal loro serbatoio una personalità evidente. Il temperamento è strumento decisivo se si vogliono raggiungere traguardi. Una richiesta: il carattere non può uscire a targhe alterne, deve invece diventare un indispensabile compagno di viaggio.
Quinto: la Fiesole ha trascinato lo squadra e il resto del Franchi. Un tifo pazzesco, senza un attimo di respiro. Non è facile giocare a Campo di Marte per uno che viene da fuori perché quel catino di entusiasmo diventa determinante. Dopo la partita Italiano e i giocatori sono andati sotto la curva a ringraziare perché se hanno superato l’Atalanta è stato anche o principalmente per questa spinta di amore che hanno ricevuto. La Fiesole ha fatto un bel coro per Italiano e lui ha incitato la curva. Sentimenti condivisi, sono un bel carburante.
Una nota di merito anche per Parisi: ci è piaciuto per l’applicazione tattica e anche per l’intelligenza utilizzata nel cambiare fronte di attacco, pur di trovare un pertugio utile a uscire dalla marcatura degli avversari. Sul vantaggio di Koopmeiners poteva fare meglio, ma il resto della sua gara è stato buono.
Il gol vittoria è sbucato da una zampata di Kouame a pochi metri dalla porta di Carnesecchi. L’ivoriano ha qualche limite tecnico, ma ha fame, voglia di sacrificio, velocità e un grande colpo di testa. Italiano ci punta sempre perché può fare l’esterno e se c’è un’emergenza pure il centravanti. Le motivazioni valgono più di tanto altro. Kouame può migliorare ancora. Come? Lavorando sui fondamentali, facendo buio in campo quando gli altri sono già sotto la doccia. La tecnica individuale si migliora anche a fine carriera, figuriamoci quando si è ancora giovani.