SERVE UN CAMBIO DI MARCIA... NON CI SONO DUBBI: IL CAMPIONATO È A RISCHIO SE I VIOLA CONTINUANO COSÌ. A MONTELLA IL COMPITO DI TROVARE LE SOLUZIONI IMMEDIATE, ALLA SOCIETÀ QUELLO DI AIUTARLO AD INDIVDUARLE

03.11.2014 00:16 di  Mario Tenerani   vedi letture
SERVE UN CAMBIO DI MARCIA... NON CI SONO DUBBI: IL CAMPIONATO È A RISCHIO SE I VIOLA CONTINUANO COSÌ. A MONTELLA IL COMPITO DI TROVARE LE SOLUZIONI IMMEDIATE, ALLA SOCIETÀ QUELLO DI AIUTARLO AD INDIVDUARLE
FirenzeViola.it
© foto di Federico De Luca

I soldi non vanno in campo, altrimenti tutto sarebbe scontato, anche se in certi casi pare esserlo. Ma sono un buon indicatore: tra Samp e Fiorentina ci sono più di 30 milioni di monte stipendi di differenza eppure in campo questa sperequazione di valori non si è notata. Malignamente potremmo dire che i 60 milioni sembrava fossero appannaggio dei liguri... La classifica, con 6 punti di ritardo dei viola dai blucerchiati, torna poco. Se a questo dato aggiungiamo che in mezzo, tra Samp e Fiorentina, ci sono 6 squadre, due delle quali sono Genoa e Udinese - non Bayern e Real -, il conto torna ancora meno. Non solo: la Fiorentina, se consideriamo gli scontri diretti, ha perso con Roma, Lazio e Sampdoria. Ha battuto l'Inter - formazione però in fortissima crisi - e ha piegato l'Udinese, che ieri ha preso altri 4 gol dal Genoa... 
La Fiorentina ha comunque forti attenuanti: le stesse di cui parliamo da tempo, è orfana di Rossi e Gomez. Il tedesco è tornato ieri, però è ancora indietro con la condizione. Ma queste valide scuse non bastano a giustificare una media-punti (13 in 10 partite) da lotta per la salvezza. 
La verità è che ci sono interpreti, come Cuadrado, Gonzalo, Pizarro e Borja Valero - protagonisti assoluti del periodo Gardaland viola - ora latitanti per ragioni diverse. Poi ci sono i nuovi, ma anche loro non spostano di un centimetro (per ora) la qualità del gruppo: Badelj e Richards a Genova sono stati insufficienti, mentre in precedenza, negli altri impegni, Kurtic è partito bene e poi si è perso un po' per strada. Forse Basanta è l'unico che ha mostrato personalità e sicurezza. Dopo la prova di Gonzalo a Marassi, un turno di riposo all'argentino potrebbe essere utile con l'inserimento del suo connazionale vice-campione del mondo. Di Marin, dopo qualche minuto a Salonicco, si sono perse le tracce. Sembra che la sua condizione sia ben lungi dall'essere definita accettabile...
Questo è il quadro e non è il caso di fare processi: parlermo di mercato giusto o sbagliato, tra qualche mese, non adesso. Ma sarebbe opprtuno che Montella - uno dei più bravi in circolazione - trovasse le soluzioni immediate più idonee per rendere un'anima a questa squadra. I viola non saranno mai degli incursori con gli occhi della tigre, tipo Soriano e Rizzo della Samp, ma non possono neanche continuare a muoversi, almeno su certi campi e contro certi avversari, con tutta quella flemma. Gli errori individuali sono figli di cattiva concentrazione: qualcuno deve stare dentro la partita con più convinzione, capendo che l'obiettivo è il terzo posto e non una scampagnata. 
La società si interrogherà dopo sulla bontà del mercato, mentre adesso dovrà stare più vicino possibile a Montella, cercando coesione e condivisione, evitando qualsiasi frizione, anche la più lieve. In ballo c'è stagione da non fallire: il campionato è in parte già compromesso, diventa sempre più dura recuperare posizioni. In questo ha ragione Pradè nel dire che "serve un cambio di marcia": il diesse ha fiutato il pericolo. 
La fortuna è tornare subito in campo: giovedì se i viola batteranno il Paok avranno in banca la qualificazione ai 16esimi di finale di Europa League. E domenica riceveranno il Napoli, squadra trasformata e pronta a spiccare il volo. Sfiida delicatissima per i viola, ad alto rischio. Ma se la Fiorentina dovvesse fermare Benitez potrebbe trovare una grande iniezione di fiducia. 
Dopo arriverà gennaio: la finestra di mercato servirà alla Fiorentina per cedere alcuni giocatori in esubero, ma anche per mettere dentro un paio di pezzi in grado di dare dinamismo e aggressività alla squadra. 

Mario Tenerani