POLITICAMENTE SCORRETTO

22.09.2012 00:00 di  Leonardo Petri   vedi letture
POLITICAMENTE SCORRETTO

Il trittico di partite che va ad iniziare questa sera con la sfida di Parma segnerà il primo momento importante della stagione della Fiorentina, il primo vero test di gare per decifrare meglio lo spessore viola, non tanto dal punto di vista tecnico (su quello siamo già stati rassicurati) quanto sotto il profilo mentale. Mantenere alta la tensione con gare ravvicinate, saper gestire le pressioni crescenti, approcciare nel modo migliore una gara, come quella di oggi, mentre tutto l'ambiente pensa al match con la Juventus e poi, dopo la sfida ai bianconeri, saper gestire nel modo giusto l'entusiasmo o la delusione che ne conseguiranno in vista della trasferta contro l'Inter. Come direbbe De Gregori è da questi particolari che si giudica una squadra. Sbilanciandomi credo che la Fiorentina abbia tutte le possibilità per uscire da queste tre gare alla grande, alimentando i sogni di un campionato di vertice e ascoltando le parole di Montella alla viglia sono ancor più certo che, questo giovane allenatore, possa diventare un grandissimo tecnico che lascerà un segno a Firenze e nel calcio italiano. Ed allena bene anche i giornalisti, nonostante talvolta sia costretto a confrontarsi con domande al limite della provocazione e, per questo, mi è venuta un'idea che sottoporrò ai responsabili della comunicazione viola, quella di affiggere nella sala stampa intitolata a Manuela Righini, che certo non amava le banalità, un cartello recante il seguente monito: “Non è obbligatorio fare domande”. Ovviamente anche io, come la maggior parte dei fiorentini sono curioso di vedere cosa si inventerà Conte martedì sera per suggerire al suo vice Carrera le strategie da seguire. Personalmente non mi impegnerei neppure troppo a trovargli un posto, stia in tribuna d'onore o, se non gli dovesse andare bene, scelga fra il pullman della sua società e l'albergo, anche perché trovo veramente offensivo che si perda tutto questo tempo a parlare di dove starà Conte senza porsi la domanda del perché Conte dovrebbe pretendere un posto particolare per seguire la sfida. In teoria lui è squalificato (e il Siena la sua società sta sopportando per la stessa colpa pene ben superiori dovendo arrancare con la penalizzazione di -5) e quindi non potrebbe stare con la squadra all'interno dello stadio né dare indicazioni né comunicare con la panchina, tanto meno con i giocatori e allora, visto che, fra l'altro, sono stati anche i suoi atteggiamenti provocatori del passato nei confronti dei tifosi della Fiorentina a creare gli attuali, eventuali, problemi di ordine pubblico, perché non dovrebbe essere proprio l'albergo la soluzione migliore? Io credo sinceramente che lo sia. E più o meno lo stesso discorso vale per l'amministratore delegato bianconero Marotta. Credo che le parole e i comportamenti siano importanti e implichino delle conseguenze (ed io su questo argomento potrei tenere un corso universitario) e le parole e i comportamenti tenuti dal dirigente juventino in questa calda estate di mercato sono stati emblematici di una mancanza di rispetto, di un'arroganza e di una malcelata volontà di prevaricazione nei confronti della Fiorentina e dei suoi tifosi che certo, e lui lo sa benissimo, non potrà attendersi, al Franchi, un'accoglienza con i tappeti rossi. Firenze e i fiorentini si sono sempre dimostrati civilissimi, tanto più negli ultimi anni. I tifosi viola (a parte i beceri cori sull'Heysel che spero davvero non trovino ospitalità in Fiesole) hanno tifato per la propria squadra, per la maglia, per Firenze, fischiato gli avversari, offeso talvolta qualche “nemico” sportivo, ma hanno anche saputo dimostrare al mondo del calcio un fair play ed una sportività che hanno portato alla Fiorentina premi persino dall'Uefa. Non accadde niente dopo lo 0-5 dello scorso anno, salvo una lecita contestazione alla propria squadra e allora non posso credere che vi siano problemi particolari di ordine pubblico stavolta. Ma se Marotta e Conte pensano che Firenze debba non mandarli sportivamente a quel paese, allora pretendono davvero troppo dalla civiltà di questa splendida città e di questi splendidi tifosi.

Leonardo Petri