L’ARIA STRANA CHE TIRA SU ITALIANO… EPPURE I RISULTATI SONO DALLA SUA PARTE. NICO E IL FRATELLO BELTRAN: NATI PER DUETTARE. MINA GIOCA 90 MINUTI, ALLORA E’ PRONTO… CHE CORSA: IN POCO PIU’ DI 20 GIORNI 7 PARTITE
Di solito è la stampa a rivestire il ruolo della critica, anche aspra se è necessario… Stavolta invece accade l’inverso: i giudizi dei media su Italiano sono complessivamente buoni, mentre una fetta di tifoseria perdona poco o nulla a questo allenatore. Le critiche, in qualche frangente troppo dure, scorrono copiose nell’etere e in rete. Per non parlare dei social, una zona franca in cui è possibile dire tutto anche le peggiori nefandezze.
Francamente siamo spiazzati: non perché Italiano sia esente da appunti negativi, ogni tecnico è oggetto di valutazioni e di rilievi. Ha sbagliato la formazione? I cambi? Non ha letto la partita o peggio ancora l’ha preparata male? Il campionario è sempre il solito. Ma con Italiano sembra esserci qualcosa di diverso: monta come la panna la contrarietà alle sue scelte tattiche e alla modalità di vedere il calcio. Fatto salvo il sacrosanto diritto di critica, di espressione e di parola - non sarà certo chi scrive a meravigliarsi delle voci dissonanti, sale di qualsiasi democrazia che osi definirsi tale -, a noi questa aria che tira su Italiano piace poco, ma soprattutto risulta incomprensibile.
I risultati, infatti, sono dalla sua parte: al primo anno a Firenze, il secondo in serie A, ha colto un sorprendente settimo posto, utile a riportare in coppa i viola, nonostante a gennaio la società abbia venduto Vlahovic, capocannoniere del campionato con 17 reti all’attivo in un girone. Non era facile per un allenatore alle prime armi riprendere in mano quella situazione, ma ci è riuscito: settimo posto e ritorno in Europa, obiettivo che non era stato programmato dal club.
Nella seconda stagione ottavo posto, poi diventato settimo e di nuovo Europa, grazie alla squalifica continentale della Juventus. Ma il dato più clamoroso è stato la conquista di due finali: Coppa Italia e Conference. Perse? Sì, contro due squadre, Inter e West Ham, con le quali si poteva anche perdere. Resta il fatto che la Fiorentina non disputava una doppia finale del 1961, insomma le statistiche vengono in soccorso di Italiano. Questo, però, sembra non bastare. Allora, sottovoce, consigliamo a Italiano non solo di correggere gli attuali difetti della Fiorentina, perché tocca a lui farlo, ma pure di non prestare occhi e orecchie allo strisciante malcontento di Firenze. Perché un conto è criticarlo, un altro è mettere in dubbio, come fa qualcuno, le ultime due annate. Del resto la città con gli allenatori ha sempre avuto un rapporto singolare. Sono stati brontolati tutti: Liedholm, Ranieri - che ha vinto Coppa Italia e Supercoppa -, Prandelli - al quale rimproveravano di non battere le grandi, ma lui ribatteva che era più importante portare in Champions i viola… - e Montella - tre quarti posti in campionato, una semifinale di Europa League e una finale di Coppa Italia -: gli dicevano che era immobile in panchina, mentre Italiano è accusato di essere troppo tarantolato…
Gonzalez dal ritiro dell’Albiceleste ha detto che per lui “Beltran è come un fratello”. Una dichiarazione che spiega la sintonia tra i due argentini. Feeling che Italiano potrebbe sfruttare, paiono nati per duettare sul campo. L’allenatore è a caccia del titolare definitivo in attacco, ma questo potrà sbocciare solo quando uno tra Beltran e Nzola segnerà qualche gol consecutivo. E comunque i due centravanti giocheranno sempre: uno partirà dall’inizio e l’altro subentrerà. Attenzione, potrebbero anche giocare assieme, con Beltran alle spalle dell’attaccante angolano. La differenza, però, che c’è tra un sotto punta trequartista e un centravanti impiegato in quel ruolo, sta nella capacità di sacrificarsi per aiutare il centrocampo abbassandosi sulla linea mediana e rincorrendo l’avversario che scappa. Se Beltran dimostrerà queste caratteristiche, come ad esempio Gonzalez quando fa cento metri all’indietro, allora la variante doppio numero nove potrà essere sfruttata.
Firenze ha scoperto Mina: novanta minuti con la Colombia hanno tolto un po’ di polvere dal difensore arrivato questa estate. C’era molto scetticismo per le sue condizioni fisiche, dopo un paio di anni in cui è stato poco impiegato, ma questa gara lo ripropone forte come alternativa per la terza linea viola. Bene, siamo ansiosi di vederlo all’opera, in un reparto che sembra avere bisogno di forze fresche.
Dopo la sosta - fino alla prossima di metà ottobre - la Fiorentina giocherà 7 gare in poco più di 20 giorni, Conference compresa. Un tour de force che deve diventare abitudine per la Fiorentina, se i viola si confermeranno ogni anno in Europa. Le valutazioni di adesso, appena 3 partite di campionato, sono fuorvianti, in un senso o nell’altro: scriveremmo le stesse cose anche se la Fiorentina si trovasse inopinatamente in testa alla classifica. E’ il periodo che impone calma e prudenza prima di emettere sentenze definitive. Servono più prove per formulare un giudizio: sulla Fiorentina lo daremo alla fine di questo miniciclo di ferro. A quel punto avremo un quadro molto più esaustivo sul reale valore della squadra viola