NUOVO FRANCHI: BENVENUTI AL CIRCO DEI MASNADIERI
La mano tesa del direttore generale della Fiorentina, Giuseppe Barone, per trovare una soluzione alla questione Franchi, ha sorpreso la maggioranza di coloro che seguono la vicenda. Il giorno dopo la sentenza negativa del Tar del Lazio (che ha respinto il ricorso del Comune di Firenze contro il definanziamento dei 55 milioni decretato dal governo Meloni lo scorso 28 aprile), il Dg, interrogato da Sky su se fosse preoccupato dalla situazione, ha risposto “No, assolutamente no”, e inoltre ha sottolineato che “Fortunatamente, e ringrazio il sindaco Dario Nardella e il Comune di Firenze, c'è un progetto esecutivo, un progetto molto serio con dei soldi molto importanti già stanziati per la ristrutturazione del Franchi e quindi, aggiungo, che la Fiorentina immediatamente chiede di sedersi al tavolo col governo, il ministro Abodi, il Comune di Firenze, per portare avanti un discorso molto serio, molto veloce, con dettagli determinanti e molto seri. Questo è il messaggio che diamo sia al governo, sia al Comune, ma soprattutto alla nostra tifoseria per il futuro della Fiorentina”.
Dopo mesi, o meglio anni, che il club di proprietà di Commisso si è tirato fuori dalla questione nuovo stadio (nel gennaio 2021 un comunicato della società concludeva con “Il tema Stadio Franchi per la Fiorentina è chiuso”) e lo stesso presidente che in più occasioni ha dichiarato che sull'impianto “Non metto un penny”, sabato scorso è arrivata un'apertura chiara.
Sicuramente, però, tra il dire e il fare ci sono di mezzo decine di milioni da trovare per portare a termine l'intera ristrutturazione del Franchi. Quali sono le intenzioni dei dirigenti gigliati? Andare a Roma per sedersi al tavolo e batterci sopra i pugni – sottolineando che senza i quattrini necessari, una ristrutturazione monca pregiudicherebbe gli introiti di un intervento completo e una società che ha già investito tanto sul club sarebbe danneggiata – oppure Commisso vuole tendere la mano aprendo il portafogli e magari “scontare” il canone di affitto dello stadio per qualche decennio finanziando parte degli interventi?
A prescindere che i soldi arrivino da ACF o dal governo (ricalcando il “modello Venezia”, ovvero andando a finanziare opere previste e coperte dai fondi nel Comune di Firenze, affinché le risorse già individuate per queste siano dirottare sullo stadio) una cosa fa veramente ridere.
Il dg Barone, sabato scorso ha dichiarato che sul Franchi “c'è un progetto molto serio, con dei soldi molto importanti già stanziati”. C'è da sbellicarsi dalle risate, perché viene in mente la melassa di masnadieri dediti a legare il ciuco dove vuole il padrone che, pur intendendosi di urbanistica come un vegano di brasato al Barolo, da mesi e mesi osteggiavano il progetto di Arup, preferendo evidentemente rimanere nella situazione attuale: stadio degradato, spalti scoperti e non confortevoli, servizi igienici in condizioni pietose. Ma ora, per questi soggetti, se “il rabbercio” diventa bello e serio per la Fiorentina, automaticamente è meraviglioso pure per loro, salvo poi tornare “rabbercio” qualora alla fine non fosse trovato un accordo o una soluzione. Le prime capriole sono iniziate e lo spettacolo del circo è già di alto livello. Va riconosciuto.
Un consiglio però, affermare che senza l'intervento della Fiorentina non se ne cavava le gambe, potrebbe essere una strategia per uscirne con un briciolo di dignità. Il fatto che a Firenze si stesse verificando l'unico caso in cui un impianto di calcio veniva rifatto senza alcun supporto da parte del club che ci gioca, è un dettaglio irrilevante per le menti traboccanti di fosforo che seguono tali circensi. Evitino però eccessive lodi al progetto, gli conviene.
La Fiorentina, sebbene l'operazione abbia incontrato ostacoli – e non si esclude che ne sopraggiungano di nuovi – ha compreso la volontà del Comune di procedere a prescindere e perciò il club è sceso in campo per difendere i propri interessi: perché se è indubbio che durante i lavori la società gigliata subirà dei danni economici, è altrettanto vero che uno stadio ristrutturato, nel lungo periodo, farà salire considerevolmente i ricavi.