MONTELLA RESTA A FIRENZE PERCHÉ C'È UN PIANO PER LO SCUDETTO

MONTELLA RESTA A FIRENZE PERCHÉ C'È UN PIANO PER LO SCUDETTOFirenzeViola.it
© foto di Federico De Luca
sabato 23 marzo 2013, 00:00L'editoriale
di Mario Tenerani

Lo ha ribadito in queste ore: "Resto a Firenze". Montella lo ha fatto per spegnere le voci che rimbalzavano da altre piazze. Lo tiravano per la giacchetta, il valzer degli allenatori sta per cominciare. Vincenzo non era obbligato a farlo, il suo contratto scade tra un anno e volendo la società potrebbe far scattare un'opzione per la stagione successiva. Ma il tecnico viola ha avvertito la necessità di scacciare le prime nubi, offrendo un grande senso di responsabilità. Così adesso chi seminerà vento su questa storia, raccoglierà tempesta.
Le parole di Montella, però, non sono state solo un atto di rispetto per la società: dietro a quelle frasi secche e chiare si nasconde una convinzione maturata in otto mesi di lavoro a Firenze. La proprietà viola ha in testa un obiettivo: costruire in fretta una squadra in grado di lottare per il vertice. Montella è il pilastro principale del piano scudetto. Quello è il punto di arrivo. In riva all'Arno ci sono le condizioni, finalmente, per puntare in alto: una città innamorata della sua squadra,  società ricca e in crescita strutturale, una rosa già forte che sarà rifinita e migliorata nel prossimo mercato estivo.
Tre elementi che non sono sufficienti a garantire con certezza un trionfo di questa portata, ma che pongono la Fiorentina nello stato ideale per realizzarlo. Questo è il salto di qualità che Montella ha percepito.
Il calcio è come la vita, ci sono periodi più o meno fertili: a Firenze si sta aprendo un ciclo laddove, invece, in altre realtà si combatte per non farlo terminare oppure esistono conclamate difficoltà per aprirlo. La Fiorentina verrà preparata per stare nei primi tre posti: saranno poi le capacità dei viola e le condizioni che si verranno a creare nella stagione a fabbricare l'occasione irripetibile.

Montella, Pradè, Macìa e Andrea Della Valle stanno respirando nello stesso modo, pensano in team, hanno una sintonia pressoché totale su dove andare, come arrivarci e in quanto tempo. Per un allenatore, in frangenti di vacche magre nel calcio italiano, è una fortuna ritrovarsi in un contesto simile. Ancora di più per chi è solo trentanovenne e ha poco più di due anni di panchina alle spalle. Montella potrebbe crescere come allenatore vincendo qualcosa di importante in un luogo in cui vincere è più difficile che altrove.
Il sì di Montella al piano dei Della Valle, è lo stesso di quei giocatori che fino a dodici mesi fa non sarebbero venuti a Firenze e che adesso, al contrario, sono in fila per sbarcarci. La Fiorentina ha un'immagine positiva, innovativa, forte.
Se davvero, come sembra, nelle prossime settimane si accenderà il semaforo verde per l'operazione Mercafir, i segnali verso il resto del mondo saranno ancora più nitidi. E mentre la squadra lotta in campo per acciuffare una Champions in grado di restituire alla Fiorentina una pesante credibilità internazionale, l'altra formazione, capitanata da Diego e Andrea Della Valle, è impegnata a costruire un futuro a tinte tricolori.

Mario Tenerani

Il giornale