NATALE SENZA ADV, UN ALTRO CAPITOLO DI UNA BRUTTA STORIA. STADIO, NESSUNA ILLUSIONE. SERVIRANNO ALTRI CINQUE ANNI. IL NAPOLI E’ UMANO E NON PIU’ IMBATTIBILE. FIORENTINA PROVACI. E DE LAURENTIIS ASPETTA CHIESA
Andrea Della Valle ieri sera non c’era, per la prima volta da quando è presidente (onorario o meno) della Fiorentina non ha partecipato alla cena di Natale. Lo avevamo anticipato noi, proprio su questo giornale, martedì scorso. Sinceramente, quando l’ho saputo non volevo crederci. Mi sembrava impossibile. Ho sperato fino all’ultimo di aver bucato un piccolo scoopettino (chissenefrega), ho pensato che poi, alla fine, Adv in qualche modo potesse ripensarci e arrivare in palazzo Vecchio a sorpresa. Magari all’ultimo minuto. Magari in elicottero. Niente di niente. Missing.
Andrea Della Valle della Fiorentina non ne vuol più sapere nonostante i trombettieri del nulla si affannino a dire il contrario. Se avesse avuto voglia di tornare, di riabbracciare la sua squadra e gli amici fiorentini (alla cena ci sono solo quelli, naturalmente), senza quei dei tifosi delle curve, quale occasione più bella di questa. Fra l’altro la cena degli auguri è sempre stata la cena di Adv, la sua passerella.
Il segnale, è facile capirlo, è fortissimo. Segnale di disinteresse, di abbandono. Forse condito da un pizzico di snobismo che fa parte del dna dei Della Valle. Ma snobbare Firenze è l’errore capitale. Non si può, non si deve.
Purtroppo questa è una situazione che sarà difficile ricomporre e non sappiamo dove porterà. Gli acquirenti ci sarebbero, ma nessuno è disposto a pagare la Fiorentina quanto vorrebbe Ddv. Continuare con una proprietà che c’è ma non c’è, che non vuole più tirare fuori un euro sarà estremamente complicato a meno che la città e i tifosi non si arrendano e accettino serenamente questo limbo di una società e di una squadra ridotta a lottare fianco a fianco con Sampdoria, Torino o Atalanta.
Lo stadio può essere la svolta? Campa cavallo. Capisco l’entusiasmo del sindaco Nardella che ce la sta mettendo tutta, questo stadio lo vuole fortemente, ma è ancora dura. Le pratiche sono avviate, l’approvazione del Via (verifica impatto ambientale) è un passo importante, ma restano da definire ancora molte cose con tanti tempi più o meno morti. E polemiche. E ricorsi.
Tutto il 2018 e il 2019, a essere ottimisti, passeranno per la burocrazia. Se anche i lavori (ipotesi) dovessero iniziare nel 2020, serviranno altri tre anni. E in attesa del fatturato dello stadio e della Cittadella viola, la Fiorentina può continuare a vivacchiare in questa situazione? Io dico di no. E l’ho già detto più volte perché sento l’umore della città. Una città che se condanna chi insulta Della Valle, chi ha posizioni estreme, comincia a non capire e a criticare anche l’atteggiamento della proprietà. Inspiegabile? Sì, inspiegabile. Non si può prendere cappello soltanto perché ti critica Roberto Cavalli, come accaduto a giugno.
E allora? Due anni fa di questi tempi eravamo a festeggiare il primo posto in classifica, due anni dopo chi ci capisce qualcosa è bravo.
In mezzo ci sono i manager, c’è la squadra. Tutti si sono resi conto (finalmente) che quello che dicevamo noi non era poi così sbagliato. Il monte ingaggi è stato ridotto troppo, così non si tornerà più competitivi. La campagna acquisti non è stata brillantissima e toccherà tornare sul mercato. Ma ci sono le risorse per aumentare il monte ingaggi e comprare altri giocatori più forti?
Gli utili della Grande Vendita estiva ci sono e si attestano attorno ai 35-40 milioni, ma non dureranno in eterno. Quale futuro aspetta la Fiorentina? Vorrei che qualcuno rispondesse a questa domanda.
Nel frattempo, per fortuna, grazie al lavoro di Pioli e all’applicazione dei giocatori, la squadra è cresciuta. Il pari strappato alla Lazio ha dato una bella spinta. La vittoria sul Sassuolo è stata facile, ma bella. Il momento è favorevole e fortunato. Domenica c’è il Napoli in uno dei momenti peggiori dell’era Sarri. In pochi giorni battuto dalla Juve e ieri sera dal Feyenoord. Fuori dalla Champions e in evidente debito di energie fisiche e mentali. Se il divario tecnico resta enorme e l’impresa di portare via almeno un punto forse ancora impossibile, in queste condizioni e giocando in maniera intelligente, la Fiorentina deve provarle tutte. E’ un’occasione da sfruttare.
E un’occasione anche per Chiesa davanti a Aurelio De Laurentiis, il primo presidente (ne abbiamo dato notizia a marzo) che si è innamorato di lui. Lo vuole fortemente, lo ha già chiesto più volte ai Della Valle senza ottenere risposte. Oggi Chiesa vale almeno cinquanta milioni, forse fuori dalla portata di De Laurentiis, ma giocare una grande partita davanti ai suoi occhi potrebbe portarlo a rilanciare.